Parchi e urbanistica, cosa sta succedendo in Sicilia: a greenreport l’assessore regionale
[5 Giugno 2014]
L’intervista, in esclusiva, all’assessore Mariarita Sgarlata arriva nel momento in cui dopo l’immobilismo di questi ultimi anni sembrerebbe giunto il momento per la riforma della legislazione sui parchi e riserve in Sicilia.
Si è infatti tenuta ieri l’audizione in IV Commissione Ambiente e Territorio dell’ARS, per discutere dei diversi Disegni di Legge (DDL) presentati, con la partecipazione degli stessi firmatari dei DDL, le associazioni ambientaliste, i presidenti dei parchi e i soggetti che vivono queste importanti realtà.
L’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata e il presidente Giampiero Trizzino hanno già avuto modo di esprimere i loro buoni propositi, ma se sono rose… fioriranno!
Noi siamo d’accordo, dopo questa ultima tornata elettorale, con Renzo Moschini che su Greenreport.it afferma: «Ecco in che senso anche la responsabilità del ‘governo’ dei parchi – ma vale anche per altri comparti ambientali – va restituita chiaramente senza furbizie o manfrine alle istituzioni. E per questo non serve nessuna nuova legge perché è quanto fissa già la legge quadro del 1991».
“La commissione Ambiente e territorio all’Ars ha rilevato l’esigenza di aggiornare la legge quadro sulle aree protette”. Così il presidente della IV Commissione, il deputato M5s Giampiero Trizzino. “Una legge storica – aggiunge il Presidente di commissione – perché anteriore a quella nazionale e che quindi va rispettata e non stravolta. A mio avviso, semplicemente aggiornandola alla normativa europea evolutasi nel tempo e allo stesso tempo aggiornando le disposizioni sulla gestione (personale ad esempio), sulla base delle rinnovate esigenze”.
In questo momento, presso la commissione ambiente, ci sono diversi disegni di legge presentati da diversi gruppi parlamentari, tra questi uno presentato dal Movimento cinque stelle. “L’occasione di mercoledì – continua Trizzino – sarà fondamentale perché insieme alle associazioni ambientali, ai presidenti dei parchi e ai soggetti che vivono queste importanti realtà, cercheremo di trovare la giusta sintesi normativa da portare in aula”.
Ampiamente favorevole ad una riforma della legislazione in materia di Parchi e Riserve è l’Assessore al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata: “L’audizione in IV Commissione segna un passo importante per una definizione concertata e partecipata di questa riforma della legislazione sulle aree protette, discendenti dalla L.R. 98/81 istitutiva dei parchi e delle riserve in Sicilia – con cui già allora la Regione Siciliana si era posta all’avanguardia sul panorama nazionale -, dalla L.R. 14/88 e dalle loro successive modifiche e integrazioni. Il disegno di legge, che si intende portare avanti, di comune accordo con tutti i Presidenti dei Parchi e tutte le associazioni attive sul territorio in materia di tutela ambientale, punta all’istituzione del sistema regionale delle aree naturali protette e a garantire, attraverso specifiche norme, forme di sostegno della partecipazione delle popolazioni locali alla gestione dei parchi e dello sviluppo delle attività ecocompatibili.
Dopo 33 anni dall’emanazione della L.R. 98/81, alla luce delle difficoltà economiche-finanziarie della Regione e a partire dal recepimento della Strategia nazionale sulla Biodiversità, che attua la Direttiva Europea in materia, una nuova legge appare non più rinviabile. “La riforma – continua l’Assessore – consentirà, dentro una logica finalmente di sistema, da un lato di attuare mirate politiche di conservazione e tutela dell’ambiente naturale protetto, dall’altro, di conseguire migliori condizioni di abitabilità e di partecipazione delle popolazioni locali a politiche attive di sviluppo. La logica di sistema è proprio il principio ispiratore di questo disegno di legge attorno al quale è stato ripensato tutto l’impianto normativo. In Sicilia esistono 4 parchi e 99 riserve, oltre che un Assessorato con compiti di vigilanza e tutela, ma non esiste, ancora, un sistema regionale delle aree naturali protette che agisca in quanto tale né esiste una chiara azione di governo in materia, che riesca a ragionare sia in termini di protezione e conservazione ma anche di sviluppo e di investimenti. Bisogna valorizzare la funzione sociale ma anche occupazionale che le aree protette svolgono a vantaggio della comunità, per innescare nuove possibilità di crescita economica.
Il nuovo sistema regionale dei parchi in Sicilia deve mirare, pertanto, a innovare il modello istituzionale, il modello organizzativo, il modello di gestione, e a rivedere i meccanismi di spesa, attraverso uno snellimento delle procedure amministrative e una razionalizzazione dei costi, secondo i modelli delle best practices europee in tema di politiche a favore dei territori tutelati e delle aree naturali protette. Un modello che sappia coniugare conservazione e fruizione, tutela e sviluppo, risorse e ambiente, natura e cultura: questa è la sfida che ci si propone con il disegno di riforma”. “In questo modo – conclude la Sgarlata – la Regione Siciliana, nel suo insieme, potrà finalmente svolgere un ruolo strategico, propositivo e dinamico sia dentro il panorama nazionale ma anche dentro le sfide odierne del mondo globale connesse ai temi dell’ambiente, all’uso delle sue risorse, alle fonti rinnovabili di energia e di conservazione dei diversi e articolati patrimoni della biodiversità nonché dei patrimoni culturali tanto materiali che immateriali, che connotano i territori tutelati”.
Ecco dunque le risposte alle domande su tre argomenti fondamentali per le terre di Sicilia, le cui azioni – se messe in campo – consentirebbero un sicuro cambio di passo in questo delicato e strategico settore della Regione Siciliana. La parola all’assessore Mariarita Sgarlata.
I Piani di Gestione della Rete Natura 2000 presentano delle criticità importanti e non esiste una banca dati centralizzata delle VincA, quali sono le azioni immediate che l’Assessore vuole intraprendere?
«Le criticità sui piani di gestione incidono pesantemente sull’iter di approvazione di alcuni piani. In particolare i piani redatti prima del 2012 dovranno essere adeguati ai perimetri della Rete Natura 2000 siciliana e ai relativi formulari, a seguito dell’aggiornamento 2012-2013. La non immediata applicabilità dei piani (legata spesso all’impossibilità di limitare alcune attività o opere che contrastano con la tutela degli habitat e/o specie di interesse comunitario sulle aree della rete natura) li rende deboli ai fini della tutela e conservazione dei siti stessi. La designazione delle ZSC (zone speciali di conservazione) da parte del Ministero dell’Ambiente, in corso di attuazione, potrà risolvere questi problemi e rendere più efficaci gli stessi piani di Gestione che il Dipartimento Ambiente sta aggiornando. All’assenza, a tutt’oggi, di una banca dati delle VincA sopperisce in parte la banca dati Arta che individua per proponente progetto e attività da svolgere o svolta, il procedimento relativo ad un progetto/piano/intervento. La prima azione immediata quindi sarà quella di centralizzare, il più presto possibile, una banca dati relativa ai procedimenti di competenza dei Comuni, Enti Parco (Legge Reg. 13/2007, art. 1 comma 1). Se anche esiste un archivio cartaceo delle VincA trasmesse dai Comuni ed Enti Parco, è evidente come sfuggano al controllo le effettive richieste presso i suddetti Enti, unici competenti per legge nei casi previsti. Il primo atto potrebbe essere una modifica alla legge 13 in modo da istituire una apposita struttura di monitoraggio dell’attività dei Comuni ed Enti Parco».
Parchi e Riserve sono un patrimonio enorme per la Sicilia, come l’Assessore pensa di utilizzare la CETS (Carta Europea per il Turismo Sostenibile) per il rilancio delle Aree Protette vista la mancanza di Fondi oggi nella nostra Regione?
«I principi contenuti nella CETS sono ampiamente condivisibili, soprattutto in un momento in cui le aree protette costituiscono uno dei principali attrattori turistici della nostra regione. Occorre riconoscere che solo di recente si è presa coscienza dell’importanza che le Aree Protette hanno in termini di sviluppo endogeno dei territori. Se il turismo naturalistico guadagna sempre più consistenti quote di mercato, noi possiamo sottrarci dal consumo del suolo (in Sicilia si è passati in pochi anni dal 3% all’8% di consumo del suolo) e dall’investimento nel mattone come misura per il rilancio dell’economia e unica soluzione alla crisi. Ritengo prioritaria la discussione con i territori, veri attori dello sviluppo di queste aree, su un modello di turismo che sia compatibile con le precipue finalità di tutela e di valorizzazione dell’imponente patrimonio naturalistico siciliano, scongiurando interventi ad alto impatto che possano sfregiare il nostro paesaggio. Il percorso normativo già attivato dovrà mettere a sistema parchi e riserve siciliani. Le Aree Protette, che godono dell’ulteriore vantaggio di destagionalizzare e delocalizzare le presenze turistiche, sono un tassello fondamentale per qualsiasi politica territoriale e forniscono un indubbio beneficio non solo per la conservazione della biodiversità ma anche per l’economia nazionale e locale. In una speciale top ten internazionale, il sito Parks.it risulta al primo posto nella classifica dedicata ai viaggi e turismo in Italia in lingua inglese e tedesca. In questo senso i principi contenuti nella CETS possono essere sicuro e collaudato riferimento per lo sviluppo di queste aree che costituisce priorità della mia azione di governo».
Esistono vari DDL per la “Nuova” Legge Urbanistica in Sicilia incardinati nella IV Commissione ARS, esiste una Road Map del Governo per la rapida approvazione della legge?
«Appena nominata Assessore al Territorio e Ambiente ho posto in cima alle priorità la Legge Urbanistica regionale con l’obiettivo di arginare lo stato di incertezza normativa, che viviamo in Sicilia da decenni. Credo che sia questo il cuore del problema: il caos, volutamente, generato dalla difficoltà di stabilire una gerarchia delle norme e dai conflitti di competenza (Chi prevale fra Soprintendenza, Regione e Comune nel caso di controversie?), che affievoliscono nei cittadini e nelle istituzioni il senso di responsabilità. Come è noto, la materia relativa al Governo del Territorio, in Sicilia, è normata dalla Legge Regionale n. 71 del 1978 ma le disposizioni, nel tempo modificate ed integrate da diverse leggi regionali, soffrono in maniera particolare lo sfalsamento con le norme di tutela ambientale, in particolare con la normativa relativa alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Ho appena istituito un gruppo di lavoro molto snello (pochi esperti, capo della segreteria tecnica e dirigente generale del Dipartimento Urbanistica) che lavorerà alla formulazione della Legge nel solco di un processo di semplificazione e nella direzione di interpretazioni univoche su norme che spesso hanno portato a lunghi contenziosi. Questo per quanto attiene al lavoro promosso dall’Assessorato mentre è evidente che i DDL, in atto depositati ed incardinati in IV Commissione, che ho cominciato a conoscere da poco, ognuno con le proprie specificità (dato che privilegiano alcuni aspetti e si possono compensare a vicenda), sono una base di partenza indispensabile proprio per la qualità dei loro contenuti. La rapida approvazione di una Legge sarà un esempio di buona pratica della politica che dovrà perseguire scelte condivise, all’interno delle quali non si potrà prescindere dal linguaggio della sostenibilità, un linguaggio ormai universale ma poco parlato nella nostra isola».