Pendenti di ossa di bradipi giganti: gli esseri umani erano in Sud America già 27.000 anni fa
Uno studio che potrebbe riscrivere la storia della migrazione umana
[14 Luglio 2023]
Il nuovo studio “Evidence of artefacts made of giant sloth bones in central Brazil around the last glacial maximum”, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, da un team di ricercatori guidato da Thais Rabito Pansani dell’Universidade Federal de São Carlos (UFSCar) e dell’Université Paris-Saclay potrebbe riscrivere la storia della migrazione umana nelle Americhe. Infatti, il ritrovamento di quelli che sembrano pendenti triangolari e a forma di lacrima scolpiti, levigati e forati, ricavati e prodotti utilizzando placche ossee di bradipi giganti (Glossotherium phoenesis). suggeriscono che gli esseri umani vivessero accanto a questi enormi mammiferi e che quindi gli Homo sapiens siano arrivati nell’attuale Sud America circa 27.000 anni fa, molto prima di quanto si pensasse.
I bradipi terrestri giganti erano tra le creature terrestri più grandi del Sud America: erano lunghi da 3 a 4 metri e di solito camminavano su tutte e quattro le zampe, usando i loro artigli affilati per scavare tane. Pesavano più di 450 kg e sotto la pelliccia avevano strutture ossee simili alle placche dei moderni armadilli.
Nello studio, i ricercatori spiegano che «Il popolamento delle Americhe e l’interazione umana con la megafauna del Pleistocene in Sud America rimangono oggetto di accesi dibattiti. Il rifugio roccioso di Santa Elina nel Brasile centrale mostra prove di insediamenti umani successivi dall’ultimo massimo glaciale (LGM) all’Olocene inferiore. Due strati archeologici del Pleistocene includono una ricca industria litica associata ai resti del bradipo terrestre gigante estinto Glossotherium phoenesis. I resti includono migliaia di osteodermi (cioè ossa dermiche), tre dei quali sono stati modificati dall’uomo. In questo studio, eseguiamo un’analisi traceologica di questi artefatti mediante microscopia ottica, microscopia elettronica a scansione non distruttiva, fotoluminescenza UV/visibile e microtomografia basata su sincrotrone. Descriviamo anche l’associazione spaziale tra i resti di ossa di bradipo gigante e strumenti di pietra e forniamo un modello di età bayesiana che conferma la tempistica di questa associazione in due orizzonti temporali del Pleistocene a Santa Elina. La conclusione del nostro studio traceologico è che i tre giganteschi osteodermi di bradipo sono stati intenzionalmente modificati in artefatti prima della fossilizzazione delle ossa. Questo fornisce ulteriori prove della contemporaneità di esseri umani e megafauna».
Gli ornamenti trovati a Santa Elina una trentina di anni fa e il nuovo studio è stato il primo ad analizzare accuratamente i ciondoli ossei di Santa Elina e a escludere la possibilità che gli umani li abbiano trovati e scolpiti migliaia di anni dopo la morte dei bradipi giganti, spostando così molto indietro l’epoca dell’attraversamento dello stretto di Bering da parte dei primi esseri umani, che finora si riteneva fosse avvenuto circa 15.000 anni fa, prima che l’innalzamento del livello del mare sommergesse il ponte di terra che collegava Asia e America.
Una delle autrici dello studio, Liza Alves Forancelli Pacheco del Laboratório de Paleobiologia e Astrobiologia del Departamento de Biologia dell’UFSCar, Universidade Federal de São Carlos sottolinea che «Ora abbiamo buone prove – insieme ad altri siti del Sud e del Nord America – che dobbiamo ripensare le nostre idee sulla migrazione degli esseri umani verso le Americhe».
La datazione degli ornamenti e dei sedimenti trovati nel sito di Santa Elina nel Brasile centrale, indica un’età compresa tra 25.000 e 27.000 anni fa, diverse migliaia di anni prima di quanto avevano ipotizzato studi precedenti per la fine della lunga migrazione che ha portato gli esseri moderni ad uscire dall’Africa per espandersi in Eurasia e poi nelle Americhe.
Il team di ricercatori brasiliani, francesi e statunitensi dice che le analisi effettuate dimostrano che il lavoro manuale per realizzare i pendenti è stato svolto da pochi giorni a pochi anni dopo la morte dei bradipi giganti e prima che i materiali si fossero fossilizzati. I ricercatori hanno anche escluso l’abrasione naturale e altre cose che potrebbero spiegare le forme e i buchi. La Pansani sottolinea; «Pensiamo che fossero oggetti personali, forse per ornamento personale».