Petizione contro la nuova base militare nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli

Contrari alla cittadella della guerra a Coltano. No anche dal PD, pressioni su Regione, Comune di Pisa e Governo

[13 Aprile 2022]

Dopo il no di associazioni ambientaliste e forze politiche, Luigi Piccioni, del Forum nazionale salviamo il paesaggio e ricercatore del Dipartimento di economia e statistica dell’università della Calabria, rilancia l’allarme sulla realizzazione di una nuova base militare in Toscana: «Nei giorni scorsi abbiamo scoperto e denunciato pubblicamente la decisione del Governo Draghi, presa su indicazione del Ministro della Difesa del Pd, Guerini, di realizzare una mega infrastruttura militare a Coltano, nel cuore del Parco regionale di Migliarino San Rossore Massacciuccoli. Nonostante tutti gli enti del territorio affermino o facciano finta di non essere stati messi a conoscenza della cosa oppure, come nel caso del sindaco Conti e del Presidente della Regione Giani, tacciano, i primi particolari del progetto iniziano ad emergere. Si tratta di 440 mila metri cubi di nuove edificazioni da costruire dentro il territorio protetto del Parco, su una area complessiva di 730 mila metri quadrati: villette a schiera, poligoni di tiro, edifici, infrastrutture di addestramento, magazzini, uffici, autolavaggi: una vera e propria cittadella per la guerra. I soldi si prenderanno dal PNRR e ad oggi non si sa quanti milioni di euro verranno spesi per distruggere una area del parco e militarizzare ulteriormente il territorio, col che siamo veramente al paradosso: le risorse del PNRR non si investono per tutelare e potenziare le riserve naturali, ma per cementificarle e riempirli di attrezzature belliche. Ecco insomma la transizione ecologica del Pd e della Lega». A dire il vero il PD ha preso le distanze dal progetto, il segretario Enrico Letta l’ha definita una «Scelta sbagliata, come già detto dai vertici locali» e il coordinatore della segreteria toscana del Pd,Emiliano Fossi, ha ribadito: «Una scelta sbagliata nel merito e nel metodo. Si va a intaccare un’area protetta e lo si fa con una scelta calata dall’alto. Sono vicino all’impegno e alle posizioni espresse dal Pd locale: le istituzioni locali si schierino tutte a difesa del territorio». E alla fine anche il sindaco leghista di Pisa e il presidente  PD della Toscana hanno chiesto al governio di frenare sul progetto di base militare.

Anche il presidente del parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli Lorenzo Bani è contrario. Il  4 aprile i vertici dell’Arma dei carabinieri avevano inviato al Parco un progetto della nuova base per chiedere un parere ambientale da inviare al Comipar, il Comitato misto paritetico per la regolamentazione delle servitù militari Stato-Regione.e Bani ha detto al Post che «Il parere ambientale realizzato dai tecnici è molto chiaro: in sostanza dice che l’impatto sarà devastante. Siamo in un’area protetta, a rischio alluvioni, con un vincolo paesaggistico e un vincolo ambientale. È assurdo fare una nuova base qui, tra l’altro con un notevole consumo di suolo». Già a ottobre 2021 Bani aveva detto all’Arma dei carabinieri che l progetto non sarebbe stato sostenibile. Ma evidentemente il progetto è andato avanti ed è riemerso con la guerra in Ucraina e si è cercato di imprlo velocemente con il PNRR, ma Bani ricorda che per quell’area «Nei nostri piani c’era la creazione di una zona umida attraverso un allagamento, per trasformarla in un’area dedicata all’avifauna. C’erano tantissimi altri luoghi adatti a costruire una base militare: aree demaniali abbandonate, caserme in disuso. Mi infastidisce molto che abbiano scelto un’area protetta, senza un percorso di partecipazione con le istituzioni e la cittadinanza. Non metto in dubbio l’importanza della sicurezza nazionale e credo che le decisioni del governo siano state prese a causa del conflitto in Ucraina: tornare indietro è molto difficile, se non impossibile».

Comunque, Piccioni ricorda che «Tutto questo si realizza oltretutto con procedure eccezionali che scavalcano i livelli decisionali territoriali e derogando da ogni norma – comprese quelle della tutela ambientale – e cancellando la partecipazione dei cittadini. Nei giorni scorsi abbiamo scritto all’Ufficio Patrimonio per sapere se alcune delle aree su cui verrà costruita questa infrastruttura siano del Comune di Pisa. Ci è stato risposto dal Dirigente che non hanno informazioni sull’area interessata da questo intervento. Attendiamo anche una risposta ufficiale da parte del Parco ma diciamo sin da ora che la proposta del Presidente del Parco, Lorenzo Bani, di mettere una pezza a questo scempio richiedendo qualche forma di compensazione non è in alcun modo accettabile e deve essere rifiutata in toto. Il territorio e la sua tutela non è uno scambio di figurine, per cui ti prendi mezza Coltano, nel cuore della riserva, e in cambio mi dai una caserma semi-dismessa nel cuore della città, come la Bechi Luserna. Qui è in gioco l’idea di Paese, di come si utilizzano le risorse pubbliche, di quale economica per il territorio, di quale futuro per la nostra città che sempre più viene trasformata in una piattaforma logistica per la guerra e circondata da una compatta crosta di cemento. Questo progetto va solo fermato, facendo appello all’indignazione dell’intero Paese e non solo di Pisa e della Toscana. Conti e Giani sapevano? Perché continuano a tacere? Una cosa comunque è chiara: noi ci opporremo in tutti i modi all’avvio di questi lavori con una forte mobilitazione».

Per questo, il Forum nazionale salviamo il paesaggio invita a sottoscrivere la petizione “Diciamo NO alla nuova base militare nel parco di San Rossore Migliarino (Pisa)!” nella quale si legge:

Il governo attualmente in carica ha disposto la realizzazione di una struttura militare nel parco di san Rossore Migliarino Massaciuccoli in Toscana. Ospiterà la sede del gruppo intervento speciale, del primo reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania” e del centro cinofili. Nel testo del decreto l’intervento è individuato come «opera destinata alla difesa nazionale» e si aggiunge che il piano verrà realizzato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Oltre ad essere contrari allo spirito guerrafondaio che ha animato l’operato di questo governo nell’ultimo mese (come l’aumento delle spese militari mentre si riducono le risorse che avrebbero dovuto invece sostenere i cittadini dopo due disastrosi anni di pandemia), che va contro l’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra, fra le ragioni del nostro rifiuto radicale ci sono: 1) la missione e gli scopi del PNRR; 2) lo statuto dell’Ente Parco. Per il primo punto, sappiamo che le risorse de investite nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ammontano a 191,5 miliardi di euro, ripartite in missioni dedicate a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (40,32 miliardi), rivoluzione verde e transizione ecologica (59,47 miliardi), infrastrutture per una mobilità sostenibile (25,40 miliardi), istruzione e ricerca (30,88 miliardi), inclusione e coesione (19,81 miliardi), salute (15,63 miliardi). La trasformazione in base militare di una riserva naturale, che da oltre 40 anni è riconosciuta come area protetta per decisione della Regione e dello stesso Stato, va contro la missione “green” e non ha nulla a che vedere con la vocazione di “resilienza”, ora prontamente sacrificata a esigenze militari. Sul secondo punto, va segnalato che l’Ente Parco, come stabilito dall’articolo 2 dello statuto, ha per finalità la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale. In una fase storica come quella attuale, che assiste alle conseguenze di uno scellerato impatto ambientale, conseguenze trascurate per decenni, è dovere di tutti i cittadini una difesa responsabile delle preziose risorse ambientali di un ecosistema sempre più fragile. Fra le proprietà di parchi e riserve naturali vi sono la regolazione del clima, la mitigazione dei fenomeni idrologici e il mantenimento della biodiversità – tutelata anche dalla Costituzione.

Tutelare l’ambiente è sia un presupposto fondamentale del nostro agire civico sia una delle vocazioni della politica internazionale nella maggior parte dei paesi democratici. È anche per questo che, qualsiasi opinione possiamo avere per gli avvenimenti bellici in corso, non vogliamo che un’anacronistica svolta verso l’implementazione del settore militare (discutibile per altre ragioni) possa danneggiare irrimediabilmente una riserva naturale.

Sottoporremo questa richiesta alle istituzioni locali e nazionali che possono fermare questo gravissimo errore.