Pianosa: «Troppi 450 turisti giornalieri»
L’Associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa contro la delibera approvata dal direttivo del Parco con il voto contrario di Legambiente
[7 Aprile 2021]
Il 31 marzo il Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha approvato, con il voto contrario del rappresentante delle associazioni ambientaliste Umberto Mazzantini (che aveva votato anche contro i precedenti aumenti di visitatori) e del consigliere di nomina ministeriale Luca Maria Foresi, una delibera che aumenta da 341 (di cui 91 stanziali più 250 giornalieri), a 450 (di cui 91 stanziali e 359 giornalieri) il numero di persone che possono essere giornalmente presenti sull’isola di Pianosa. E Giuseppe Mazzei Braschi, presidente dell’Associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa, fa notare che «Il numero dei locali non comprende i Carabinieri, la Capitaneria di Porto, i detenuti, le guide e il personale delle cooperative presenti sull’isola, pertanto il numero di 450 è destinato ad essere costantemente superato. Per di più il martedì si va in deroga con le altre 200 persone della nave di linea».
L’Associazione pianosina condivide le critiche avanzate in Consiglio direttivo del Parco da Mazzantini di Legambiente e i dubbi di Foresi: «Le spiegazioni del Parco circa l’aumento del numero delle persone non sono giustificabili perché, secondo noi, le escursioni e le attività programmate non sono sufficienti a distribuire tutti i turisti nell’arco della giornata, specialmente in questo periodo di pandemia, con il rispetto delle disposizioni anti covid. Di conseguenza, a partire dall’apertura dell’attività turistica, ci sarà un numero sempre maggiore di visitatori che si trasferirà sulla spiaggia, litorale che risulterà totalmente minacciato, specialmente nella zona dove sono presenti le dune con la fioritura spontanea dei gigli e delle rughette di mare».
Mazzei Braschi ricorda che «Un’isola di una grandissima fragilità, completamente antropizzata e ormai abbandonata, o quasi, da venticinque anni. Le manutenzioni sono per lo più inesistenti e non solo per quanto riguarda le case o i tanti muri a secco, ma anche per l’approvvigionamento idrico: pochissimi pozzi ancora in funzione e a rischio crolli, il sistema fognario assente; l’approvvigionamento elettrico da molti anni è giudicato a pericolo di interruzione per le cattive condizioni dell’unico cavo che collega Pianosa all’Elba. Il Comune, in accordo con il Parco, ha deciso di costruire dei bagni pubblici, e questa è una buona notizia. Quello che ci chiediamo è se l’apertura a più turisti porterà benefici all’isola, o se aumenterà solamente l’introito dei ticket di accesso».
Il presidente dell’Associazione per la difesa dell’Isola di Pianosa conclude: «Come associazione vogliamo che l’isola sia accessibile a tutti, ma vorremmo anche vedere diminuire le transenne che delimitano l’accesso al porto per la caduta di calcinacci dalle abitazioni, ormai lasciate all’incuria del tempo; vorremmo condividere con i turisti, ad esempio, la storia del Forte Teglia, costruzione che sovrasta l’ingresso del porto, una volta a difesa dell’isola, ma ora immagine di abbandono; vorremmo rivolgerci a tutti, ma nel rispetto della terra chi ci accoglie, già fragile, in precario equilibrio. Come vogliamo che sia il futuro di Pianosa? C’è l’intenzione in una qualunque maniera di farla rivivere, oppure vogliamo continuare a trattarla come la gallina dalle uova d’oro? Pianosa ha bisogno di investimenti non di speculazioni. Altrimenti è solo sfruttamento».