Pipistrelli, Covid-19, bolla mediatica e conservazione
Studio italiano: informazioni scientificamente accurate per evitare inutili cacce alle streghe
[1 Luglio 2021]
Lo studio “COVID-19, media coverage of bats and related Web searches: a turning point for bat conservation?”, pubblicato su Mammal Review da un team di ricercatori italiani – Jacopo Cerri (University of Primorska), Emiliano Mori (Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche), Leonardo Ancillottoe Danilo Russo (università degli studi di Napoli Federico II), Sandro Bertolino (università degli studi di Torino) – parte da un dato di fatto: «SARS-CoV-2, il virus che causa il covid, è stato fin da subito indicato come proveniente dai pipistrelli. L’origine in realtà è incerta, e i ricercatori sono ancora alla ricerca di un ospite intermedio che abbia facilitato il passaggio all’uomo. I mezzi di comunicazione spesso non amano i dubbi e preferiscono diffondere certezze. Per questo nel 2020 si è diffusa una bolla mediatica che in molti casi indicava i pipistrelli come untori e responsabili della malattia. Uno studio recente ha voluto quantificare questo fenomeno».
I ricercatori del CNR ricordano che «Il dibattito sull’origine di SARS-CoV-2, il virus che ha causato la pandemia di Covid-19, è sempre presente sui mezzi di comunicazione. E non potrebbe essere altrimenti considerando come questo virus abbia cambiato le nostre vite. Mettendo da parte l’ipotesi di una fuga da un laboratorio, resta da capire quale potrebbe essere stata la via naturale di infezione dell’uomo. In natura, il virus più simile a SARS-CoV-2 è stato trovato in alcuni pipistrelli in Cina. Simile non vuol dire identico: i virus dei pipistrelli, ad esempio, non possono penetrare nelle cellule umane per mancanza della proteina che ne permette l’aggancio, e quindi non infettano l’uomo. E’ probabile, quindi, che ci sia stato un ospite intermedio, nel quale il virus è mutato, diventando capace di infettare gli esseri umani. Se per la comunità scientifica la strada fatta dal virus per giungere all’uomo è ancora piena di misteri, per molti mezzi di comunicazione esistono solo certezze. Nel 2020, pochi mesi dopo la notizia della diffusione di SARS-CoV-2 fuori dalla Cina, i pipistrelli (chirotteri è il termine scientifico per indicarli) sono apparsi come i responsabili certi su molti giornali, siti web e social network».
Il team di ricercatori italiani ha quantificato la dimensione della “bolla mediatica” che ha colpito i pipistrelli associandoli al Covid-19 e lo studio pubblicato su Mammal Review ha evidenziato che «Nel 2020 le ricerche della parola “bats” (la parola inglese per indicare i pipistrelli) su Google e Wikipedia siano aumentate notevolmente rispetto agli anni precedenti. Il fenomeno è stato mondiale, proprio come la pandemia, poiché la ricerca è stata fatta in 8 lingue e per 21 Paesi. Osservando su Google Trends le parole maggiormente associate nella ricerca con la parola bats, i ricercatori hanno visto dal 2016 al 2019 una predominanza di termini non direttamente legati ai pipistrelli, come halloween e baseball (baseball bat è la mazza da baseball). Dal 2020, c’è stato un chiaro spostamento nelle ricerche fatte su Google, con il termine bats associato a parole come “Wuhan”, “China”, “Virus”, “eating”, a indicare la percezione in molti di un legame diretto tra i pipistrelli e la pandemia di Covid-19.
Stesso risultato è stato ottenuto dei ricercatori consultando il Television News Archive, un archivio contenente la raccolta completa di notizie quotidiane diffuse dalle nove maggiori emittenti televisive degli Stati Uniti.
Lo studio evidenzia che «I mezzi di comunicazione hanno quindi enfatizzato il ruolo dei pipistrelli nella diffusione di SARS-CoV-2, dando spesso per scontato ciò che è ancora dibattuto a livello scientifico. L’immagine pubblica di questi mammiferi, importanti fornitori di servizi ecosistemici quali il controllo di molti insetti, anche dannosi per l’uomo, potrebbe quindi essersi deteriorata. Alcuni articoli di giornale hanno già riportato uccisioni di pipistrelli per paura che potessero diffondere il Covid-19».
Lo studio conclude lanciando un allarme e sottolineando «La necessità di informazioni scientificamente accurate sui pipistrelli e su SARS-CoV-2 per evitare inutili cacce alle streghe».