Più di 1milione e 200mila firme contro il commercio di pinne di squalo nell’Unione Europea
Stop Finning – Stop the Trade è stata una delle iniziative dei cittadini europei di maggior successo
[2 Febbraio 2022]
Sea Shepherd ha annunciato che l’’iniziativa Stop Finning – Stop the Trade, che si chiudeva il 31 gennaio 2022, ha raggiunto oltre un milione e 200mila firme e che «I cittadini europei chiedono quindi chiaramente la modifica della legislazione esistente, che ancor oggi permette il commercio e il transito delle pinne di squalo all’interno dell’Unione europea». Le firme raccolte permetteranno di avviare un procedimento politico, al termine del quale la Commissione Europea dovrà esprimersi riguardo alla legislazione vigente». Rappresentata da Nils Kluger (Stop Finning Germany) e Alex Cornelissen (Sea Shepherd Global) l’iniziativa è stata sostenuta da più di 90 organizzazioni di protezione dell’ambiente e degli animali e ha coinvolto un gran numero di persone in tutta Europa.
I promotori della campagna sono felici: «Insieme siamo arrivati a 1.202.121 Cittadini Ue che hanno messo la loro firma per porre fine al sanguinario commercio di pinne di squalo in Europa. Siamo assolutamente lieti per tutto il duro lavoro che avete fatto: chiedendo ad amici, familiari, colleghi e contattando persone influenti, avete aiutato non solo a ottenere firme, ma anche a far parlare della conservazione degli squali! Ora possiamo portare la nostra richiesta di porre fine al sanguinoso commercio di pinne di squalo in Europa al livello successivo: abbiamo dalla nostra parte la voce forte dei cittadini dell’Ue per spingere la Commissione europea affinché la legge venga modificata. Vi racconteremo di più presto, per ora festeggiamo! Ce lo meritiamo: grazie a tutti!»
Il presidente di Sea Shepherd Italia, Andrea Morello, ha commentato: «Siamo estremamente soddisfatti del risultato raggiunto. La soglia minima del milione di firme è stata raggiunta con ben 12 giorni di anticipo rispetto alla scadenza del 31 Gennaio, e i dati odierni non fanno altro che confermare la netta volontà dei cittadini Europei di voler contrastare questo orribile commercio».
L’organizzazione ambientalista evidenzia che «Ben poche iniziative riescono a coinvolgere così tante persone. La soglia minima assegnata ad ogni Paese doveva essere superata da almeno 7 Nazioni europee, ma i dati sono andati ben oltre le speranze, con 17 Paesi posti sopra la soglia richiesta. Oltre all’Italia infatti Austria, Francia, Germania, Ungheria, Malta, Olanda, Belgio, Croazia, Finlandia, Danimarca, Irlanda, Grecia, Cechia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna hanno superato la quota parte loro assegnata. Alcuni di questi si sono distinti con punte di partecipazione del 685% di firme richieste, è il caso della virtuosa Germania, 592% la Francia, 229% l’Austria; l’Italia ha raccolto oltre 70mila voti, il 128% di quanto a noi chiesto».
La fine del commercio di pinne di squalo è una necessità urgente, i numeri sono da capogiro: «Ogni anno – denuncia Sea Shepherd – oltre 70 milioni di squali muoiono per mano dell’uomo, spesso a causa delle loro pinne, utilizzate nella cucina orientale ma sovente pescate nei nostri mari».
Ogni anni vengono esportate dall’Europa verso l’Asia 3.500 tonnellate di pinne e tra le prime 20 Nazioni a livello mondiale in fatto di pesca degli squali si trovano tre Paesi dell’Unione Europea. Gli squali, in cima alla catena alimentare, sono essenziali per la vita negli oceani, ma la loro estinzione è già in corso. Molte specie di squali hanno già perso dal 90 al 99% della loro popolazione. L’estinzione di una specie è uno shock per la natura e crea enormi disequilibri. Come dice il Capitano Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd: «L’estinzione è per sempre».
Gli ambientalisti ricordano che «Nell’Unione Europea, il modo più cruento per ottenere le pinne di squalo – il cosiddetto finning – è ufficialmente vietato. Nel finning, le pinne vengono tagliate a bordo del peschereccio e lo squalo viene rigettato in mare, dove morirà per asfissia o dissanguato. Dal 2013 è in vigore una Direttiva Europea, secondo la quale gli squali pescati devono essere portati a terra interi. Tuttavia, il successo auspicato con l’introduzione della Legge non si è concretizzato: le catture sono inizialmente diminuite, per aumentare di nuovo negli anni successivi. Come se non bastasse, non di rado e per lo più per caso, vengono scoperte anche pinne di specie protette provenienti dalla pesca in Europa. Una volta che le pinne sono sul mercato, risulta impossibile risalire ai responsabili di eventuali violazioni».
Forte del suo enorme successo, Stop Finning – Stop the Trade chiede al Parlamento europeo di «Vietare l’importazione, l’esportazione ed il transito di pinne di squalo all’interno dell’Unione Europea».