Prima bozza del post 2020 global biodiversity framework Cbd, Wwf: non è adeguata

Alcuni impegni importanti, ma mancano l'ambizione e l'urgenza necessarie per invertire la perdita di natura

[13 Luglio 2021]

Il Segretariato della Convention on biological diversity (Cbd) ha pubblicato la prima bozza del nuovo global biodiversity framework che fino al 2030 dovrebbe indirizzare le azioni in tutto il mondo per preservare e proteggere la natura e i suoi servizi essenziali per le persone. La Cbd sottolinea che «Arrivato dopo oltre due anni di lavoro, il progetto di framework sarà ulteriormente perfezionato durante i negoziati online alla fine dell’estate 2021 prima di essere presentato per l’esame alla prossima riunione del Ccbd e delle sue 196 parti alla COP-15, a Kunming, in Cina».

Il framework comprende 21 target e 10 “traguardi” proposti per il 2030 per “vivere in armonia con la natura” entro il 2050. Gli obiettivi chiave includono:

Garantire che almeno il 30% delle aree terrestri e marittime a livello globale (in particolare le aree di particolare importanza per la biodiversità e i suoi contributi alle persone) sia conservato attraverso sistemi di aree protette efficaci, gestiti equamente, ecologicamente rappresentativi e ben collegati (e altri efficaci sistemi basati sull’area misure di conservazione).

Prevenire o ridurre del 50% il tasso di introduzione e insediamento di specie esotiche invasive e controllare o eradicare tali specie per eliminarne o ridurne l’impatto.

Ridurre di almeno la metà i nutrienti persi nell’ambiente, di almeno due terzi i pesticidi ed eliminare lo scarico dei rifiuti di plastica.

Utilizzare approcci basati sugli ecosistemi per contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, contribuendo per almeno 10 GtCO2e all’anno alla mitigazione e a garantire che tutti gli sforzi di mitigazione e adattamento evitino impatti negativi sulla biodiversità.

Reindirizzare, riutilizzare, riformare o eliminare gli incentivi dannosi per la biodiversità in modo giusto ed equo, riducendoli di almeno 500 miliardi di dollari all’anno.

Aumentare le risorse finanziarie da tutte le fonti di almeno 200 miliardi di dollari all’anno e aumentare i flussi finanziari internazionali verso i paesi in via di sviluppo di almeno 10 miliardi di dollari all’anno. ai Paesi in via di sviluppo.

Alla Cbd ricordano che «Il post-2020 global biodiversity framework si basa sullo Strategic Plan for Biodiversity 2011-2020  e definisce un piano ambizioso per attuare un’azione di ampio respiro per trasformare il rapporto della società con la biodiversità, garantendo che entro il 2050 si realizzi la visione condivisa del “vivere in armonia con la natura».

La bozza di framework riflette gli input del secondo meeting of a working group managing the development of the framework, nonché le osservazioni ricevute. La bozza sarà ulteriormente aggiornata alla fine dell’estate con il beneficio del contributo del 24°  meeting del Subsidiary body on scientific, technical and technological advice e del terzo meeting del Subsidiary body in implementation, nonché dei pareri delle consultazioni tematiche.
La bozza di framework presuppone che «Vengano intraprese azioni trasformative per implementare soluzioni per ridurre le minacce alla biodiversità. Le azioni dovrebbero garantire che la biodiversità sia utilizzata in modo sostenibile per soddisfare i bisogni delle persone. Mira a garantire che i progressi siano monitorati in modo trasparente e responsabile con esercizi di inventario adeguati per garantire che, entro il 2030, il mondo sia sulla strada giusta per raggiungere la Visione per la biodiversità del 2050. La teoria del cambiamento è complementare e di supporto all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Tiene inoltre conto delle strategie e degli obiettivi a lungo termine di altri accordi ambientali multilaterali, comprese le Convenzioni di Rio relative alla biodiversità, per garantire la fornitura sinergica di benefici da tutti gli accordi per il pianeta e le persone.Il framework si basa sul riconoscimento che la sua attuazione sarà effettuata in collaborazione con molte organizzazioni a livello globale, nazionale e locale per sfruttare i modi per creare uno slancio per il suo successo. La sua attuazione seguirà un approccio basato sui diritti, riconoscendo il principio dell’equità intergenerazionale. Inoltre, la teoria del cambiamento del framework riconosce che la sua attuazione richiederà il coinvolgimento di attori al di fuori dei governi per includere, tra gli altri: Organizzazioni non governative, Popoli indigeni e comunità locali, gruppi femminili, giovani e la Comunità imprenditoriale e finanziaria».

Ma una delle ONG che dovrebbero essere coinvolte, il Wwf, esprime preoccupazione per la mancanza di un’adeguata risposta globale alla crisi della natura: «In questo modo si mette a rischio la nostra capacità di affrontare la crisi climatica, nonché le risorse da cui tutti dipendiamo, sia per le nostre economie, sia per la nostra stessa sopravvivenza».

Il Wwf dice che la bozza di accordo, pubblicata dalla Cbd «Manca sia dell’ambizione che dell’urgenza necessarie per invertire la perdita di biodiversità e garantire un mondo nature-positive in questo decennio. La scarsa ambizione della prima bozza è in netto contrasto con il numero crescente di leader mondiali che stanno pubblicamente intensificando i propri sforzi, prendendo impegni sfidanti per la natura. Ad oggi, 89 leader mondiali hanno approvato il Leaders’ Pledge for Nature, impegnandosi ad invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, anche attraverso la creazione di un quadro trasformativo della biodiversità globale post-2020. A giugno, i leader del G7 hanno firmato il G7 Nature Compact impegnandosi a fermare e invertire la perdita di biodiversità in questo decennio intraprendendo azioni coraggiose per raggiungere risultati ambiziosi per la natura già nel 2021».
Il direttore Generale del Wwf International, Marco Lambertini, ha evidenziato che «Sebbene il Wwf accolga con favore la pubblicazione della prima bozza del quadro globale sulla biodiversità post-2020 come un passo importante verso la garanzia di un accordo cruciale sulla biodiversità globale, siamo delusi dal fatto che il testo, nel complesso, non rifletta l’ambizione necessaria per invertire la rotta sulla crisi della natura. È necessario che il testo includa un obiettivo globale chiaro e misurabile per la natura, simile a quello già presente per il clima. E’ un passo fondamentale per definire obiettivi scientifici adeguati e consentire a governi, imprese, investitori e consumatori di contribuire ad un obiettivo condiviso. 89 leader mondiali hanno, ad oggi, approvato il Leaders’ Pledge for Nature, impegnandosi ad invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. Tuttavia, l’ambizione e l’urgenza della bozza di accordo sono significativamente inferiori a quanto necessario per garantire un mondo nature-positive in questo decennio. Con le attività umane che continuano a guidare la perdita irreversibile della biodiversità, spingendo le specie verso l’estinzione e gli ecosistemi verso il collasso, esortiamo i leader ad intensificare e mantenere i propri impegni, istruendo i propri negoziatori a garantire un risultato davvero incisivo».

Il Wwf ricorda che «Le attività umane stanno attualmente causando una perdita di biodiversità senza precedenti, con un milione di specie minacciate di estinzione. Lo scorso anno è stato riscontrato che il mondo non ha raggiunto nessuno dei target per la biodiversità Aichi del decennio precedente. La crisi della natura richiede una risposta globale completa, urgente e ambiziosa che includa sia maggiori azioni per la conservazione della natura, sia la trasformazione dei fattori che determinano la perdita di biodiversità, compresi la nostra agricoltura, il sistema alimentare e le infrastrutture, che necessitano di alternative sostenibili».

Pertanto, il Wwf «accoglie con favore l’inclusione di un obiettivo per proteggere il 30% della terra, delle acque dolci e degli oceani entro il 2030, che deve essere subordinato ad un approccio basato sui diritti che riconosca, assicuri e tuteli i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali alle proprie terre e acque. Tuttavia, l’assenza di un traguardo per dimezzare l’impatto di produzione e consumo entro il 2030 e un traguardo particolarmente debole per le specie, suscitano grande preoccupazione».
Guido Broekhoven, responsabile ricerca e sviluppo policy al Wwf International, aggiunge: «La bozza contiene molti degli elementi necessari per un accordo sulla natura di successo, ma è carente in diversi settori chiave. Agire per proteggere gli ecosistemi è di vitale importanza, ma non riusciremo a garantire un mondo favorevole alla natura se non affrontiamo anche i fattori che determinano la perdita di biodiversità, passando a sistemi di produzione e consumo sostenibili e diete sane e sostenibili. Allo stesso modo, sebbene il testo tratti della mobilitazione delle risorse, i bisogni indicati sono stati probabilmente significativamente sottovalutati. Chiediamo urgentemente ai Paesi di continuare a lavorare insieme per rafforzare il testo. Il mondo non può permettersi di perdere l’opportunità del decennio per assicurare un accordo sulla natura dello stesso calibro dell’accordo di Parigi».
Inoltre, il Wwf rimarca che «Il linguaggio della bozza sulla responsabilità e la trasparenza è particolarmente debole. Sarà essenziale che le parti lavorino per rafforzare questa sezione, garantendo l’inclusione di un meccanismo di implementazione efficace nell’accordo finale che responsabilizzi i Paesi. Un forte meccanismo di implementazione è essenziale per evitare che si ripeta il fallimento dei target Aichi e per sostenere un approccio inclusivo per i Paesi e la società nonchè l’impegno dei vari settori. Le Parti devono agire urgentemente per rafforzare la bozza di accordo al prossimo round di negoziati ad agosto. Per fermare ed invertire la perdita di biodiversità è essenziale che alla COP 15 di Kunming venga adottato un accordo completo per invertire la perdita di biodiversità e assicurare l’implementazione degli obiettivi e target in esso contenuti».
Lambertini ha concluso: «Non possiamo rischiare di perdere un altro decennio per la natura. La scienza non è mai stata così chiara: agire sulla natura non è solamente essenziale per ridurre la nostra vulnerabilità nei confronti di future pandemie, ma è anche cruciale per affrontare la crisi climatica e garantire un futuro equo e prospero per tutti».