Quando i leopardi dell’Amur vivevano in città

I leopardi urbani della Corea potrebbero aiutarci a convivere con i grandi carnivori a rischio estinzione

[16 Novembre 2021]

Lo studio “Diverse Locations and a Long History: Historical Context for Urban Leopards (Panthera pardus) in the Early Anthropocene From Seoul, Korea”, pubblicato su Frontiers in Conservation Sciences  da un team internazionale di ricercatori conferma che nel XIX secolo i leopardi dell’’Amur (Panthera pardus orientalis) erano in  grado di coesistere con le persone all’interno delle mura della città di Seoul, l’attuale capitale della Corea del Sud.

Infatti, il nuovo studio fornisce le prove per dimostrare che questo grande felino, ora in grave pericolo di estinzione, è stato presente in ambienti urbani molto più a lungo – e in luoghi diversi – di quanto si pensasse in precedenza.  I ricercatori sottolineano che «Dai villaggi di montagna alle megalopoli, piccole popolazioni di leopardi sembrano in grado di persistere in territori dominati dall’uomo, purché non siano perseguitati e siano disponibili cibo e nascondigli diurni». I risultati dello studio, che si basano su resoconti storici, potrebbero aiutarci a imparare come proteggere i grandi carnivori minacciati e a conviverci meglio in futuro.

Esperti di Zoological Society of London (ZSL), University College London (UCL), Seoul National University, Tiger and Leopard Conservation Fund in Korea(KTLCF),  Landbúnaðarháskóla Íslands (LBHÍ), Norsk Institutt for Naturforskning (NINA) e Høgskolen i Innlandet (INN) hanno studiato i resoconti storici sui leopardi a Seoul nei resoconti dei primi viaggiatori occidentali e degli abitanti di Seoul dalla fine del XIX secolo e primi anni del XX secolo. Lo studio si basa su precedenti lavori di ricercatori sudcoreani che avevano documentato resoconti sporadici di grandi felini a Seoul in documenti coreani risalenti al XV secolo.

Il loro nuovo studio evidenzia che «Seoul potrebbe aver presentato una combinazione adeguata di potenziali fonti di prede in libertà, come cani randagi, la presenza di diversi palazzi temporaneamente abbandonati all’interno della storica città murata e molta copertura arborea alla periferia della città».

I leopardi dell’Amur sono sopravvissuti nelle remote aree montuose della Corea del Sud fino agli anni ’70, ma gli autori dello studio teorizzano che «Fattori sociali, economici e politici nella Corea del tardo XIX secolo, un periodo di sconvolgimenti senza precedenti, potrebbero aver accelerato la loro scomparsa nell’area di Seoul. La prova della loro persecuzione è esemplificata da molti dei primi visitatori occidentali del Paese assunti per dare la caccia e uccidere i grandi felini alla fine del XIX secolo».

Il principale autore dello studio, Joshua Powell (UCL, ZSL, Seoul National University e KTLCF) sottolinea che «L’ecologia storica è uno strumento prezioso per aiutare gli scienziati della conservazione a colmare le lacune nelle nostre conoscenze sulla ricchezza e la distribuzione storica delle specie minacciate. Questo è importante perché ci dà un’idea molto più chiara di ciò che abbiamo perso, piuttosto che guardare agli ultimi 10, 20 o addirittura 50 anni isolatamente. La presenza – e la successiva eradicazione – dei leopardi dell’Amur in Corea del Sud ne è un perfetto esempio».

Il leopardo ( Panthera pardus ) è uno dei più grandi carnivori ed è noto per essere in grado di adattarsi alla vita in ambienti urbani apparentemente ostili, con presenze contemporanee della specie note in metropoli come Mumbai (India), Nairobi (Kenya) e Johannesburg/eGoli  (Sudafrica). La loro storica presenza a Seoul, dove le temperature invernali possono scendere fino a -20° C in inverno e salire fino a 30° C in estate, dimostra quanto siano adattabili i leopardi.

Secondo Hang Lee del College of Veterinary Medicine della Seoul National University e fondatore del KTLCF, «Lo studio dimostra che è importante esaminare gli esempi di coesistenza tra umani e grandi felini in ambienti in zone urbanizzate, sia in un contesto spaziale che temporale. Oltre a questo studio, che si concentra sulla fine del XIX secolo, ci sono registrazioni di sporadiche di coesistenza per più di 500 anni a Seoul, dal XIV al XIX secolo e durante l’intera dinastia coreana Joseon, che dimostrano che, se vengono soddisfatte determinate condizioni, i grandi felini e i cittadini urbani possono vivere nelle immediate vicinanze».

In tutto il mondo, gli ambienti urbani si stanno espandendo e invadendo spazi e habitat selvaggi e si prevede che i tassi di espansione più elevati saranno in Asia e in Africa, dove si estende la stragrande maggioranza dell’areale rimanente del leopardo. I leopardi dell’Amur che un tempo vivevano a Seoul sono elencati come in pericolo critico di estinzione e ora vivono solo in una piccola area lungo il confine tra Russia e Cina.

Una delle autrici dello studio, Sarah Durant, la direttrice dell’ Institute of Zoology della ZSL, conclude: «Lo studio dimostra che le persone hanno una lunga storia di convivenza con i leopardi anche negli habitat più modificati. I leopardi sono una specie altamente adattabile che può sopravvivere nelle città, anche se in piccolo numero, dato un grado di tolleranza da parte delle persone con cui condividono il loro spazio. Ora, e in passato, i leopardi potrebbero essere in grado di sopravvivere nelle città a condizione che abbiano accesso a prede sufficienti e ad aree di fitta vegetazione dove possono nascondersi durante il giorno. Questo solleva interrogativi su ciò che costituisce un habitat per i grandi carnivori e identifica il potenziale per aumentare la connettività tra i territori modificati dall’uomo».