Oggi è la Giornata internazionale delle foreste 2014
Quando i soldi crescono sugli alberi: come le foreste possono sostenere la green economy
Trenta miliardi di dollari all’anno basterebbero per accrescere i loro vantaggi economici e sociali
[21 Marzo 2014]
Un investimento di soli 30 miliardi di dollari all’anno (meno del 7% dei 480 miliardi di incentivi pubblici che nel mondo vanno a finire ai combustibili fossili), diretto nell’iniziativa Reducing emissions from deforestation and forest degradation in developing countries (Redd) per la conservazione delle foreste, basterebbe ad accelerare la transizione dell’economia verso una crescita verde. E’ quanto emerge dal rapporto “Building Natural Capital: How REDD+ Can Support a Green Economy” dell’International resource panel (Irp) e dell’ UN REDD Programme, che descrive come l’integrazione del programma Redd+ in programmi per la green economy possano salvaguardare e accrescere i vantaggi economici e sociali delle foreste per le società umane.
Il rapporto Irp presenta alcune raccomandazioni per l’attuazione del nuovo approccio integrato Redd+ e Green Economy, in particolare per un migliore coordinamento, un maggiore impegno del settore private, una modifica del quadro degli incentive fiscali, una maggiore attenzione all’assistenza data ai policymaker, perché comprendano il ruolo svolto dalle foreste nel sostegno all’economia, ed una condivisione equa dei vantaggi dello sfruttamento e della conservazione delle foreste. Il rapporto sottolinea «La necessità di un approccio fondato sui diritti, al fine di controllare che i vantaggi vadano ai poveri delle zone rurali».
L’iniziativa Redd, che è contestata da diverse associazioni ambientaliste e da Ong dei Paesi in via di sviluppo, punta a diminuire la emissioni di gas serra causate dalla deforestazione e dal degrado delle foreste, stimate in più del 20% del totale attraverso il pagamento dei servizi ecosistemici. Redd+ amplia questo approccio alla conservazione ed alla gestione sostenibile delle foreste ed all’aumento dello stoccaggio naturale del carbonio.
L’United Nations environment programme (Unep) ricorda che «Le foreste contribuiscono ai mezzi di sussistenza di 1,6 miliardi di individui, il valore dei servizi ecosistemici delle foreste tropicali è stato stimato in 6.120 dollari per ettaro all’anno. Malgrado questi vantaggi economici, la perdita di superficie forestale ha raggiunto, in media, 13 milioni di ettari all’anno tra il 2000 ed il 2010, secondo la Fao. Questo fallimento dei mercati e delle politiche comprometterà lo sviluppo sostenibile, distruggendo il capitale naturale che sostiene molta dell’economia».
Secondo il rapporto è essenziale integrare il Redd+ nei processi di pianificazione: «Essendo la deforestazione ed il degrado delle foreste determinato dai modelli di consumo in praticamente tutti i settori dell’economia. Le innovazioni in materia di green economy risultanti dall’iniziativa Redd+ possono aumentare l’efficienza delle risorse in un gran numero di questi settori».
Fino ad oggi Redd+ ha finanziato progetti per 6,27 miliardi di dollari, ma perché sia davvero efficace sarebbero necessari 30 miliardi all’anno a partire dal 2020. Il rapporto Irp punta ad incoraggiare la concessione di questi finanziamenti dimostrando che «Gli approcci Redd+ possono sostenere lo sviluppo economico ed aumentare i rendimenti a lungo termine degli investimenti». Il documento mostra anche come le attività sostenute da Redd+ possono essere progettate in modo da aumentare i redditi attraverso una crescita del rendimento delle terre coltivate, la realizzazione di nuove industrie verdi, la promozione dell’ecoturismo nelle foreste ed un aumento della produzione di merci sostenibili per le quali c’è una crescita della domanda. «Per esempio – spiegano I ricercatori – un programma di incentivi in materia di gestione sostenibile delle foreste potrebbe creare fino a 1,6 milioni di posti di lavoro in più a livello mondiale. Parallelamente, il ripristino di solo il 15% delle foreste degradate potrebbe raddoppiare i redditi delle famiglie nelle zone rurali dei Paesi in via di sviluppo, come dimostra l’esempio riguardante la Repubblica unita della Tanzania».
La buona notizia è che un numero crescente di Paesi dispone di piani di crescita in favore della green economy che definiscono chiaramente le attività per proteggere le foreste ed altre forme di capitale naturale.