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Quanto è presente l'ambiente nell'agenda politica?

Recenti indagini confermano l’allarmante crescita delle preoccupazioni per la sicurezza del Paese. Ma anche quelle per la situazione ambientale sono in crescita, e non solo nel nostro Paese. Per l’ambiente però l’agenda politica anche in regioni come la Toscana – e ancor meno a Roma, Parlamento incluso – continua a registrare preoccupanti ritardi e risposte inadeguate, quando non del tutto sbagliate. Quanto scodellato con il Referendum a cominciare dalla abrogazione delle province ha inoltre intorbidato ulteriormente le acque e non certo concorso ad aiutare gestioni integrate – e non soltanto delle aree protette –, vedi parchi provinciali e Anpil in Toscana. L’area vasta sotto questo profilo resta un oggetto e soggetto misterioso.
La contraddizione sempre più sconcertante è che mentre si continuano a invocare nuove leggi quelle ottime varate anche molti anni fa – vedi la 394 del 1991, la 394 sui parchi – non si è saputo e voluto attuarle come si doveva, e ora da 5 anni si sta cercando pure di manometterle. Il tutto facendo orecchie da mercante alle crescenti proteste che ormai coinvolgono tante associazioni ambientaliste, culturali e scientifiche.
Eppure l’approssimarsi delle elezioni politiche e anche quelle comunali – visti i risultati di varie città, anche toscane – dovrebbero aiutarci a ricordare che piste aereoportuali, inceneritori, cave di marmo, inquinamento e pesca abusiva all’Arcipelago Toscano, rilancio delle doppiette presenteranno di nuovo il conto che come Pd abbiamo già pagato, e parecchio salato. Ecco perché sarà bene pensarci per tempo, che non è più molto. A Pisa è stata avviata un’iniziativa volta finalmente all’istituzione, dopo tantissimo tempo, di un gruppo di lavoro su questi problemi su cui bisogna fare il più presto possibile.
