Restyling della legge sui Parchi: positivo il commento di Coldiretti e Federparchi
«Bene la procedura d'urgenza in Senato per salvare il disegno di legge D'Alì». Ma 4 associazioni sono contrarie
[10 Settembre 2013]
Coldiretti e Federparchi commentano positivamente la scelta di accelerare l’iter della legge di riforma sulle aree naturali protette, recuperando il disegno di legge presentato nella passata legislatura dal senatore D’Alì e approvato all’unanimità dalla Commissione Ambiente del Senato: «Con il 10% dell’Italia che ricade in aree protette è urgente procedere alla riforma dei Parchi, coniugando le esigenze di tutela dell’ambiente con la possibilità di garantire un adeguato sviluppo economico, grazie alle 871 zone naturali oggi censite. Nel dicembre 2012, lo scioglimento anticipato delle camere aveva interrotto l’iter, che riprenderà l’11 settembre al senato, dove verrà votata la procedura d’urgenza per la riforma della legge 394/1991. Una scelta che non piace a diverse associazioni ambientaliste e del mondo dei parchi che avevano già contestato la proposta D’Ali».
Ma per Coldiretti e Federparchi «la modifica della Legge quadro sulle aree naturali protette, a vent’anni dalla sua approvazione è estremamente importante, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento del ruolo degli agricoltori nei consigli di amministrazione dei parchi, con l’agricoltura presidio territoriale ed elemento di valorizzazione della biodiversità. La decisione di accelerarne l’iter ha quindi solo connotati positivi. In questo periodo di enorme difficoltà per il Paese e per la politica si decide infatti di dare priorità a un passaggio legislativo che per i parchi è un autentico spartiacque. Ciò consentirà comunque un’ulteriore approfondita valutazione sull’attuale stesura sia alla Camera, sia in Senato (quando il disegno di legge vi tornerà), dando così la possibilità di portare ulteriori contributi al testo della legge».
Le due associazioni sottolineano che «i parchi e le aree protette rappresentano oggi una risorsa significativa per il Paese, a cominciare dalle opportunità che si offrono a livello turistico. Secondo un’analisi di Coldiretti su dati Ecotour, nel 2012 il turismo naturale in Italia ha fatto segnare un record di 101 milioni e 799 mila presenze in parchi e aree protette, un aumento del 2% rispetto all’anno precedente, con un fatturato complessivo vicino agli 11 miliardi di euro».
La scelta della procedura d’urgenza è stata fortemente contestata da 394 Associazione nazionale personale aree protette, Associazione italiana direttori e funzionari aree protette (Aidap), Associazione Italiana guardie dei parchi e delle aree protette (Aigap), Associazione italiana guide ambientali escursionistiche (Aigae), secondo le quali «si tratta di modifiche proposte e considerate nel complesso disomogenee e peggiorative di una, riconosciuta da tutti, buona Legge. Non consideriamo intoccabile la 394/91, ma il metodo seguito nella passata legislatura, ora seccamente riproposto, non fu preceduto da un’analisi ampia, coinvolgendo tutti gli attori dei parchi sugli effetti della Legge Quadro, delle parti non attuate, dei tanti “perché” alcuni dettami non hanno funzionato, di quali aspetti migliorare. Inoltre alcune novità vedono noi e molte altre Associazioni ambientaliste e culturali contrari, come le royalties a favore degli Enti gestori a compensazione di impianti impattanti nei parchi, per citarne una, o le preoccupanti modifiche alla gestione faunistica. D’altra parte, invece, non è stato risolto il nodo della classificazione dei parchi italiani, del loro status giuridico, dei ripetuti tagli lineari al personale, dell’assenza di una seria selezione della preparazione delle designazioni del presidente e dei consiglieri, dell’utopìa dell’autofinanziamento, ecc. Insomma, il discorso è articolato, e non può essere affrontato con modifiche non organiche alla 394, con procedura d’urgenza e rito abbreviato!»
Le associazioni ricordano che il 6 agosto è stato presentato dalla senatrice De Petris un altro disegno di legge di modifica della 394/91 e che risultano presentati altri disegni di legge alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. «Insomma, regna un intrecciarsi di proposte che dovrebbero indurre a una riflessione ampia, per evitare anche una certa confusione, tenuto conto che, intanto, con il DPR 73/2013, è stata modificata la composizione dei Consigli Direttivi dei Parchi nazionali (su cui non entriamo nel merito per brevità), prevista anche dai disegni di legge presentati, compreso il 119 oggetto di richiesta di urgenza e procedura abbreviata. Tutto ciò dovrebbe indurre a una riflessione generale, il cui avvio dovrebbe finalmente concretizzarsi con l’annunciata conferenza, da parte del ministro dell’Ambiente Orlando, prevista entro fine anno, su aree protette, biodiversità e green economy (che ci auguriamo sia propedeutica alla agognata terza conferenza nazionale sulle aree protette)».
Per le 4 associazioni «è più che evidente che non sussiste l’urgenza e che tale richiesta pare infondata e volta a evitare una serena partecipazione. Quella partecipazione attiva, che a tutti i livelli viene considerata come imprescindibile metodologia di lavoro pubblico, viene in questo caso tradita. Auspichiamo quindi che venga aperto un confronto con gli operatori del settore dei parchi. Perciò ci opponiamo con convinzione all’attivazione della procedura d’urgenza, proprio adesso che il Ministro dimostra la sensibilità e la volontà di affrontare il tema delle aree protette. Chiediamo allo stesso Ministro, al presidente del Senato e alla Commissione Ambiente, di non intraprendere questo percorso di modifica alla Legge Quadro di cui a nostro avviso non ricorrono né l’urgenza, né la necessità di procedura abbreviata, con il rischio di minare quanto di buono hanno fatto, e possono fare per la Nazione le aree protette italiane».