Ricercatori e cittadini alleati nella difesa delle farfalle
Grazie alla citizen science, uno studio coordinato dall’università di Firenze ha confermato la presenza degli insetti impollinatori di cui da decenni si erano perse le tracce
[3 Novembre 2023]
Lo studio “Unstructured citizen science reduces the perception of butterfly local extinctions: the interplay between species traits and user effort”, pubblicato su Biodiversity and Conservation da un team di ricercatori italiani coordinato dal Dipartimento di biologia dell’università di Firenze, conferma che «Coinvolgere i cittadini nella difesa della biodiversità può dare risultati inaspettati, come la riscoperta di specie che credevamo scomparse dai nostri ecosistemi».
Lo studio riporta i risultati della partecipazione degli appassionati di farfalle nel monitoraggio delle specie presenti nei parchi nazionali italiani ed evidenzia che questa ricerca «Rappresenta un caso virtuoso di citizen science e ha permesso di aggiornare gli indici di rischio di estinzione delle circa 250 specie presenti nei parchi nazionali italiani».
Leonardo Dapporto, ricercatore di zoologia all’università di Firenze che, assieme a Elia van Tongeren e Ginevra Sistri, del National Biodiversity Future Center (NBFC) e dottorandi di ricerca Unifi, ha guidato il team composto anche dai ricercatori delle università di Pisa e di Torino e dell’Institut de Biologia Evolutiva di Barcellona, spiega che «Per la comunità degli studiosi può essere difficile raccogliere i dati necessari per registrare l’andamento della presenza degli insetti, tanto che per alcune specie paventavamo l’estinzione da alcuni Parchi nazionali in quanto mancavano conferme da decenni. A scongiurare un possibile armageddon sono stati proprio i cittadini: con le foto e le informazioni su data e luogo degli scatti, postati sul sito di citizen science iNaturalist, abbiamo raccolto oltre 50.000 testimonianze per l’Italia, molto superiori alle osservazioni che avremmo potuto registrare durante le attività di ricerca sul campo».
Grazie alla documentazione caricata negli ultimi quattro anni dagli appassionati, infatti, il team di ricercatori – che ha sviluppato la ricerca nell’ambito dei finanziamenti PNRR all’NBFC di cui l’Ateneo fiorentino è partner – ha potuto confermare la presenza di farfalle di cui non si avevano avvistamenti da alcuni decenni.
Dapporto ricorda che «Quando di un insetto non si hanno segnalazioni recenti, alla sua specie viene attribuito un indice di rischio di estinzione, che è il risultato del rapporto tra gli anni in cui le osservazioni sono assenti e quelli da cui si registra la prima presenza. La misura si applica a tutte le specie di un Parco per ottenere una percentuale generale di rischio. Per svariati ambienti e popolazioni di farfalle, questo indice si attestava su valori al di sopra del 50%, molto lontani quindi dal rischio zero. Per esempio, nello studio, abbiamo preso in esame specie delle quali non si avevano più avvistamenti dagli anni ’60, dunque con un rischio di estinzione estremamente elevato nei nostri Parchi».
Valutando i dati della comunità virtuale dei naturalisti, spesso neppure consapevoli di aver ‘preso nella rete’ un esemplare rarissimo, i ricercatori hanno riconosciuto molte farfalle date per scomparse. È il caso di Hipparchia neomiris , specie endemica di poche isole e “sparita” dagli anni ’80 a Capraia, finché due cittadini scienziati l’hanno registrata nel 2019 e nel 2020.
E proprio dall’Arcipelago Toscano, all’Isola d’Elba, viene quella che è la maggiore esperienza di citizen science legata alle Faefalle. Grazie al Santuario delle farfalle “Ornella Casnati”, Legambiente, UniFi, Parco Nazionale arcipelago Toscano e WBA organizzano a giugno la partecipatissima Festa delle farfalle e degli impollinatori e passeggiate alla scoperta dei lepidotteri. Grazie a queste iniziative non solo all’Elba è stata scoperta una sottospecie endemica di Zerynthia cassandra che è stata chiamata Farfalla di San Piero, ma sono state “riscoperte” Hipparchia neomiris e altre specie che si credevano estinte sull’Isola. UN esempio di citizen science al lavoro che produce sia studi pubblicati da prestigiose riviste scientifiche che un’opera continua di educazione ambientale.
Dapporto commenta: «Le osservazioni dei cittadini scienziati ci fanno capire che la situazione è più rosea di quella descritta dalla letteratura scientifica. Complessivamente, infatti, abbiamo abbassato di circa 11% l’alert relativo alle farfalle presenti nei Parchi naturalistici, che potrebbero contribuire a sviluppare le competenze degli appassionati e beneficiare così del loro straordinario contributo alla difesa della biodiversità degli insetti impollinatori».