
San Rossore oasi di biodiversità, ecco cosa c'è nella riserva integrale vietata ai visitatori

La riserva integrale del Palazzetto a San Rossore è un’area unica in Italia, 140 ettari situati tra Sterpaia e Madonna dell'Acqua accessibili per la ricerca scientifica e per la gestione ambientale.
Qui sono presenti specie rare, lame, piante maestose, paleo-dune alte 20 metri e ricoperte di vegetazione che raccontano l'evoluzione del territorio e della costa, tra cui spiccano due specie rarissime, definite relitti geografici: la felce florida (Osmunda regalis) e l’iperico delle torbiere (Hipericum elodes).
«Nell'ultimo periodo abbiamo investito per la conservazione di questa riserva situata nell'area a nord est della Tenuta di San Rossore», spiega il presidente del Parco, Lorenzo Bani.
Con un investimento di circa 50mila euro, tutta la recinzione intorno al Palazzetto è stata sia restaurata nei tratti meno compromessi sia, dove era necessario, completamente sostituita con nuovi steccati in pali di castagno e rete metallica. Alta 2 metri, la recinzione consente il movimento della microfauna ma non permette agli ungulati, le cui attività sono dannose per le delicate specie presenti, di entrare nella riserva. Con un doppio effetto positivo: la protezione ambientale di questi luoghi e anche delle zone agricole di Albavola e Campaldo che si trovano al di là della riserva.
Inoltre, grazie alla collaborazione con il consorzio di bonifica 4 basso Valdarno, è stata ripristinata la pre-esistente area umida di 25 ettari situata a fianco dei canali della riserva, anticamente chiamata Gazzaia.
Dopo questo intervento l'airone cenerino è tornato a nidificare: solo quest'anno sono stati censiti 80 nidi con un totale di 200 pulli (così sono chiamati i pulcini di questo uccello).
«Continueremo ad occuparci di quest'area che va gestita con particolare attenzione per la sua delicatezza e la sua importanza ambientale», conclude Bani.
