Si è evoluta così la comunicazione verbale umana?
Le scimmie uistiti meglio dei uomini: rispettano il turno nella “conversazione”
Un esempio da seguire per il talk show in Tv: le regole non scritte del galateo colloquiale delle scimmie
[18 Ottobre 2013]
Forse i politici italiani che si scannano, si sovrappongono e si urlano addosso nei talkshow farebbero bene ad andare a lezione di bon ton dalle scimmie uistitì amazzoniche, almeno a leggere lo studio “Coupled Oscillator Dynamics of Vocal Turn-Taking in Monkeys” pubblicato su Current Biology da un team della Princeton University
I ricercatori statunitensi ricordano che «La cooperazione è centrale per la comunicazione umana. Il fondamento della comunicazione cooperativa verbale è nel parlare a turno. Data l’universalità del “turn-taking”, è naturale chiedersi come si sia evoluto», evidentemente non nella televisione italiana o nelle assemblee di condominio umane.
I ricercatori hanno utilizzato gli uistiti per vedere se un’altra specie di primati presentasse la turnazione nella comunicazione vocale cooperativa, perché queste scimmie condividono con gli esseri umani la strategia cooperativa di allevamento e la volubilità. «Si pensa che i comportamenti di cura cooperativi siano l’impalcatura dei processi cognitivi pro-sociali – si legge su Current Biology – Inoltre, le vocalizzazioni gli uistitì ed altri primati callitrichidi sono molto vocali e hanno uno scambio molto pronto con i conspecifici». Analizzando gli scambi vocali tra queste piccole scimmie sudamericane gli scienziati hanno osservato una dinamica “oscillatoria” simile alla conversazione umana ed evidenziano che «Dato che gli uistiti sono su un diverso ramo dell’albero evolutivo che ha portato agli esseri umani i nostri dati dimostrano un’evoluzione convergente della collaborazione vocale. Forse ancora più importante, i nostri dati offrono uno scenario alternativo plausibile delle “origini gestuali” ed ipotesi di come potrebbe essersi evoluta la comunicazione vocale cooperativa umana».
La cosa appare “strana” se guardiamo ai nostri cugini più prossimi, gli scimpanzé e i bonobo, non sono molto vocali e per comunicare tendono ad usare un repertorio gestuale che probabilmente è all’origine di un altro elemento della cooperazione comunicativa umana.
Il capo del team dei ricercatori della Princeton University, Daniel Takahashi ha registrato gli uistitì che si chiamavano tra loro dagli angoli opposti di una stanza, separati da una tenda, in modo che potevano sentirsi, ma non vedersi. Le registrazioni hanno rivelato che per rispondere gli uistitì aspettano per circa cinque secondi dopo che l’altro ha finito di “parlare” apparentemente secondo «Regole non scritte del galateo colloquiale».
Un altro ricercatore della Princeton, Asif Ghazanfar, ha spiegato a Bbc News Science & Environment che ci sono due idee sul perché questi piccoli primati seguono queste regole ignote ai nostri politici che popolano l’ambiente artificiale televisivo: «Una è che se siete fuori dalla vista dei vostri membri del gruppo e desiderate stabilire un contatto con un altro, si capisce solo se avete stabilito il contatto se la loro risposta riguarda voi soli. L’altra ipotesi è che questi scambi di richiami potrebbero contenere informazioni che hanno bisogno di essere assimilate. La nostra conversazione a turno potrebbe essersi evoluta attraverso un percorso simile, anche se in un ramo parallelo dell’albero evolutivo».
Questo fornisce una spiegazione alternativa a questo passaggio molto misterioso che ci ha permesso di passare dalla gestualità degli scimpanzé allo scambio di informazioni vocali. Il team spera che lo studio continuo degli uistitì aiuterà a capire di più sul perché la nostra conversazione a volte può fare “break down”. «Attualmente stiamo esplorando come molto delle prime esperienze di vita egli uistitì, comprese quelle nel grembo materno e attraverso di interazioni vocali genitore-cucciolo, sia in grado di far luce su quel che va storto nei disturbi della comunicazione umana». Speriamo che i risultai di questi studi vengano subito inviati ai conduttori dei talk show italiani.