Scoperte 5 nuove specie di ricci dal pelo morbido del sud-est asiatico
Come l'analisi del DNA di esemplari museali ha portato alla luce nuove specie di gimnuri
[22 Dicembre 2023]
Il nuovo studio “An integrative taxonomic revision of lesser gymnures (Eulipotyphla: Hylomys) reveals five new species and emerging patterns of local endemism in Tropical East Asia”, pubblicato sullo Zoological Journal of the Linnean Society da un team internazionale di scienziati guidati da Arlo Hinckley
del National Museum of Natural History della Smithsonian Institution, dell’Universidad de Sevilla e dell’ Estación Biológica de Doñana (EBD-CSIC) e da Melissa Hawkins del Museum of Natural History della Smithsonian Institution. ha identificato 5 nuove specie di ricci dal pelo morbido provenienti. o gimmuri. dal sud-est asiatico.
Allo Smithsonian spiegano che «Lo studio, ha utilizzato l’analisi del DNA e le caratteristiche fisiche per descrivere due specie completamente nuove di ricci dal pelo morbido ed elevare tre sottospecie al livello di specie. Le due nuove specie, denominate Hylomys vorax e H. macarong, sono endemiche dell’ecosistema in pericolo di Leuser, una foresta pluviale tropicale, rispettivamente nel Nord Sumatra e nel Vietnam meridionale. Gli esemplari museali fondamentali per descrivere queste due nuove specie provenivano dalle collezioni di storia naturale dello Smithsonian e dell’Academy of Natural Sciences della Drexel University di Filadelfia, dove erano rimasti nei cassetti rispettivamente per 84 e 62 anni prima dell’identificazione».
Lo studio – che ha visto anche la partecipazioni e di altri ricercatori dell’Universidad de Sevilla e dell’Estación Biológica de Doñana, della George Mason University, dello Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology, del Lee Kong Chian Natural History Museum di Singapore, del Muséum d’histoire naturelle de Genève e dell’ University of Malaya in Malaysia— evidenzia che «Anche in gruppi animali ben studiati come i mammiferi ci sono ancora scoperte in attesa di essere fatte, mostrando cosa è possibile quando tecniche moderne come l’analisi del DNA vengono applicate alle collezioni museali».
I ricci o gimnuri dal pelo morbido sono piccoli mammiferi membri della famiglia dei ricci, ma come suggerisce il loro nome comune sono pelosi piuttosto che spinosi. Hinckley spiega che «Come i ricci spinosi, non sono roditori ma insettivori e hanno il muso appuntito. Senza le spine dei loro cugini più noti, i ricci dal pelo morbido somigliano un po’ a un misto tra un topo e un toporagno con una coda corta. Le cinque nuove specie appartengono a un gruppo di ricci dal pelo morbido chiamati gimnuri minori (Hylomys) che vivono nel sud-est asiatico e in precedenza si riconosceva che fossero rappresentati solo da due specie conosciute. Siamo stati in grado di identificare questi nuovi ricci solo grazie allo staff del museo che ha curato questi esemplari per innumerevoli decenni e ai loro collezionisti sul campo originari. Applicando le moderne tecniche genomiche come abbiamo fatto molti anni dopo la prima raccolta di questi ricci, la prossima generazione sarà in grado di identificare ancora più nuove specie. Questi piccoli mammiferi sono attivi durante il giorno e la notte e sono onnivori, probabilmente mangiando una varietà di insetti e altri invertebrati, nonché alcuni frutti quando si presentano le opportunità. Sulla base dello stile di vita dei loro parenti stretti e delle osservazioni sul campo, questi ricci probabilmente nidificano nelle cavità e si riparano mentre cercano cibo tra le radici degli alberi, i tronchi caduti, le rocce, le aree erbose, il sottobosco e le lettiere di foglie. Ma, poiché sono così poco studiati, siamo limitati a speculare sui dettagli della loro storia naturale».
H. macarong, che ha la pelliccia marrone scuro e misura circa 14 centimetri di lunghezza, prende il nome da una parola vietnamita che sta per vampiro (Ma cà rồng) perché i maschi della specie possiedono lunghi incisivi simili a zanne. Hinckley dice che «Sarebbero necessari ulteriori studi sul campo per capire a quale scopo potrebbero servire le zanne, ma le loro dimensioni maggiori nei maschi suggeriscono che potrebbero avere un ruolo nella selezione sessuale. I maschi hanno anche segni sul petto color ruggine che potrebbero essere stati macchiati dalle ghiandole odorifere».
Anche H. vorax ha una pelliccia marrone scuro ma è leggermente più piccolo di H. macarong con una lunghezza di 12 centimetri, ha la coda completamente nera, il muso molto stretto e si trova solo sulle pendici del monte Leuser nel nord di Sumatra. Hinckley e la Hawkins hanno dato alla specie il nome latino H. vorax dopo una sorprendente descrizione del suo comportamento da parte del mammologo Frederick Ulmer, che raccolse gli esemplari che portarono alla descrizione della specie durante una spedizione a Sumatra nel 1939. Ulmer descrisse la creatura nei suoi appunti sul campo. identificandola erroneamente come una specie di toporagno: «Erano bestie voraci che spesso divoravano tutta l’esca prima di far scattare la trappola. Si mangiavano cotenna di prosciutto, cocco, carne e noci. Un toporagno ha parzialmente divorato l’esca con la testa di pollo di una trappola d’acciaio prima di rimanere intrappolato in una vicina trappola Schuyler dotata di cotenna di prosciutto».
Le altre tre nuove specie erano state tutte precedentemente considerate sottospecie di Hylomys suillus, ma tutte mostravano una divergenza genetica e fisica sufficiente per meritare l’aggiornamento a specie a pieno titolo. Si chiamano H. dorsalis, H. maxi e H. peguensis.
H. dorsalis proviene dalle montagne del Borneo settentrionale e presenta una vistosa striscia scura che inizia sopra la testa e taglia in due la schiena prima di svanire intorno alla metà del corpo. Ha all’incirca le stesse dimensioni di H. macarong.
Con i suoi 14 centimetri, H. maxi è una delle delle nuove specie di ricci dal pelo morbido più grandi. Vive nelle regioni montuose della penisola malese e a Sumatra.
H. peguensis è più piccolo, misura 13 centimetri e vive in numerosi paesi del sud-est asiatico continentale, in particolare Thailandia, Laos e Myanmar. Hawkins evidenzia che «La sua pelliccia è leggermente più giallastra rispetto a quella delle altre nuove specie».
Hinckley si è interessato per la prima volta al gruppo dei gimnuri Hylomys nel 2016 durante i suoi studi di dottorato, soprattutto dopo averli raccolti nel Borneo con un altro autore del nuovo studio, Miguel Camacho Sánchez dell’Estación Biológica de Doñana. I dati genetici preliminari e studi su diverse popolazioni conosciute di Hylomys nel sud-est asiatico hanno convinto i due scienziati che avrebbero potuto esserci più specie nel gruppo di quelle riconosciute. Questo ha spinto Hinckley a setacciare le collezioni di storia naturale alla ricerca di esemplari assegnati al gruppo, molti dei quali erano solo pelli e teschi conservati.
Quando ha iniziato la sua ricerca allo Smithsonian nel 2022, Hinckley ha esaminato le collezioni del National Museum of Natural History per colmare le lacune geografiche negli esemplari che aveva già studiato con l’aiuto della Hawkins, la curatrice dei mammiferi del museo . Alla fine, Hinckley, la Hawkins e i loro collaboratori hanno assemblato per l’analisi genetica 232 campioni fisici e 85 campioni di tessuto di tutto il gruppo Hylomys provenienti da da una combinazione di raccolte sul campo di Hinckley e Hawkins e cda esemplari museali moderni e storici provenienti he da di 14 collezioni di storia naturale in Asia, Europa e Stati Uniti
Quindi, gli autori dello studio hanno iniziato il lungo processo di analisi genetica sugli 85 campioni di tessuto nell’antico laboratorio del DNA dell’Estación Biológica de Doñana e nei Laboratories of Analytical Biology del museo della Smithsonian. Il team di ricercatori ha anche effettuato rigorose osservazioni fisiche sui 232 esemplari e raccolto misurazioni per esaminare le differenze nelle dimensioni e nella forma di teschi, denti e pelliccia, arrivandio alla conclusione che «I risultati genetici hanno identificato 7 distinti lignaggi genetici in Hylomys, suggerendo che il numero di specie riconosciute nel gruppo stava per aumentare di 5». Il che è stato successivamente confermato dalle osservazioni fisiche degli esemplari effettuate dal team.
La Hawkins sottolinea che «Per la gente Potrebbe essere sorprendente sapere che ci sono ancora mammiferi da scoprire là fuori. Ma c’è molto che non sappiamo, soprattutto sugli animali notturni più piccoli che possono essere difficili da distinguere l’uno dall’altro.
La descrizione di nuove specie amplia la comprensione scientifica del mondo naturale da parte dell’umanità e può essere uno strumento per promuovere la conservazione in habitat minacciati come l’ecosistema Leuser nel nord di Sumatra.
Hinckley conclude: «Questo tipo di studio può aiutare i governi e le organizzazioni a fare scelte difficili su dove dare priorità ai finanziamenti per la conservazione per massimizzare la biodiversità».