Scoperti pesci che si fanno crescere occhi finti (e riducono quelli veri) per sfuggire ai predatori
[20 Agosto 2013]
Ci sono dei piccoli pesci che fanno crescere un grande “occhio” sulle loro pinne posteriori per distrarre i predatori e aumentare notevolmente le loro possibilità di sopravvivenza: lo ha scoperto un team di ricercatori australiani dell’Arc Centre of Excellence for Coral Reef Studies, and School of Marine and Tropical Biology (CoEcrs) della James Cook University ed un loro collaga canadese del Department of Biology dell’università del Saskatchewan.
Lo studio Predator-induced changes in the growth of eyes and false eyespots, pubblicato su Scientific Reports di Nature Climate Change, evidenzia che «Il mondo animale è pieno di colori brillanti e di modelli sorprendenti che servono a nascondere gli individui o di attirare l’attenzione degli altri. I falsi occhi sono molto diffusi in una varietà di taxa animali e sono tra i segnali più evidenti della natura. Comprendere il significato adattativo degli ocelli ha sempre affascinato gli ecologisti evolutivi». Il team australiano-canadese fa un passo avanti in questa ricerca e dimostra per la prima volta che la dimensione degli “eyespots” è variabile ed aumenta quando le prede sono esposte alle minacce dei predatori: «Associata alla crescita degli ocelli vi è una corrispondente riduzione della crescita di occhi nelle giovani Ambon damselfish, Pomacentrus amboinensis (damigella due occhi, ndr). Questi cambiamenti morfologici tengono probabilmente gli attacchi attacchi diretti lontano dalla zona della testa», ma c’è una cosa molto più sorprendente: «L’esposizione ai predatori ha anche indotto cambiamenti nel comportamento e nella morfologia delle prede. Tali modifiche potrebbero impedire o scoraggiare gli attacchi ed aumentare il “burst speed”, aiutandole nella fuga».
Tra le modifiche morfologiche di questi sorprendenti pesciolini che fanno crescere l’ocello-occhio vicino alla loro coda c’è in parallelo la diminuzione della dimensione dei loro occhi veri in presenza di predatori. «Il risultato è un pesce che sembra che stia andando nella direzione opposta: potenzialmente confonde i pesci predatori che hanno intenzione di divorarlo», spiega Oona Lönnstedt del CoEcrs.
Per decenni gli scienziati hanno discusso se i falsi ocelli, o segni circolari scuri sulle zone meno vulnerabili dei corpi degli animali preda svolgessero un ruolo importante nella protezione dai predatori o fossero semplicemente un fortuito incidente evolutivo, gli scienziati australiani e canadesi hanno trovato la prima prova evidente che i pesci possono modificare le dimensioni sia del “falso occhio” che di quelli veri, massimizzando così le loro possibilità di sopravvivenza.
«E’ una straordinaria astuta impresa per un piccolo pesce – dice la Lönnstedt – I pesci donzella giovani sono di colore giallo giallo pallido ed hanno la marcatura di questo distintivo “occhio” nero circolare verso la coda, che si affievolisce man mano che maturano. Abbiamo pensato che deve servisse ad uno scopo importante quando sono giovani. Abbiamo scoperto che quando i giovani pesci damigella sono stati collocati in una vasca appositamente costruita dove potevano vedere e sentire l’odore dei pesci predatori senza essere attaccati, hanno cominciato automaticamente a far crescere una macchia oculare più grande, e il loro veri occhi sono diventati relativamente più piccoli, rispetto a donzelle esposte soltanto ai pesci erbivori, o a quelle isolati. Crediamo che questo sia il primo studio che documenti i cambiamenti indotti dai predatori nella dimensione degli occhi e degli e eyespot negli animali preda».
Quando i ricercatori hanno studiato quel che accade in natura su una barriera corallina dove ci sono moltissimi predatori, hanno scoperto che il novellame della damigella due occhi con gli ocelli caudali più grandi aveva un tasso d sopravvivenza 5 volte più alto dei pesci con i falsi occhi normali.
«Questa è la prova più evidente del lavoro fatto dagli eyespots: dare ai giovani pesci un enorme aumento della probabilità di non essere mangiati – dicono i ricercatori – Pensiamo che gli ocelli non solo portino il predatore ad attaccare la parte sbagliata del pesce, permettendogli di fuggire accelerando nella direzione opposta, ma anche ridurre il rischio di lesioni mortali alla testa».
Il team ha anche osservato che quando si trovano nelle vicinanze di un predatore le giovani donzelle due occhi adottano anche altri comportamenti e strategie per proteggersi, tra cui la riduzione dei livelli di attività, rifugiandosi più spesso, e lo sviluppo di una forma del corpo meno facile da ingoiare per un predatore.
La Lönnstedt conclude «Tutto sta a dimostrare che anche un giovanissimo, piccolo pesce lungo pochi millimetri ha evoluto una serie di strategie abbastanza intelligenti per la sopravvivenza, che possono essere attuate quando lo richiede una situazione minacciosa».