Scoperto un hotspot di balene e delfini nell’Oceano Indiano

Il banco di Saya de Malha deve essere tutelato come Important Marine Mammal Area o Area marina protetta

[25 Agosto 2023]

Lo studio “Cetaceans of the Saya de Malha bank region, Indian Ocean: A candidate Important Marine Mammal Area”, pubblicato su Regional Studies in Marine Science da un team internazionale di ricercatori guidato da Thomas Webber dell’università di Exeter e dei Greenpeace Research Laboratories ha esaminato le acque che circondano Saya de Malha, un vasto banco sommerso a centinaia di chilometri al largo della costa dell’Africa orientale.

Prima a Saya de Malha non erano mai stati osservati delfini e balene e delfini, ma il team di ricercatori del Regno Unito, Seychelles, Mauritius, Réunion e Finlandia ci ha trovato 12 specie di cetacei, tra le quali orche e capodogli, stenelle, stenelle striate e tursiopi.

Lo studio si è basato su rilievi visivi e acustici su un’area di 7.700 km utilizzando la nave di Greenpeace MY Arctic Sunrise , coinvolta in un progetto più ampio per documentare la vita marina nella regione durante il 2021.

L’analisi dei richiami dei capodogli nel nuovo studio ha mostrato una “corrispondenza” con una popolazione di capodogli ben studiata al largo delle coste di Mauritius, «Suggerendo una possibile connettività. il che significa che i cetacei potrebbero spostarsi tra queste due aree. Saranno necessarie ulteriori ricerche per confermarlo».

Per questo i ricercatori suggeriscono che «L’area del banco di Saya de Malha dovrebbe essere designata come Important Marine Mammal Area  (IMMA) o Area marina protetta (AMP)».

L’autrice senior dello studio, Kirsten Thompson,  dell’università di Exeter e dei Greenpeace Research Laboratories, ha evidenziato che «Saya de Malha è un’area unica che comprende praterie sottomarine e barriere coralline e i bordi ripidi del banco sembrano essere molto importanti per i cetacei. La nostra indagine suggerisce che Saya de Malha ospita una vasta gamma di specie di cetacei e che le acque relativamente basse e le correnti tropicali ne fanno un hotspot per la biodiversità, ma la sua geografia significa anche che qui è stato fatto poco lavoro scientifico, poiché le navi tendono ad evitarlo».”

Gli IMMA sono normalmente designati in regioni dove sono state realizzate ricerche approfondite, ma la Thompson fa notare che «Gli scienziati “semplicemente non hanno i dati su molti luoghi lontani dalla costa, tra i quali  Saya de Malha».

A giugno, le Nazioni Unite hanno adottato un trattato che punta a garantire la conservazione e l’uso sostenibile dell’alto mare, oltre le acque nazionali e i ricercatori sperano che venga utilizzato per proteggere Saya de Malha.

Chris Thorne, della campagna Protect the Oceans di Greenpeace, conclude: «Le minacce che affliggono gli oceani del nostro mondo stanno diventando ogni giorno più grandi e più urgenti. Proteggendo habitat fragili e importanti come Saya de Malha – rendendoli interdetti alle industrie distruttive – possiamo iniziare a cambiare la situazione. Il Trattato sull’Oceano dell’Onu ci fornisce uno strumento per proteggere l’alto mare. Dovrebbe essere ratificato con urgenza e poi utilizzato per proteggere aree ecologicamente vitali come Saya de Malha.