Siccità e incendi in Piemonte, Legambiente: sospendere la caccia
Appello ad Ambiti Territoriali di Caccia e Comuni: troppi animali in sofferenza
[26 Ottobre 2017]
In Piemonte continuano a imperversare gli incendi boschivi come non accadeva da oltre 10 anni: le fiamme hanno interessato una settantina di Comuni e percorso oltre 1.600 ettari, spingendo la Regione Piemonte a chiedere al Governo la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta fa notare che tutto questo avviene in «Un contesto sicuramente aggravato dal fatto che si è appena chiusa la seconda estate più calda degli ultimi 60 anni, con un’anomalia termica positiva di 2.5° C e un deficit pluviometrico del 20%>.
Secondo Fabio Dovana, presidente del Cigno Verde piemontese e valdostano, «E’ giusto che il Governo riconosca rapidamente l’eccezionalità e la gravità della situazione assicurando l’attivazione degli strumenti del Fondo di solidarietà nazionale. L’estrema siccità di questo periodo, aggravata dagli incendi, ci preoccupa sotto tanti punti di vista: naturalistico, di incolumità della popolazione, per le ricadute sull’inquinamento atmosferico e per le ricadute negative sull’economia piemontese. Nella nostra regione stanno andando in fumo aree di grandissimo pregio fondamentali anche per la sopravvivenza della fauna selvatica. In questo contesto è importante che i comitati di gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia accolgano tempestivamente l’invito dell’assessore regionale Ferrero a far richiesta di sospensione dell’attività venatoria per tutelare territorio, cittadini e fauna delle aree interessate dagli incendi. Ricordiamo che resta comunque la possibilità in capo ai Sindaci di adottare ordinanze urgenti in tal senso, come già fatto ad esempio dal Comune di Cumiana».
Legambiente ricorda che «l’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato», e Dovana conclude: sotolineando «l’importanza di sospendere la caccia sul territorio regionale e al tempo stesso l’esigenza di attivare un’azione forte e capillare di contrasto al bracconaggio».