Siti di importanza comunitaria, la Grecia rischia una condanna Ue

[19 Febbraio 2016]

La Grecia rischia di essere condannata dalla Corte di giustizia europea per avere permesso nel sito di interesse comunitario (Sic) «dune di Kyparissia» una serie di attività che incidono negativamente sia sulla riproduzione delle tartarughe, sia sull’ecotipo dunale protetto. Perché è venuta meno agli obblighi imposti dalla direttiva Habitat. E’ questa l’opinione dell’avvocato generale Ue Juliane Kokott il quale condivide – in parte – la critica apportata dalla Commissione alla Grecia.

Le spiagge lungo il golfo di Kyparissia, sulla costa occidentale del Peloponneso, sono divenute negli ultimi anni la più importante area di nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta all’interno dell’Unione, con un numero di nidi in continuo aumento. Di questi risultati si deve ringraziare la Grecia e le organizzazioni non governative (Ong) che da oltre vent’anni si dedicano alla protezione delle tartarughe.

Nonostante il quadro complessivo positivo, la Commissione, ma anche il Comitato permanente istituito con la Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa richiedono l’adozione di ulteriori misure di tutela. La critica della Commissione riguarda, da un lato, i concreti regimi di protezione imposti e, dall’altro, le necessarie misure di tutela effettive. Posto che le spiagge interessate sono, al contempo, parte di una zona di conservazione in base alla direttiva habitat, la Commissione ritiene che siano violate anche le disposizioni in materia di protezione dei siti e ciò sia rispetto a determinati piani e programmi, sia rispetto al divieto generale di degrado.

La Grecia ha, infatti consentito l’utilizzo di alcune strade e sentieri, l’esercizio di determinate tipologie di impiego a fini turistici delle spiagge (esempio campeggi, bar-ristoranti ecc…), la pesca e la costruzione di case. Non ha quindi adottato le opportune misure per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate.

E’ la direttiva Habitat che prevede l’individuazione di zone di conservazione, i cosiddetti Sic, finalizzate a garantire la protezione di determinati tipi di habitat (elencati nell’allegato I della direttiva) e di alcune specie animali e vegetali (allegato II). L’allegato I indica, in particolare, diversi ecotipi dunali, mentre nell’allegato II è menzionata la tartaruga marina Caretta caretta. Quest’ultima è classificata addirittura come prioritaria e, pertanto, come particolarmente meritevole di tutela.

Nel 2006, su proposta della Grecia, la Commissione ha inserito il sito «dune di Kyparissia» nell’elenco dei Sic. Per cui a partire da tale data il sito è sottoposto alle disposizioni comunitarie. Dunque qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, forma oggetto di una opportuna valutazione dell’incidenza che ha sul sito. Alla luce delle conclusioni della valutazione le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell’opinione pubblica.

Può avvenire però, che nonostante le conclusioni negative della valutazione dell’incidenza sul sito e in mancanza di soluzioni alternative, un piano o progetto debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica. In questo caso lo Stato membro deve adottare ogni misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata.

Del resto lo scopo della direttiva è quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche nel territorio degli Stati membri. A tale scopo stabilisce una serie di misure per assicurarne il mantenimento o il ripristino e istituisce una rete ecologica europea composta di zone protette, denominata Natura 2000.