Come sopravvivono le larve di Krill durante l’inverno antartico?
Uno studio internazionale svela un mistero sul crostaceo alla base della catena alimentare antartica
[21 Novembre 2017]
Lo studio “The winter pack-ice zone provides a sheltered but food-poor habitat for larval Antarctic krill” pubblicato su Nature Ecology & Evolution da un team internazionale di ricercatori guidato da Bettina Meyer, del dipartimento bioscienze dell’Alfred-Wegener-Institut – Helmholtz-Zentrum für Polar- und Meeresforschung fa òluce su un mistero finora irrisolto: dive finiscono durante l’inverno australe le larve di Krill, i crostacei alla base della catenena alimentare antartica? Gli scienziati di British Antarctic Survey (Bas) che hanno partecipato allo studio spiegano che «Le larve di krill antartico – piccoli crostacei simili ai gamberetti – usano il ghiaccio marino per assicurare il successo del loro sviluppo e sopravvivere durante l’inverno in Antartide».
Lo studio è il risultato di una ricerca svolta nel 2013 tra i ghiacci marini del Mare di Weddell, realizzata a bordo del rompighiaccio da ricerca tedesca RV Polarstern durante il buio inverno antartico, che ha fornito osservazioni dirette delle larve di krill antartico sotto il ghiaccio marino. Rov subacquei del team di ricerca hanno realizzato video sotto il ghiaccio marino e raccolto anche larve per esaminarle nei laboratori a bordo della nave. Una ricerca che si è svolta nell’ambito di un progetto multidisciplinare guidato dalla Germania che ha riunito scienziati e tecnici provenienti da 8 Paesi per saperne di più sul ghiaccio marino e sulle d specie marine che ne sono dipendenti
Al Bas dicono che «Insieme ai dati sulla fisica e la biochimica dell’oceano e del ghiaccio marino, la ricerca ha fornito una comprensione delle strategie di sopravvivenza delle larve svernanti. I risultati mostrano che durante l’inverno il ghiaccio del pack è più importante come rifugio contro la predazione rispetto a un territorio di alimentazione critico. Il movimento delle larve dalla superficie inferiore al ghiaccio verso l’oceano sotto il ghiaccio marino e viceversa determina la loro distribuzione nella primavera successiva.
Una delle autrici dello studio, Sally Thorpe, modellista ecologica del Bas , spiega che «Le larve di krill antartico non sono forti nuotatrici e di conseguenza vengono spostate dalle correnti oceaniche e dalla deriva del ghiaccio marino. Comprendendo cosa succede in inverno, possiamo simulare e prevedere meglio i loro movimenti durante questo periodo critico nel loro ciclo di vita. Il nostro modello mostra che le larve che si trovano sotto il ghiaccio marino nel Mare di Weddell entro la primavera raggiungeranno probabilmente il sud dello Scotia Sea, dove troveranno buone condizioni di alimentazione. La conoscenza di come il krill larvale sverni con successo è la chiave per comprendere la distribuzione di krill».
Un altro autore dello studio, Eugene Murphy, leader dell’ecosystems team del Bas, conclude: «Il krill antartico è un’importante fonte di cibo per pinguini, di altri uccelli marini, foche e balene che si riuniscono in grandi quantità nell’Oceano Antartico durante la breve estate antartica. La sua importanza come cibo per tanti predatori la rende una specie chiave nelle reti alimentari dell’Oceano meridionale. Migliorare la comprensione di come il krill interagisce con il ghiaccio marino è cruciale per proiettare i potenziali impatti dei futuri cambiamenti sulle loro popolazioni, sulle reti alimentari in cui si ritrovano e sull’intero ecosistema dell’Oceano meridionale. Il krill antartico è anche l’obiettivo di operazioni di pesca commerciale. Migliorare la comprensione dei potenziali effetti del cambiamento sulla sua distribuzione e abbondanza è essenziale per lo sviluppo di procedure per la gestione sostenibile delle attività di pesca e per le misure di conservazione per le specie e gli ecosistemi dell’Oceano meridionale».