Specie aliene, è corsa contro il tempo per la nuova normativa europea

[21 Gennaio 2014]

Le specie aliene (invasive) di piante e animali ogni anno causano nell’Unione europea danni per 12 miliardi di euro, che vanno dalle spese per la difesa e rispristino degli habitat alla manutenzione degli argini lesionati dalle nutrie.

Il relatore al Parlamento europeo per le specie aliene, il socialdemocratico ceco Pavel Poc,  (S & D), è sempre più preoccupato per l’intenzione della Commissione europea di limitare i finanziamenti per gli interventi di contenimento ed eradicazione a 50 specie: «Questo numero è arbitrario e non scientificamente provato. Non ha ragioni pratiche, la lista dovrà basarsi sulla valutazione del rischio» ed a quanto pare gli europarlamentari, la commissione ambiente ed anche il Consiglio europeo dei ministri dell’ambiente sarebbero con lui. Poc critica anche il fatto che nella lista degli “alieni” più pericolosi ci siano solo specie non originarie dell’Ue, compresa la cozza zebra (Dreissena polymorpha) che in Irlanda è diventata ormai un vero e proprio flagello, ma che in Olanda viene utilizzata come purificatore naturale dell’acqua.

La cosa interessa molto anche l’Italia che (come ben sanno i lettori di greenreport.it) non si fa mancare nulla, dalle vespe giganti cinesi, agli scoiattoli grigi americani, dalla zanzara tigre al cinipede del castagno, dalle tartarughe americane all’Ambrosia artermisiifolia.

Secondo la Commissione europea, l’85% delle specie aliene provengono esclusivamente da paesi extra-europei, mentre il 15% era presente in alcuni Stati dell’Ue ed ha invaso altri Paesi Ue. Un certo numero di Stati membri e numerosi eurodeputati dicono che le specie incluse in questo 15% non devono essere tolto  dall’elenco europeo delle specie aliene.  Poc è convinto che questo non porterebbe a nessun risparmio  ed anche il commissario Ue all’ambiente, Janez Potočnik, ha detto che la questione non sono i costi immediati ma se i danni all’ambiente e all’economia possono essere ridotti attraverso misure preventive efficaci.

Poc ha fatto notare che questo è sicuramente vero nel lungo periodo, ma anche che bisogna essere consapevoli che a breve termine i programmi di intervento contro e specie aliene sono costosi, ma se non si interviene i costi aumenteranno ancora.

Sul problema delle possibili “eccezioni” l’italiano Piero Genovesi, un ricercatore dell’Ispra e dell’Invasive specialist group dell’Iucn, ha detto che l’argomento è così complesso e la gamma di specie aliene così grande che è necessaria una certa flessibilità. Ma Ariel Brunner di BirdLife International mette in guardia: «Se si permette una pecie in uno Stato membro, poi si diffonde in altri Stati membri».

Secondo diversi europarlamentari le eventuali eccezioni devono essere possibili solo a determinate condizioni e sarebbe stato più logico includere nella normativa anche specie che vivono in singoli Paesi dell’Ue e non in altri.

L’accordo sul no alla lista nera dei 50 tra Parlamento e Consiglio europei sembra essere fatto  ma quello sull’intero pacchetto deve essere trovato entro aprile, altrimenti tutto slitterà a dopo e elezioni europee di maggio e se ne dovrà occupare il nuovo europarlamento. Nonostante gli oltre 300 emendamenti presentati dagli eurodeputati, Poc è convinto di potercela fare: «Il voto in Commissione ambiente è previsto il 30 gennaio e dovrei ottenere il mandato per negoziare con il Consiglio e la Commissione, per poi votare un accordo in prima lettura alla plenaria dell’Assemblea di Strasburgo in aprile».