Una ruspa distrugge un nido durante la schiusa. Ronzulli: «E’ necessario tutelare i patrimoni della biodiversità»

Strage di tartarughine marine nel Salento. Legambiente: basta mezzi meccanici sulle spiagge

Adeguare le linee guida per le spiagge allo slittamento del periodi di nidificazione e schiusa causato dal cambiamento climatico

[28 Ottobre 2022]

Continua indisturbata l’attività dei mezzi pesanti sulle spiagge italiane. E questa volta a farne le spese è stata una nidiata di tartarughe marine che stava emergendo dalla sabbia sulla spiaggia del campeggio di Riva di Ugento, in località Fontanelle, in provincia di Lecce. Come raccontano a Legambiente Puglia, «Una ruspa, in seguito ad operazioni di rimozione di un bar sulla spiaggia di Marina di Ugento ha travolto un nido di tartarughe che stavano facendo la schiusa uccidendo quasi tutta la nidiata».

La segnalazione a Legambiente è arrivata da una coppia di turisti, Simonetta e Francesco, che sono intervenuti per bloccare il mezzo, mettere in salvo alcune delle tartarughe e comunicare l’accaduto al “Servizio Sos Tartarughe” di Legambiente che fa parte della campagna TartaWatcher. I volontari di Legambiente intervenuti purtroppo hanno potuto salvare solo 4 piccole tartarughe neonate che stavano cercando di raggiungere il mare dopo la schiusa. Infatti, intanto il mezzo pesante era già passato sul nido uccidendo la maggior parte delle tartarughine marine ancora sotto la sabbia. I 4 tartarughini superstiti sono stati affidati al personale del Centro recupero tartarughe marine di Calimera.

Legambiente ha più volte sollevato il problema dell’accesso dei mezzi pesanti sulle spiagge italiane: «Una situazione ormai insostenibile che mette a rischio l’ecosistema naturale di questi luoghi e crea disastri come quello accaduto nel Salento. La mancanza di norme chiare, che regolamentano l’accesso e i percorsi dei mezzi pesanti sulle spiagge non può proseguire oltre, soprattutto in periodi particolari come quello della nidificazione e della schiusa proprio prima dell’estate, e dunque del periodo di maggior frequentazione delle spiagge, e alla fine della stagione. In questo modo si mette costantemente a rischio la vita, come in quest’ultimo caso, delle tartarughe che trovano sui nostri territori il luogo ideale per la loro esistenza».

Questo triste episodio è stato per Legambiente Puglia anche l’occasione per «Aprire una riflessione  più ampia sull’attuale consapevolezza che la crisi climatica  sta incidendo sulla vita di ognuno di noi, sulla vita della biodiversità che popola la nostra terra e territorio. Questo sta accadendo anche e soprattutto sul ciclo vitale delle tartarughe Caretta caretta con un imprevedibile ed inusitato fenomeno di slittamento diffuso del periodo di nidificazione verso il mese di ottobre e perfino novembre. Nel basso Salento, ad esempio, ci sono nidi in ottimo stato di salute che si chiuderanno tra una o più settimane».

Gli ambientalisti ricordano che però il tema è più ampio e articolato, «Perché è fondamentale un adeguamento ai cambiamenti climatici e alle conseguenti modifiche dei periodi biologici delle norme in vigore, a cominciare dalle limitazioni al transito dei veicoli per la manutenzione dell’arenile che le “Linee guida per la manutenzione stagionale delle spiagge – vers. marzo 2020” all’articolo 14 limitano attualmente al 15 ottobre a cui l’Ordinanza Balneare regionale si richiama e conforma.  Da qui parte la nostra richiesta più ampia alle istituzioni regionali di avviare un Osservatorio/Tavolo tecnico regionale sul tema specifico che possa consentire di indirizzare in modo corretto le prossime Ordinanze Balneari e azioni legislative nell’ottica di tutela e salvaguardia  della biodiversità. Considerando anche che proprio in questo periodo la Regione Puglia sta delineando e definendo la Strategia regionale sulla Biodiversità, sarebbe un messaggio importante per una Regione che è divenuta casa per le Tartarughe Caretta caretta».

Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia, ha concluso: «Episodi come quello di Ugento, dove nel giro di pochi secondi è stato distrutto un grande patrimonio di biodiversità, fanno comprendere quanto sia necessario evitare, tra le altre cose, l’utilizzo di mezzi meccanici durante i periodi della nidificazione e della schiusa al fine di tutelare la conservazione dei siti di nidificazione. Proprio con l’obiettivo di proteggere adeguatamente le nuove aree di nidificazione della Caretta Caretta nel Mediterraneo occidentale, nel prossimo anno prenderà il via il progetto LIFE TURTLENEST, cofinanziato dal Programma LIFE della Commissione Europea, coordinato da Legambiente e che vede tra i partner anche la Regione Puglia. Anche a causa degli effetti del cambiamento climatico il numero di nidi sta aumentando e diventa sempre più necessario ridurre le minacce per i siti di nidificazione derivanti dalle attività antropiche, in primis legate al turismo».