Taglio della riserva del Borsacchio, Legambiente: la regione Abruzzo andrebbe commissariata
Le Guide della riserva del Borsacchio: ecco la cartografia del taglio dell’area protetta
[8 Gennaio 2024]
Mentre l’Associazione agricoltori, proprietari e residenti del Borsacchio e Confagricoltura si schierano con il centrodestra abruzzese e denunciano una manovra politica (sic!) di un’alleanza rosso-verde in funzione delle prossime elezioni regionali e assicurano che la giunta regionale non ha tagliato la Riserva del Borsacchio – comunque per loro causa di tutti i mali, delle discariche abusive di rifiuti, della speculazione edilizia, della disoccupazione e addirittura del calo dei matrimoni – ma l’ha solo riperimetrata per poterla gestire e far funzionare davvero, le Guide della Riserva del Borsacchio pubblicano una cartografia nella quale dimostrano, al contrario, che la riserva è stata ridotta a un piccolo brandello costiero e spiegano: «In verde quel che resta (tra l’altro tolgono l’ultimo pezzo di riserva di un noto villaggio) in rosso quello tolto. In 3 giorni sono apparsi 3 agricoltori e residenti. Nessuno di loro è insieme agricoltore e residente e solo uno è agricoltore . I 17 agricoltori residenti della riserva non sono in quella associazione non riconosciuta».
Anche Silvia Tauro, presidente di Legambiente Abruzzo, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente, raccontano un’altra storia rispetto a quella del comitato di agricoltori e proprietari che si dichiara apolitico e poi invita chiaramente a non votare per il centro-sinistra alle prossime elezioni regionali e di un imbarazzatissimo destra-centro. Secondo Tauro e Nicoletti, quanto riportato il 6 gennaio in un servizio della Tgr Abruzzo sul taglio della Riserva del Borsacchio, con il Piano di Assetto Naturalistico ormai chiuso, «Conferma il disinteresse della Regione per le aree protette. E’ solo grazie all’impegno dei Parchi nazionali e di alcuni Comuni che gestiscono con cooperative ed associazioni ambientaliste le riserve regionali se l’Abruzzo può avvalersi del titolo di Regione dei Parchi perché nell’ultimo decennio, in maniera bipartisan, diversi consiglieri regionali si sono adoperati per tagliare il territorio protetto di una regione che ha il dovere di tutelare specie uniche come l’orso bruno marsicano o il camoscio appenninico. Ne sono testimonianza la storia infinita del Parco nazionale della Costa teatina che dal 2001 aspetta una decisione della Regione e la riduzione del perimetro del Parco regionale del Sirente Velino a favore degli inutili progetti di nuovi e fallimentari impianti scioviari. Ora si smonta il sistema delle riserve regionali a favore di candidati alle elezioni che, in questi anni, si sono distinti per non aver proposto nulla per il bene comune pur essendo stati ligi agli interessi di pochi».
Per i due esoponenti di Legambiente, «La Regione Abruzzo andrebbe commissariata per inadeguata gestione delle aree protette regionali, perché anziché perseguire gli obiettivi della Strategia per la biodiversità, gli eletti che cercano una riconferma vanno nella direzione opposta. Mentre finalmente l’Italia ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) non può essere proprio l’Abruzzo, la Regione verde d’Europa e di APE, a fare un passo indietro nel sostenere il legame tra tutela ambientale e sviluppo sostenibile, riproponendo la falsa contrapposizione tra ambiente e lavoro, in particolare in settori come l’agricoltura e il turismo che invece proprio da questo binomio, come dimostrato in questi ultimi anni, traggono forza, qualità e crescita».
Il 5 e 6 gennaio sono state raccolte Migliaia di firme contro il taglio draconiano della Riserva del Borsacchio ed è arrivata la notizia che il presidente della consiglio regionale abruzzese apre a un ripensamento. Ma per le Guide della Riserva del Borsacchio la domanda chiave è: «Perché se il PAN, le regole attese da 18 anni per sbloccare e premiare il territorio, erano pronte e firmate da comune e regione il 27 Dicembre, perché i 5 flagelli hanno fatto questo scempio? Poi tutto era sistemato. Tutti interventi possibili tranne …. Le grandi costruzioni».