Tonno rosso, l’Ue vieta la pesca. Restrizioni anche per i pescherecci italiani
[26 Agosto 2015]
L’Ue vieta la pesca del tonno rosso nell’Oceano Atlantico, ad est di 45° di longitudine ovest, e nel Mar Mediterraneo per i pescherecci con reti a circuizione battenti bandiera della Croazia, della Francia, dell’Italia, di Malta e della Spagna o immatricolati in tali paesi: lo fa con apposito regolamento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi.
Sulla base delle informazioni di cui dispone la Commissione, ritiene che le possibilità di pesca del tonno rosso nell’Oceano Atlantico, ad est di 45° di longitudine ovest, e nel Mar Mediterraneo assegnate ai pescherecci battenti bandiera di uno dei cinque siano esaurite.
Nonostante che la Croazia, la Francia, l’Italia, Malta e la Spagna abbiano imposto il fermo alle attività di pesca, la Commissione ha confermato il divieto di pesca del tonno rosso con effetto a decorrere al più tardi dalle ore 24:00 del 24 giugno 2015 per la Croazia, al più tardi dalle ore 10:02 del 9 giugno 2015 per la Francia, al più tardi dalle ore 11:21 del 10 giugno 2015 per l’Italia, dalle ore 08:00 del 10 giugno 2015 per Malta e al più tardi dalle ore 15:00 dell’8 giugno 2015 per la Spagna.
Infatti, quando la Commissione europea, sulla base delle informazioni trasmesse dagli Stati membri o di altre informazioni in suo possesso, riscontra l’esaurimento delle possibilità di pesca di Stato membro o un gruppo di Stati membri vieta le attività l’attività informandone gli Stati membri interessati.
Il regolamento del 2015 fissa il quantitativo di tonno rosso di cui è autorizzata la cattura nel 2015 da parte dei pescherecci e delle tonnare dell’Unione europea nell’Oceano Atlantico, ad est di 45° di longitudine ovest, e nel Mar Mediterraneo.
Mentre il regolamento del 2009 impone agli Stati membri di comunicare alla Commissione i contingenti individuali assegnati alle loro navi di lunghezza superiore a 24 metri. Per le navi da pesca di lunghezza inferiore a 24 metri e per le tonnare, gli Stati membri devono comunicare alla Commissione almeno il contingente assegnato alle organizzazioni di produttori o ai gruppi di navi che praticano la pesca con un attrezzo analogo.
Del resto l’obiettivo della politica comune della pesca, è garantire lo sfruttamento delle risorse acquatiche viventi in condizioni sostenibili dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Il tutto nel rispetto del principio di precauzione.