Tre lupi trovati uccisi nelle Marche
Wwf: «Questi ennesimi episodi di bracconaggio sono il frutto di disinformazione e di una ingiustificata campagna di odio»
[21 Gennaio 2022]
Nei giorni scorsi, tre lupi sono stati trovati uccisi nelle campagne in provincia di Ancona: uno al laccio, uno colpito da arma da fuoco e un terzo probabilmente avvelenato. Due dei lupi uccisi erano dotati di radiocollare.
Il Wwf denuncia: «Tre barbari atti frutto di campagne di odio e disinformazione cui il lupo è stato sottoposto negli ultimi tempi. Ogni anno si stima che dai 200 ai 400 lupi vengano uccisi dai bracconieri e gli ultimi casi nelle Marche non fanno che confermare un trend che purtroppo non accenna ad arrestarsi».
L’associazione ambientalista ricorda che «Il lupo non rappresenta un pericolo per l’uomo e per tutelare la zootecnia basterebbe mettere in atto semplici misure di prevenzione, quali recinti anti-lupo e cani da guardiania, come già avviene in tante aree dove il carnivoro è presente. Come WWF chiediamo che vengano rafforzati i controlli sul territorio soprattutto attraverso i nuclei anti veleno dei Carabinieri forestali o dei servizi di sorveglianza in servizio presso i parchi nazionali. Nelle Marche inoltre, andrebbe ripetuto il monitoraggio delle popolazioni di lupo, in particolare nelle zone costiere. Soprattutto nelle aree rurali, i cani la sera andrebbero condotti al guinzaglio e per nessuna ragione andrebbero lasciati in giro rifiuti, né o cibo, nell’intento di alimentare i lupi, come purtroppo è accaduto».
Il lupo, che è portato naturalmente a seguire le prede, con l’aumento dei cinghiali che ormai si avvicinano senza timore alle aree urbane, viene sempre più avvistato nelle aree di fondovalle, o addirittura nelle zone costiere. «Ma – fa notare il Wwf – questo dimostra anche come il lupo, al vertice della catena alimentare, svolga un ruolo determinante nel tenere sotto controllo le popolazioni di ungulati».
Il Wwf è partner del progetto transnazionale – SWiPE “Successful Wildlife Crime Prosecution in Europe” , finanziato dal programma europeo LIFE, che ha l’obiettivo di rafforzare il contrasto ai crimini contro la natura tramite la collaborazione diretta con magistrati, forze dell’ordine e tutti coloro che svolgono un ruolo attivo nelle azioni di investigazione e repressioni di reati quali bracconaggio, avvelenamento, traffico illegale di specie protette e il Panda conclude: «Spargere lacci e bocconi avvelenati è un crimine contro la natura per il quale ci aspettiamo indagini accurate e pene severe per chi li diffonde nelle campagne e nei boschi, mettendo – loro sì ! – a repentaglio la sicurezza e l’incolumità delle persone e dei loro animali d’affezione, oltre che dei selvatici. Ricordiamo che il lupo è specie particolarmente protetta in Italia e in Europa».