Troppi delfini morti nel Golfo del Messico, colpa della marea nera Bp del 2010
[16 Febbraio 2015]
Un nuovo studio (Demographic Clusters Identified within the Northern Gulf of Mexico Common Bottlenose Dolphin (Tursiops truncates) Unusual Mortality Event: January 2010 – June 2013) pubblicato su PlosOne da un team di ricercatori statunitensi ha scoperto 4 diversi gruppi di Unusual Mortality Event (UME) nel Golfo del Messico settentrionale, tre dei quali si sono sicuramente verificati solo dopo il disastro petrolifero della piattaforma Deepwater Horizn Bp del 2010.
Alcune delle più grosse morie di delfini si sono verificate nel 2011 lungo le coste di Mississippi, Alabama e nella Barataria Bay, in Louisiana, mentre il numero di decessi di delfini non è stato elevato nelle coste del Golfo di Florida o in Texas, che non sono stati pesantemente colpite dalla marea nera della BP, come gli altri siti.
Lo studio, che è stato condotto da National Marine Mammal Foundation, National Marine Fisheries Service, National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e il network di organizzazioni e dei centri di ricerca che sui occupano degli spiaggiamenti dei mammiferi marini nella regione del Golfo Usa, ha esaminato cambiando le caratteristiche del UME nel tempo. Gli scienziati hanno confrontato il numero e l’età dei tursiopi (Tursiops truncates) nel Golfo dal gennaio 2010 al giugno 2013, confrontandoli con i dati 1990-2009.
La principale autrice dello studio, la veterinaria Stephanie Venn-Watson, direttrice Translational Research alla National Marine Mammal Foundation della National Marine Mammal Foundation, spiega: «È interessante notare che i diversi clusters di delfini morti identificati durante questi eventi di mortalità erano coerenti con i tempi e la distribuzione spaziale con lo sversamento di petrolio della Deepwater Horizon. Tra questi il cluster più grande gruppo più prolungatoa, nella Barataria Bay, ha fatto seguito da quelli in Mississippi ed Alabama nel corso del 2011».
La popolazione dei tursiopi di Barataria Bay era già stata al centro di un precedente studio, realizzato nell’ambito del Deepwater Horizon Natural Resource Damage Assessment (NRDA)., che ha dimostrato che i delfini vivi, che hanno subito un esame fisico, hanno avuto impatti negativi sulla salute coerenti con l’esposizione ai prodotti petroliferi.
Il nuovo studio si basa anche su una recente ricerca (Review of historical unusual mortality events (UMEs) in the Gulf of Mexico (1990−2009): providing context for the multi-year northern Gulf of Mexico cetacean UME declared in 2010) che paragona questo evento ad altri 11 eventi mortalità del passato nel Golfo ed indica che, in questo caso, le cause più comuni di eventi di mortalità precedenti di delfini nel Golfo non sono probabilmente quelle che hanno determinato le recenti morie di tursiopi
Le cause dell’UME nel Golfo del Messico del Nord sono ancora oggetto di studio, ma alla Noaa dicono che «Questo studio indica che ci possono essere molteplici cause che contribuiscono e che queste potrebbero variare tra i diversi clusters». I ricercatori stanno ora confrontando le informazioni, compresi gli studi dei tessuti, tra questi clusters per capire meglio le possibili cause dei decessi, tra i quali il ruolo svolto della marea nera della Deepwaer Horizon e dicono che «I risultati supplementari della ricerca saranno probabilmente pubblicati entro la fine dell’anno».
L’UME per i delfini è stato dichiarato nel nord del Golfo del Messico nel febbraio 2010 ed era ancora in corso ad agosto 2014. , ma quello che evidente è che gli spiaggiamenti e le morti di tursiopi si sono verificati in maggioranza nelle zone colpite dalla marea nera BP della Deepwater Horizon e conferma quanto già si era capito con uno studi finanziato dalla Bp: i 4,2 milioni di barili di petrolio finiti nel Golfo del Messico sono collegati al deterioramento della salute dei delfini, compreso la caduta dei denti, malattie polmonari e squilibri ormonali. Lori Schwacke, della Noaa e principale a tutore dello studio del 2013, ha detto: «Non ho mai visto una tale elevata prevalenza di animali molto malati».
Nonostante tutto la BP negato con veemenza che il disastro petrolifero sia la causa diretta della morte in massa dei delfini, ma che semmai gli studi evidenziano “solo” una sovrapposizione nel tempo tra lo sversamento e la scoperta di animali malati o morti. Per questo la BP, nonostante tutto dimostri che gli sversamenti di petrolio sono dannosi per la salute dei mammiferi marini, ha detto che la marea nera della Deepwater Horizon «Non ha rovinato il Golfo» e che le morie di delfini non sono insolite anche dove non possono essere legate ad incidenti petroliferi».
Ma lo studio più recente sottolinea che la marea nera potrebbe aver peggiorato una situazione già compromessa e che a circa tre mesi dall’esplosione della piattaforma petrolifera gli scienziati avevano già dichiarato che un evento insolito di mortalità tra i delfini nelle immediate vicinanze del pozzo di Macondo e lo studio sottolinea che «Grandi aumenti di mortalità di uccelli, tartarughe e mammiferi sono stati documentati nei giorni e nei mesi successivi allo sversamento di petrolio» e che la moria più grossa, quella di Barataria Bay, tra l’agosto 2010 e il dicembre 2011, è avvenuta lungo una costa colpita dalla marea nera . «l’esposizione combinata delle femmine gravide a temperature insolitamente fredde, acqua dolce, deflusso e il petrolio della DWH sono state proposte come la causa dei più alti numeri di spiaggiamenti perinatali nel corso del 2011».