Riceviamo e pubblichiamo

Un appello sui commissariamenti dei Parchi del Vesuvio e del Cilento

Nicoletti: in un momento di “emergenza”, si torni al dialogo istituzionale

[14 Febbraio 2023]

In questa vicenda dei Parchi nazionali della Campania, ognuno ha le sue ragioni e come è avvenuto, in questi ultimi anni, il territorio e i suoi abitanti ne pagano le conseguenze. L’intesa e la nomina sono questioni di “interpretazioni” e le sentenze vanno eseguite,  intanto il tempo passa e i Parchi, da molti anni perdono credibilità e le pur impercettibili opportunità di coesione, partecipazione e identità,  vengono meno in un mezzogiorno che vive sempre più di slogan e molto, ma molto meno concretezze. (incapacità progettuale sul Pnrr, assenza di competenze per dare attuazione alla programmazione regionale 2021/27, spopolamento e fuga dei cervelli).

Nel merito, il Tar Campania ha accertato l’illegittimità dei commissariamenti senza l’attivazione dell’intesa con la Regione, ordinando al ministro di sottoporre una terna di nominativi per la presidenza entro il 22 p.v., ma mi chiedo: presidenza di che cos? Senza un Consiglio direttivo (Cilento) impossibile da nominare senza la nomina dei rappresentanti della Comunità del Parco (scaduti da un anno) e che se arriveranno ci vorranno altri lunghi mesi senza un governo dell’Ente (venendo meno ogni continuità amministrativa e gestionale). Non era, ed è meglio sedersi ad un tavolo e decidere?

A tal fine si auspica che si comprenda che i problemi sono altri, e si eviti uno sterile scontro istituzionale e un conseguente periodo di incertezza e prolungata sospensione degli organi ordinari di governo dei 2 parchi, che in futuro rischia di paralizzare molte altre aree protette del paese.

Il mio personale appello e quello che faremo come cittadinanza attiva al Capo dello Stato è quello di sedersi rapidamente al ministero, e trovare una soluzione nel rispetto delle reciproche competenze. Sarebbe comprensibile ai cittadini, ragionevole e politicamente corretto oltre che un bel segnale per i territori interessati per avviare processi di rappresentanza e semplificazione dei tanti problemi dei territori dei due Parchi.

Solo un accenno a quanto già noto: da pochi giorni è stato pubblicato una impressionante indagine sul tasso migratorio nelle province del sud (dati Istat), che evidenzia una fuga dei giovani negli ultimi dieci anni di oltre 500mila residenti, pari ad una regione grande quanto la Basilicata, una vera e propria emigrazione di massa. Ma la politica sembra non se ne sia accorta.

Certo, se si pensa di nominare ai vertici di Enti strategici per un nuovo Green deal europeo “sindaci” che molto spesso hanno un solo occhio, allora vedremo con il cannocchiale una possibile inversione di tendenza. Quando lo capiremo che al sud servono competenze, lavoro e livelli minimi di assistenza libera e dignitosa per ripartire, ma facendo crescere le forze endogene che guardano al futuro?

Esempi ci sono e stanno crescendo da soli,  senza che la politica ne sappia cogliere la concretezza. Dal rientro di tanti cervelli (smartworking digitale e lavoro a distanza) che hanno capito che l’affermazione di una qualità della vita è messa al di sopra della sussistenza e/o sopravvivenza nelle metropoli affogate da inquinamento e rabbia,  ma anche la presenza di un livello di biodiversità e valori (vitali) per principi attivi e servizi ecosistemici che garantiscono longevità e saggezza nel ponderare la qualità di produzioni (grandi eccellenze nei parchi/sulle grandi quantità imbustate fuori dai parchi), resilienza, restanza e “tornanza” nella dimensione culturale di ottimizzare risorse e spreco nel dna di questi territori.

Sarà questa la strada per ripartire, in una microeconomia diffusa e sostenibile, capace di cooperare sull’autonomia energetica e produttiva dei territori e nell’ormai affermato riconoscimento del valore patrimoniale degli stessi (Unesco, Europarc, turismo autentico e digitale), per i quali si è tanto lavorato nel passato, ricostruendo una visione e un modello culturale diffuso di qualità della vita che appartiene ai territori e alle loro risorse.

di Domenico Nicoletti, già direttore di molti Parchi nazionali del sud Italia