Una nuova minaccia per le tartarughe marine: i microfunghi del genere Fusarium
Nell’anno del record di nidificazioni di Caretta caretta in Toscana, le infezioni fungine colpiscono uova ed embrioni
[5 Ottobre 2023]
Lo studio “Isolation and characterization of Fusarium spp. From unhatched eggs of Caretta caretta in Tuscany (Italy)”, pubblicato su Fungal Biology da un team di ricercatori delle università di Pisa. IUSS e Bologna, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana e di tartAmare, ha Identificato per la prima volta sulle coste toscane 32 tipi di microfunghi che mettono a rischio la sopravvivenza degli embrioni delle tartarughe marine Caretta caretta.
La Caretta caretta è l’unica specie di tartaruga marina che nidifica lungo le coste sabbiose del Mar Mediterraneo nord-occidentale, e l’estate 2023 ha avuto un numero record di rinvenimenti di nidi lungo le coste toscane, puntualmente segnalati e sorvegliati da una fitta rete di appassionati volontari organizzati da diverse associazioni.
Al Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali (DiSAAA-a) dell’università di Pisa spiegano che «La caratterizzazione molecolare dei microfunghi ha rivelato che si tratta di specie associate al genere Fusarium, note come patogeni delle piante, alcune delle quali mai ritrovate prima nelle uova di tartarughe marine. Questa particolarità, secondo i ricercatori, svela nuovi scenari sul parassitismo fungino, aprendo la possibilità che un microrganismo sia capace di infettare componenti sia del regno vegetale sia di quello animale».
Una delle autrici dello studio, la professoressa Cristina Nali del DiSAAA- e direttrice del corso Master in Sviluppo sostenibile e cambiamento climatico all’università di Pisa, ricorda che «Le tartarughe marine stanno da tempo affrontando, a livello globale, numerose sfide, tra cui la distruzione del loro habitat, l’inquinamento delle acque, si pensi alle microplastiche, e le variazioni climatiche. In questo preoccupante scenario questa nuova minaccia, la “fusariosi delle uova di tartaruga marina”, rappresenta un’emergente malattia infettiva, in grado di attaccare le uova all’interno dei nidi e di causare la mortalità degli embrioni».
Il principale autore dello studio, Samuele Risoli, il dottorando del DiSAAA-a di Pisa e della University School for Advanced Studies IUSS, agiunge che «La presenza di specie di Fusarium nelle nidiate delle tartarughe marine è allarmante perché questi funghi possono compromettere la sopravvivenza degli embrioni – aggiunge il – Non dimentichiamo che le uova e i piccoli delle tartarughe marine sono da sempre decimate da predatori naturali e fattori ambientali avversi, per cui l’aggiunta di questa minaccia riduce ulteriormente le loro possibilità di sopravvivenza nei nostri areali».
La Nali conclude: «La nostra ricerca evidenzia la complessità degli equilibri degli ecosistemi marini e la necessità di una vigilanza continua per proteggere queste magnifiche creature. Le comunità della conservazione e le autorità locali devono lavorare insieme per garantire un futuro alle tartarughe all’interno del Mediterraneo».
Insieme alla Nali e Risoli e a Sabrina Sarrocco dell’Ateneo pisano, facevano parte del team di ricercatori Riccardo Baroncelli dell’università di Bologna, Giuliana Terracciano dell’IZS e Luana Papetti di tartAmare.