Uomini, lupi e bestiame: i 4 anni senza predazioni del progetto Pan
Il sentiero che porta alla convivenza tra uomo e specie selvatiche è irto e difficile ma insieme possiamo percorrerlo salvaguardando la biodiversità
[3 Gennaio 2024]
Si è concluso il progetto PAN (Progetto Allevatori Natura – New strategies in support of the livestock industry against predations) iniziato nel 2020 e portato avanti dal gruppo di ricerca del Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini (CSEBA), ramo operativo del Project Wolf Ethology nella Riserva Naturale Regionale Oasi Wwf Calanchi di Atri e il bilancio di 4 anni di studio e ricerca dedicati al difficile processo di convivenza tra uomo e specie selvatiche è positivo.
Come evidenzia i lo staff di PAN «Il progetto è stato suddiviso in 3 fasi ed è stato condotto in collaborazione con una azienda agro-zootecnica che da anni riscontrava predazioni sul bestiame ovi-caprino presente in azienda. Prima fase: studio durato 2 anni (2020 – 2021). Seconda fase: monitoraggio durato 1 anno (2022); Terza fase: studio delle dinamiche preda – predatore nell’area di interesse durato 1 anno (2023). Nei 4 anni sono stati raccolti dati scientifici utilizzati per sostenere l’attività dell’allevatore con il quale per tutta la durata della ricerca il team di lavoro ha mantenuto un rapporto costante e continuativo nel tempo, al fine di rafforzare il processo di collaborazione che si è rivelato poi concreto attraverso i risultati ottenuti».
Il risultato sono stati «22 mesi senza predazioni, una metodologia sperimentale che sta divenendo una realtà concreta.
Nella Riserva Naturale Regionale Oasi Wwf Calanchi di Atri un team di ricerca multidisciplinare in campo al fianco dell’allevatore con la sua azienda pilota e una Riserva sensibile alle problematiche portano ad una collaborazione efficace, costruttiva e concreta. Tutto questo è messo in atto anche nel progetto istituzionale avviato nel maggio 2021 che vede coinvolti la Regione Puglia, l’Università di Bari con il dipartimento di Medicina Veterinaria ed il Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini – Project Wolf Ethology Il sentiero che porta alla convivenza tra uomo e specie selvatiche è irto e difficile ma insieme possiamo percorrerlo salvaguardando la biodiversità».
In 4 anni l’azienda non ha perso nemmeno un capo di bestiame a causa di una predazione. L’allevatore ha avuto la possibilità di ricevere informazioni preziose per tutelare il suo bestiame divenendo attore protagonista in campo e non sterile comparsa. Ha acquisito le conoscenze di base per poter serenamente gestire il bestiame in sicurezza, senza subire l’impatto dei predatori. Allo stesso tempo il team di ricerca ha appreso conoscenze dall’ allevatore ed informazioni importanti che hanno impreziosito e reso più proficuo il lavoro.
Per quanto riguarda le dinamiche preda – predatore, i dati hanno confermato indiscutibilmente che «Se l’allevatore gestisce correttamente il proprio bestiame, i predatori con i quali condivide il territorio continuano a svolgere il loro importante ruolo su prede selvatiche».
Al CSEBA concludono: «Siamo perfettamente coscienti che non tutti i contesti sono uguali e che ognuno richiede singolari e particolari attenzioni ma non possiamo negare che in questo contesto l’applicazione del nostro protocollo non abbia dato risultati eccellenti, risultati eccellenti raggiunti anche in altri 3 contesti completamente diversi dove abbiamo applicato il protocollo PAN. Pertanto abbiamo chiuso questo 2023 con grande orgoglio per quanto abbiamo ottenuto attraverso il risultato e donato, attraverso l’impegno e la ricerca senza lucro alcuno, all’allevatore. 4 anni senza predazioni per noi sono un risultato importantissimo. Inizieremo il 2024 con la consapevolezza di quanto abbiamo fatto per fare ancora meglio in futuro. In questi 4 anni, oltre a migliaia di dati raccolti, abbiamo prodotto anche 5 tesi universitarie, diversi tirocini curriculari e 1 pubblicazione scientifica riguardo il protocollo PAN».
Infetti, Pan ha anche pubblicato su Land lo studio “Protection of Farms from Wolf Predation: A Field Approach”, realizzato da un team di ricercatori dell’università di Camerino, del CSEBA e del Parco Nazionale dei Monti Sibilini che riporta i preliminari del Progetto PAN sulla tutela degli allevamenti dalle predazioni. Nella filosofia del Centro Studi, «Nel lavoro di ricerca sono stati coinvolti studenti attraverso stages e tesi di Laurea e collaboratori (zoologi Junior) al fine di fornir loro la possibilità di acquisire e fare propri metodi di ricerca e consegnare loro il testimone affinché continuino l’opera da noi iniziata».