World rhino day: il bracconaggio minaccia ancora tutte e 5 le specie di rinoceronti

Tutte le 5 specie sono a rischio. Il rinoceronte bianco settentrionale è funzionalmente estinto, quelli di Sumatra e Giava quasi

[22 Settembre 2023]

Ogni 22 settembre, in occasione del World Rhino Day, l’International Rhino Foundation (IRF) pubblica il rapporto “State of the Rhino” che documenta le stime e i trend attuali delle popolozioni delle 5 specie di rinoceronti ed evidenzia le  sfide principali e le iniziative conservazione per i rinoceronti sopravvissuti in Africa e Asia.

Secondo il rapporto 2023, «Il bracconaggio minaccia ancora tutte e 5 le specie di rinoceronte ed è aumentato in diverse regioni che in precedenza non erano state prese di mira».

La buona notizia è che, secondo il rapporto IRF,  «Le popolazioni di rinoceronte nero (Diceros bicornis) sono in aumento nonostante la costante pressione del bracconaggio». Attualmente, i rinoceronti neri vivono in 12 Paesi dell’Africa, per un totale stimato di 6.487 individui. Un tempo, i rinoceronti neri erano la specie di rinoceronte più comune al mondo e nel 1960 potevano essercene fino a 100.000 in tutta l’Africa. Nel 1970, il bracconaggio aveva ridotto la popolazione a circa 65.000 esemplari e i rinoceronti neri continuarono a diminuire precipitosamente fino a quando raggiunsero un minimo di circa 2.300 individui a metà degli anni ’90.  Grazie agli intensi sforzi di protezione e gestione, le popolazioni di rinoceronte nero si sono stabilizzate, nonostante la continua pressione del bracconaggio, e sono aumentate di circa il 28% negli ultimi 10 anni.

Ma il Wwf denuncia che «In Namibia, che ospita il maggior numero di rinoceronti neri al mondo, si è registrato un devastante aumento del bracconaggio. Nel 2022, 87 rinoceronti sono stati uccisi in Namibia per i loro corni (61 appartenevano alla specie più rara, il rinoceronte nero), un sorprendente aumento del 93% rispetto alla cifra del 2021, quando ne furono uccisi 45». Dei rinoceronti uccisi nel 2022, 46 sono stati trovati nel famoso Etosha National Park, dove operano team anti-bracconaggio finanziati dal governo. Dopo il 2015, a quando furono uccisi 101 esemplari, sembrava che in Namibia il bracconaggio fosse sotto controllo.

I rinoceronti bianchi (Ceratotherium simum) sono la più numerosa delle 5 specie di rinoceronte con circa 16.803 animali in 11 Paesi dell’Africa. Ci sono due sottospecie di rinoceronte bianco, quella meridionale (Cs simum) e quella settentrionale (Cs cottoni), ma al mondo sono rimasti solo due rinoceronti bianchi settentrionali – entrambe femmine –  e sono considerati funzionalmente estinti. I rinoceronti bianchi meridionali hanno fatto un incredibile recupero, passando da meno di 100 individui all’inizio del 1900 a più di 21.000 alla fine del 2012. Ma l’IRF denuncia che «Sfortunatamente, dal 2012 al 2021 il loro gran numero li ha resi l’obiettivo principale dei bracconieri di rinoceronti, che fanno parte di sindacati criminali transnazionali che cercano di vendere corno di rinoceronte sul mercato nero. Durante questo periodo il numero di rinoceronti bianchi è diminuito del 24% arrivando a circa 15.942. Sebbene il numero rinoceronti morti sia diminuito rispetto al picco più recente del 2015, il bracconaggio rimane la più grande minaccia per i rinoceronti, e i rinoceronti bianchi in particolare hanno faticato a riprendersi». Il 21 settembre, l’African Rhino Specialist Group (AfRSG) della Species Survival Commission dell’International Union for the Conservation of Nature (IUCN) ha riferito che «Ora ci sono circa 16.803 rinoceronti bianchi: il primo aumento per la specie in oltre un decennio».

Ma il Sudafrica continua a subire devastanti perdite dei suoi rinoceronti bianchi causate dal bracconaggio, mentre i bracconieri prendono di mira la Hluhluwe Imfolozi Game Reserve e altre riserve nella provincia di KwaZulu-Natal. Il Wwf aggiunge che «In Sud Africa la popolazione di rinoceronte nero conta oggi circa 2.000 individui, 6.000 in tutto il continente africano (erano circa 100mila all’inizio degli anni ‘60 del secolo scorso). Per permettere al rinoceronte nero di espandere il suo areale il Wwf ha realizzato negli anni scorsi vere e proprie “traslocazioni”, con l’obiettivo di spostare alcuni individui in altre aree e creare così le condizioni per la nascita di nuove popolazioni vitali. Dal 2003 sono 234 i rinoceronti neri “traslocati” nei nuovi siti di progetto e 15 le nuove popolazioni create in Sud Africa, su oltre 340.000 ettari. Dal 2019 alcuni individui sono stati traslocati anche in Malawi, nel Liwonde National Park».

Il nuovo State of the Rhino evidenzia che «La maggiore popolazione di rinoceronti (Rhinoceros unicornis)  in India e Nepal continua a crescere grazie alla forte protezione, all’applicazione della legge sulla criminalità contro la fauna selvatica e all’espansione dell’habitat». Il rapporto però avverte che «Sebbene la popolazione di rinoceronti indiani sia in crescita, la specie è ancora classificata come vulnerabile. Il bracconaggio rimane una minaccia significativa e la specie è stata cacciata da molte delle aree in cui era comune. Il suo pieno recupero dipende non solo dalla protezione dei rinoceronti nei luoghi in cui sono riusciti a sopravvivere, ma anche dalla loro reintroduzione nei luoghi da cui sono scomparsi. Un’altra significativa minaccia a livello territoriale per i rinoceronti maggiori è la prevalenza di specie invasive, che soffocano le piante alimentari autoctone dei rinoceronti e limitano la quantità di habitat disponibile».

Invece, lo stato e i luoghi in cui  si trovano 12 dei circa 76 rinoceronti di Giava (Rhinoceros sondaicus) rimasti in natura sono sconosciuti. Quel che si sa è che dopo la morte nel 2011 dell’ultimo rinoceronte di Giava in Vietnam, la specie ora sopravvive solo nel Parco nazionale Ujung Kulonin (UKNP) in Indonesia. Un tempo diffusi in tutto il sud-est asiatico, i rinoceronti di Giava sono stati cacciati fino quasi all’estinzione, nel 1967 sopravvivevano solo 25 individui. Sfortunatamente, all’inizio di quest’anno il Ministero dell’ambiente e delle foreste indonesiano ha notato che 12 dei 76 individui censiti da 3 anni non vengono più identificati dalle trappole fotografiche. Nell’ultimo anno, l’UKNP ha trovato prove di tentativi di incursioni di bracconieri e ha chiuso il Parco ai visitatori, aumentando gli sforzi di protezione e monitoraggio e implementando ulteriori misure di sicurezza. Oltre alla costante minaccia del bracconaggio condivisa da tutte le specie di rinoceronte, la popolazione di rinoceronti di Giava a Ujung Kulon deve affrontare diverse minacce, come un rapporto tra i sessi sbilanciato con circa due maschi per ogni femmina, una mancanza di diversità genetica all’interno della popolazione esistente e l’accesso a un solo habitat che ha quasi raggiunto la sua capacità di carico e si trova in un’area soggetta disastri naturali.

Le tracce dei rinoceronti di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis) sono sempre più difficili da trovare, creando maggiore incertezza sulla loro sopravvivenza in natura. Il governo dell’Indonesia riferisce che non ci sono più di 80 rinoceronti di Sumatra in totale, mentre l’Asian Rhino Specialist Group (AsRSG) potrebber essere ridotti addirittura a soli 34 – 47 individui senza che nessuna sottopopolazione contenga più di 30 rinoceronti. L’IRF sottolinea che «Da oltre un decennio non sono state rinvenute prove del bracconaggio di rinoceronti di Sumatra e non sono state scoperte nemmeno carcasse presenti in natura, rendendo la scomparsa della specie ancora più misteriosa». L’unica speranza viene dal  programma di allevamento del Sumatran Rhino Sanctuary, una struttura protetta e semi-selvatica a Sumatra che ha prodotto tre cuccioli e continua a tentare di creare una popolazione sicura di rinoceronti.

Il Wwf conclude: «Incrementare gli sforzi per il controllo del territorio e dei crimini contro questa specie, garantire ai rinoceronti un habitat integro e lavorare per una pacifica coesistenza tra questi animali e le comunità locali sono le sfide che dobbiamo vincere per non perdere queste specie iconiche simbolo della biodiversità di Africa e Asia».