Wwf, chi ha sparato all’orsa Amarena potrebbe cavarsela con una multa di mille euro

Caserta: «Sulle pene applicabili c’è una certa confusione normativa dovuta al sussistere di diverse previsioni»

[5 Settembre 2023]

L’uccisione dell’orsa Amarena ha riportato alla luce il dibattito sulle strategie di conservazione ma, inevitabilmente, anche sugli aspetti legali e quindi sulle pene previste.

Vediamo cosa rischia in Italia chi si macchia di quelli che al Wwf chiamiamo “crimini di natura”. In caso di uccisione di un orso – che in Italia rientra tra le specie “particolarmente protette” ai sensi dell’art. 2 della Legge n. 157/1992 – la possibile condanna è estremamente blanda.

Innanzitutto va osservato che sulle pene applicabili c’è una certa confusione normativa dovuta al sussistere di diverse previsioni.

È quindi fondamentale comprendere per quale reato la magistratura intende procedere. Va poi considerato che solitamente perché una pena venga effettivamente scontata è necessario arrivare al terzo grado di giudizio, con conseguente rischio di prescrizione.

Se si dovesse applicare l’art. 544 bis (Uccisione di animali) la pena sarebbe la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Se si dovesse applicare l’art. 30 della Legge n. 157/1992 la pena sarebbe l’arresto da 2 a 8 mesi o l’ammenda da 774 a 2.065 euro.

In tal caso, trattandosi di reato contravvenzionale, l’alternatività tra arresto e ammenda consentirebbe l’applicazione dell’oblazione facoltativa che comporta l’estinzione del reato previo pagamento di una somma pari alla metà del massimo dell’ammenda.

Vale a dire che con il pagamento di poco più di mille euro (probabilmente meno di quanto è costato il fucile con cui si è ucciso l’animale) il responsabile sarebbe libero e avrebbe anche la fedina penale pulita.

In ogni caso affinché il colpevole sconti effettivamente la pena non gli deve essere concessa la sospensione condizionale della stessa (possibile perché prevista per i reati con pena fino a 2 anni), né una pena alternativa, ad esempio l’affidamento in prova ai servizi sociali.
Da anni il Wwf Italia presenta proposte di legge finalizzate a razionalizzare la normativa e ad inasprire le pene per chi si macchia di questi crimini contro la natura, in particolare durante la discussione parlamentare che portò all’introduzione dei cosiddetti eco-reati. Ad oggi tutte le iniziative non sono state però recepite dalle maggioranze parlamentari succedutesi.

di Dante Caserta, responsabile Affari legali e istituzionali Wwf Italia