Assassinato il leader indigeno Ambrósio Vilhalva: tra furto di terre guarani e alcolismo
[4 Dicembre 2013]
Ambrósio Vilhalva, un leader Guarani-Kaiowa, noto per essere stato uno dei protagonisti del film “Birdwatchers – La terra degli uomini rossi” di Marco Bechis, è stato accoltellato e ucciso nella notte del primo dicembre nel suo villaggio di Guyraroka-Caarapó, nel Cone Sul de Mato Grosso do Sul, una comunità indigena sotto sostante minaccia dei fazendeiros contro i quali Vilhalva ha lottato per tutta la vita. Nei mesi scorsi aveva ricevuto diverse minacce.
Il leader indigeno l’anno scorso aveva ripetutamente denunciato la realizzazione e l’ampliamento di piantagioni di canna da zucchero nell’e terre indios di Guyraroká ed aveva chiesto che fosse tutelato il possesso delle terre indigene, per questo era stato minacciato di morte, inoltre, Vilhalva aveva sempre denunciato le minacce degli uomini armati al servizio del deputato/fazendeiro Joe Teixeira. A novembre Vilhalva aveva detto di essere preoccupato per la sicurezza della comunità di Guyraroká. Nell’assemblea generale tribale disse: «I pistoleri del signor Zé Teixeira e delle fabbriche di etanolo ed alcool mi minacciano e mi inseguono nel tekoha Guyraroká, stanno cercando di uccidermi e voglio avvertire tutti».
L’organizzazione indigena Aty Guasu dice che «E ‘evidente che il leader stava subendo a minacce di morte, per questo motivo chiediamo le autorità federali di condurre una seria indagine per l’omicidio del leader Ambrósio Vilhalva». Ma, secondo le prime informazioni ufficiali preliminari, Vilhalva sarebbe però stato assassinato da indios e non da uomini armati dei fazendeiros. Il Conselho Indigenista Missionário (Cimi) sottolinea che negli ultimi tempi nella comunità indigena si era creata una spaccatura sul consumo di alcool e nel villaggio c’era ormai una certa ostilità verso Vilhalva, che aveva ceduto all’alcoolismo.
Il Cime dice che prima non era così: «Ambrósio era un buon yvyra’ja (apprendista o aiutante) di suo padre Papito, tekoa’ruvixa (il ñanderu, o rezador tradizionale Kaiowá) della comunità». In una nota il (Cimi) ricorda che il furto di terre ed il confinamento dei Kaiowá nelle riserve sono state esperienze traumatiche che improvvisamente hanno trasformato i loro modi di vivere: «La espropriazione ha profondamente modificato la qualità e il significato della vita di queste persone. In tale contesto, così il suicidio e l’uso compulsivo di bevande alcoliche hanno proliferato in maniera molto forte, colpendo da allora centinaia di Kaiowá».
Il Cimi dice che probabilmente è stata proprio la notorietà internazionale raggiunta da Vilhalva con “Birdwatchers – La terra degli uomini rossi” a provocare una spaccatura politica nel movimento Kaiowá, e che «La grossolana esposizione dei fatti relativi alla morte di Ambrósio indebolisce solo l’immagine degli indigeni e rafforza gli stereotipi sui quali insiste l’egemonia dell’élite agraria del Mato Grosso do Sul per vincolare il popolo Guarani, con l’intento di sminuire le ragioni che lo portano a rivendicare i suoi territori tradizionali. Ragioni che sono storicamente più complesse ed eque, perché sono esattamente l’opposto di quello che dicono i fazendeiros»
Tekoha Guyraroka, uno dei dirigenti di Aty Guasu descrive Vilhalva come un «Giusto, integro, umile, spiritoso indigeno Kaiowá, difensore dei diritti umani, un bel leader e conosciuto internazionalmente come filosofo ed intellettuale autoctono. Ha passato l’intera vita lottando per la giustizia e per la regolamentazione e la restituzione di un pezzo delle terre indigene Guarani e Kaiowá. Ambrósioha viaggiato per il mondo intero, socializzando le misere situazioni del popolo Guarani e Kaiowá. E’ stato protagonista nel film Terra Vermelha. La leadership di Ambrosio nella Terra Indígena Guyraroka è entrata in conflitto per la proprietà della terra con il deputato statale Teixeira e con l’impresa della Usina de álcool Raizes, che produce e compra la materia prima della canna da zucchero nella Terra Indígena Guyraroka. Ambrosio rivendicava la terra indigena occupata dal deputato statale repubblicano Zé Teixeira, un deputato anti-indigeno che ha affittato la terra indigena all’Usina de Alcool. Sopra la Terra Indígena Guyraroka ha piantato canna da zucchero».
Per più di 30 anni Ambrosio Vilhalva ha lottato per recuperare la Terra Indígena Guyraroka, già riconosciuta dal governo federale brasiliano e dichiarata di proprietà Guarani-Kaiowa dal ministro della giustizia nel 2009. La Terra Indígena Guyraroka occupa 11.440 ettari, ma la comunità Guyraroka-Caarapó è confinata in una piccola area di 30 ettari dove vivono più di 30 famiglie. Vilhalva era solito dire: «Ecco cosa vorrei più di ogni altra cosa: terra e giustizia… Vivremo nella nostra terra ancestrale; non ci arrenderemo mai».
Anche Survival International piange la morte del leader indigeno e spiega che «I gauarani di Guyraroka furono sfrattati dalla loro terra alcuni decenni fa, per mano degli allevatori. Per anni hanno vissuto senza niente, sul ciglio di una strada. Nel 2007 hanno rioccupato una parte della terra ancestrale, e ora vivono in un piccolo lembo di quello che prima era il loro territorio. La maggior parte della loro terra è stata spianata per far spazio a enormi piantagioni di canna da zucchero. Tra i principali proprietari terrieri coinvolti c’è anche il potente politico locale José Teixeira. Oggi, ai Guarani non è rimasto quasi niente. Ambrósio si era schierato con forza contro le piantagioni di canna da zucchero che occupano la terra della sua comunità e contro Raízen, una joint venture tra la Shell e Cosan che utilizzava la canna da zucchero per produrre biocarburanti. La campagna che la sua comunità aveva condotto insieme a Survival International aveva costretto la Raízen a rinunciare ad approvvigionarsi della canna da zucchero coltivata nelle terre guarani».
Un portavoce Guarani ha detto a Survival: «Ambrósio ha combattuto con forza contro le piantagioni di canna da zucchero. Era uno dei nostri leader più importanti, sempre in prima linea nella nostra lotta. Per questo era minacciato. Era una figura davvero molto importante per la campagna dei Guarani per la loro terra, ma ora l’abbiamo perso».
L’attore italiano Claudio Santamaria, che ha recitato con Vilhalva in Birdwatchers e che era legato al leader indigeno da profondo affetto, ha detto: «Sono costernato. Il tempo che ho trascorso con lui mi ha fatto capire quanto sia forte il legame che i Guarani mantengono con la loro terra e con quanta dolorosa determinazione continueranno a combattere per riaverla. Ho scolpita nella mente l’immagine delle distese infinite di canna da zucchero e soia che oggi ricoprono il Mato Grosso do Sul: un tempo erano tutte foreste guarani. Ambrosio lottava per recuperare solo un piccolissimo pezzo della terra del suo popolo, ma gli è stato negato anche questo sogno».
Stephen Corry, direttore generale di Survival International, che aveva collaborato con Marco Bechis alla realizzazione del film, è indignato: «I Guarani soffrono uno dei tassi di omicidio più alti del mondo e il furto di terra è alla radice di tutte le violenze. Nonostante questo, il processo di demarcazione della terra è in una fase di stallo: le autorità stanno facendo troppo poco per contrastare gli allevatori che hanno occupato il territorio ancestrale della tribù. Quanti altri omicidi terribili dovranno subire i Guarani prima che la loro terra sia mappata e protetta?».