Ma Sel e Verdi sono per la prelazione statale
Budelli, Legambiente controcorrente: «L’isola è privata dall’800, non serve acquisto pubblico»
Quelle risorse alle zone alluvionate e al funzionamento dell’area protetta
[26 Novembre 2013]
Legambiente non è certo tra coloro che il presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, Giuseppe Bonanno, annovera tra chi non si è preoccupato «di vedere quali veri sprechi si siano perpetuati a La Maddalena fino ad oggi, a partire dal mancato G8, che ha solo lasciato ad arrugginirsi un’immensa cattedrale nel deserto», ma non per questo non è meno critica sull’acquisto dell’Isola di Budelli.
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambente, e Vincenzo Tiana, presidente del Cigno Verde sardo, non sono d’accordo sull’emendamento che destina un cospicuo finanziamento per far valere il diritto di prelazione da parte dello Stato nell’asta che ha assicurato l’isola di Budelli al magnate neozelandese Michael Harte per 2 milioni e 940.000 euro per un’isola di 1,60 km2, con oltre 12 km di costa.
«La decisione della Commissione Ambiente del Senato di approvare l’emendamento alla legge di stabilità che consente una spesa di 3 milioni di euro per acquisire al patrimonio pubblico l’isola di Budelli suona stonata in un momento in cui la crisi economica e gli eventi alluvionali degli ultimi giorni rendono fin troppo evidenti le vere priorità in campo ambientale in Sardegna», dicono i due ambientalisti e ricordano che «Budelli infatti, è privata dalla metà del 1800, esattamente come le altre isole dell’arcipelago della Maddalena. Nel corso di questi anni è passata di mano in mano rimanendo intatta e potendo vantare ancora oggi il ruolo simbolico che le viene riconosciuto nell’arcipelago non in virtù di una proprietà pubblica, ma in forza di norme e vincoli che, a tutti i livelli, hanno sinora difeso in maniera efficace un interesse pubblico anche a fronte della proprietà privata. Era privata anche nel 1986, quando le società immobiliari proprietarie presentarono il piano di fattibilità per la realizzazione di un insediamento residenziale intorno a Porto Madonna che prevedeva 50.000 metri cubi di residenze, ed era privata nel 1992, quando venne messa in vendita per la prima volta. E la risposta dello Stato alla messa in vendita in quel caso non fu l’acquisto, ma l’istituzione del Parco Nazionale».
Secondo Tiana «Budelli non è in pericolo per la natura della sua proprietà, ma semmai per il carico antropico incontrollato che ogni estate aggredisce l’Arcipelago, in un parco che non dispone di risorse sufficienti per rendere distinguibili a mare e a terra le zone di tutela integrale, che non ha dotazioni adeguate per rilevare la velocità dei mezzi in transito nei canali tra le isole, che fatica a valutare la consistenza numerica di barche e persone e che, a quasi vent’anni dalla legge istitutiva del Parco, ancora non dispone degli strumenti territoriali previsti dalla legge quadro sulle aree protette».
Per questo l’associazione ambientalista esprime «Totale contrarietà all’ipotesi di destinare risorse pubbliche all’acquisto di Budelli poiché ritiene che una simile scelta, oltre a risultare incoerente rispetto alle effettive priorità ambientali del territorio parco, indebolisca gli stessi istituti di tutela già messi in campo dallo Stato: l’erogazione di denaro pubblico per la sottrazione dell’isola alla proprietà privata passa per una resa, pare un’ammissione di inadeguatezza degli enti e degli strumenti che, sinora, sono stati posti a salvaguardia di quel “bene comune” che l’isola rappresenta. In sostanza, allo stato attuale l’acquisto di Budelli significherebbe solo regalare soldi pubblici ad un privato e ciò sarebbe offensivo per le popolazioni della Sardegna colpite dall’alluvione o per gli abitanti di La Maddalena che aspettano ancora le bonifiche. Senza considerare che un atto del genere rappresenterebbe un dispendioso precedente per le numerose isole private del nostro Paese: da Maldiventre a Serpentara, da Li Galli alle isole della laguna di Venezia, dove altrettanti privati potrebbero contare sulla generosità dello Stato».
Cogliati Dezza conclude: «Rivolgiamo un appello al Ministro Orlando e al Governo perché se lo Stato ha 3 milioni da utilizzare in Sardegna, che li impieghi subito per mettere in sicurezza le zone alluvionate o per realizzare le bonifiche a La Maddalena e non per comprare una zona già protetta come l’isola di Budelli».
Legambiente così sulla questione dell’Isola di Budelli prende le distanze anche dai due partiti che si rifanno all’ambientalismo: l’emendamento era stato presentato dai senatori di Sinistra ecologia e libertà Luciano Uras, Loredana De Petris e Giuseppe De Cristofaro ai quali si sono aggiunte le firme di quasi tutti i gruppi parlamentari. E Uras e De Petris, presidente del Gruppo Misto-Sel, hanno rivendicato la cosa come una vittoria: «L’approvazione dell’emendamento di Sinistra Ecologia Libertà, che sottrae l’isola di Budelli alla privatizzazione e la rende di nuovo pubblica, è una importante vittoria sul piano concreto e simbolico».
Altrettanto hanno fatto i Verdi e l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio che ha promosso una petizione arrivata a 85.000 firme perché il Parco della Maddalena compri l’isola.