Il carbonio elementare che respiriamo in Italia: inquina l’aria ed è dannoso per la salute
[20 Ottobre 2014]
Uno studio condotto da un team di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) insieme ad altri enti e università, in corso di stampa su Atmospheric Environment, conferma che il carbonio elementare (una sottile polvere nera, più nota come black carbon) è presente in grande quantità nell’atmosfera e nell’aria che respiriamo tutti i giorni, ed è dannoso per la salute dell’uomo.
Sandro Fuzzi dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna (Isac-Cnr), che ha coordinato il team che ha realizzato la prima ricerca si black carbon in Italia, spiega che «questo inquinante, dannoso sia per l’ambiente che per la salute, assieme al carbonio organico costituisce la frazione carboniosa del particolato atmosferico, una componente importante di quest’ultimo, fino al 40% della massa. In atmosfera il carbonio elementare e il carbonio organico si trovano sempre associati, poiché originati dalle stesse sorgenti: la combustione incompleta di una qualsiasi sostanza organica, sia combustibili fossili, sia biomasse (legna e residui agricoli), per autotrazione, riscaldamento e produzione di energia».
Il lavoro, coordinato dalla Società italiana di aerosol è stato condotto da tre Istituti del Cnr, l’Isac di Bologna, l’Istituto sull’inquinamento atmosferico, l’Istituto di metodologia per l’analisi ambientale e da sette università italiane: Statale, Bicocca e Politecnico di Milano, Genova, Perugia, Bari e Salento, dall’Arpa-Lombardia e dal Centro comune per la ricerca della commissione europea.
Al Cnr avvertono che i dati sono ancora limitati e non omogeneamente distribuiti sul territorio, ma Fuzzi sottolinea che «l’importante quadro di insieme a livello nazionale ha permesso di evidenziare che le concentrazioni di carbonio elementare nei siti trafficati sono più di cinquanta volte maggiori rispetto ai siti remoti di alta montagna. Per esempio, a Milano in viale Sarca la media nel periodo invernale sfiora i 6 microgrammi per metro cubo (mgm-3), mentre è pari a 0.1 mgm-3 presso il sito ad alta quota di Monte Cimone, nell’Appennino Tosco-Emiliano. Un altro dato importante è che le concentrazioni di carbonio organico ed elementare nella Pianura Padana in inverno sono tre-quattro volte maggiori rispetto a quelle estive. Questo a causa dell’intensità di alcune sorgenti quali il riscaldamento domestico durante la stagione fredda e delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d’aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti. Sempre nel periodo invernale, le concentrazioni di carbonio organico nei siti urbani della Pianura Padana, arrivano fino a 12 mgm-3 nella città di Milano, in via Pascal, risultando mediamente doppie rispetto a siti urbani della Puglia, dove raggiungono massimi di 8 mgm-3 nelle città di Lecce e Bari. Questi valori stagionali a Milano sono superiori del 30% anche a quelli misurati in una grande città come Roma e corrispondono a percentuali di sostanza carboniosa che arrivano al 47% della massa totale dell’aerosol».
Fuzzi conclude: «Il carbonio elementare nel particolato atmosferico sta assumendo una sempre maggiore rilevanza a livello ambientale, tant’è che la Commissione Europea ne raccomanda il monitoraggio. Recentemente, studi epidemiologici hanno fatto sì che l’Organizzazione mondiale della sanità puntasse gli occhi su questo inquinante emergente per i suoi effetti dannosi ai danni dei sistemi respiratorio e cardiovascolare, oltre che per i possibili effetti cancerogeni».