A terra devono affrontare grandi pericoli, ma non c’è più ghiaccio
Cosa ci fanno 35mila trichechi ammassati su una spiaggia dell’Alaska? [FOTOGALLERY]
Le impressionanti foto documentano il più grande raduno di questi mammiferi nell’area
[2 Ottobre 2014]
Mentre il ghiaccio nel Mare dei Chukchi sembra aver toccato il suo minimo storico, 35.000 trichechi si sono ammassati su una spiaggia vicino al villaggio di Point Lay, nel nord-ovest dell’Alaska. L’impressionante ammasso di trichechi del Pacifico (Odobenus rosmarus divergens) è stata fotografata per la prima volta da un aereo con a bordo biologi che effettuano ricerche per la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa).
Chadwick Jay, un ricercatore a capo del Pacific walrus research program dell’U.S. Geological Survey, ha detto all’Alaska Dispatch News: «E’ sicuramente un’aggregazione di buone dimensioni. E’ paragonabile ad un raduno nella stessa zona nel 2011 e a pochi altri negli ultimi anni». Jay si riferisce ai 30.00 trichechi avvistati nel 2011 lungo un Km di costa, ma questa volta sembrano ancora di più e secondo i biologi della Noaa e si tratta probabilmente del più grande raduno sulla terra ferma di questi mammiferi marini mai documentato nel nord-ovest dell’Alaska. Eppure, secondo i biologi, i trichechi devono affrontare gradi pericoli quando si affollano a terra. In questo periodo dell’anno questi enormi pinnipedi nel Mar dei Chukchi sono generalmente femmine e giovani e i trichechi più piccoli rischiano di essere travolti e uccisi durante le fughe precipitose dell’intero branco di fronte a un predatore. Inoltre le spiagge sono lontane dai luoghi migliori per alimentarsi che normalmente sono molto più a largo, sulla scarpata della piattaforma continentale. Per questo i trichechi utilizzano il ghiaccio galleggiante come piattaforme per riposarsi e prendersi cura dei loro cuccioli e poi per andare a scovare conchiglie e molluschi sul fondo del mare.
Ma a metà settembre il ghiaccio galleggiante era praticamente scomparso, costringendo così i trichechi ad andare a terra per riposarsi tra un’immersione e l’altra. Secondo Jay «quando anche l’ultimo, poco ghiaccio è scomparso sono venuti a riva». Solo in 2 degli ultimi 8 anni il Mar dei Chukchi ha avuto abbastanza ghiaccio galleggiante da poter permettere ai trichechi di evitare di nuotare fino riva».
La nuova città dei trichechi vicino a Point Lay è tenuta sotto controllo e fino ad ora non sembrano esserci segni di gravi problemi, «Anche se sono stati trovati alcuni animali morti – dice Andrea Medeiros, portavoce del US Fish and Wildlife Service – Il servizio prevede di inviare un team nell’area per eseguire autopsie sugli animali morti per tentare di determinare la causa della morte». Secondo un rapporto Noaa, fino al 30 settembre erano almeno 36 i trichechi morti avvistati.
Gli ambientalisti sono convinti che queste gigantesche aggregazioni di trichechi del Pacifico non siano un buon segno. Margaret Williams, direttrice dell’Arctic Program del Wwf ha sottolineato che «La concentrazione in massa di trichechi sulla terraferma, quando dovrebbero essere ampiamente sparsi nelle acque coperte dai ghiacci, è solo un esempio degli impatti dei cambiamenti climatici sulla distribuzione delle specie marine nell’Artico».
Proprio a causa della riduzione estiva ed autunnale del ghiaccio marino, il Fish and Wildlife Service Usa sta valutando di concedere le protezioni dell’Endangered species Act al tricheco del Pacifico. Secondo un accordo stipulato con il Center for Biological Diversity, il Fish and Wildlife Service deve prendere una decisione entro il 2017.
Come ha confermato la Nasa pochi giorni fa il ghiaccio marino artico ha sfiorato il suo minimo record: il 17 settembre, dopo 6 mesi di scioglimento la copertura di ghiaccio è scesa a 5.016 Km2, ben al disotto della media degli ultimi 30 anni e il sesto dato più basso da quando sono iniziate le osservazioni satellitari nel 1979.
Jay ha detto all’Alaska Dispatch News che «Il numero di 35.000 trichechi è una stima approssimativa e preliminare. Fondamentalmente, ci sono solo dei tii che guardano fuori dai finestrini mentre l’aereo passa. E il raduno sulla terraferma rappresenta solo alcuni dei trichechi nell’area. In questo stesso momento un certo numero di animali si trovano al largo della costa in acqua, ad alimentarsi. I trichechi di solito passano circa l’80%del loro tempo in acqua». Jay e Medeiros dicono che i biologi stanno progettando studi fotografici più attenti per arrivare ad una stima più precisa del numero di trichechi.
Jay però non fa parte del team di biologi a bordo del flyover sponsorizzato dalla Noaa che sorvola la regione, un progetto che coinvolge diverse agenzie Usa in un unico piano per monitorare i mammiferi marini, ma all’inizio di settembre è stato sul sito per 4 giorni per dotare di dispsitvi radio-tracking 37 animali, un lavoro che fa parte di un programma di monitoraggio annuale per raccogliere informazioni sui comportamenti dei trichechi nel mutevole ambiente artico. «Molti meno trichechi erano nel sito quando lui ero li in mezzo a settembre – dice il ricercatore dell’U.S. Geological Survey – ma c’erano segni insoliti. Abbiamo visto un sacco di segni di tracce dell’orso». Anche i cacciatori locali hanno riferito di aver avvistato diversi orsi bruni e Jay ed i suoi colleghi hanno avvistato un orso polare. «Alcuni trichechi si erano trasferiti in una zona erbosa – racconta ancora Jay – Cosa che ci ha fatto ipotizzare che potessero essere stati disturbati dagli orsi. Attualmente i trichechi di Point Lay potrebbero essersi spostati fuori dalla spiaggia. Alcuni degli animali radio-taggati sono già stati monitorati vicino all’Hanna Shoal, una zona poco profonda in mezzo al Mar dei Chukchi, e sul lato russo. Le migliaia di trichechi raccolti a Point Lay potrebbero essere pronti ad andare altrove per trovare cibo. Non è irragionevole pensare che possano aver spazzato le risorse di cibo, almeno in quella zona».