A Livorno il clima è già cambiato, ecco le conseguenze: alluvioni, siccità e ondate di calore

Dal ministero della Transizione ecologica in arrivo 687.036 euro per investire sull’adattamento del territorio

[2 Settembre 2021]

La crisi climatica arriva da lontano, e in Europa solo negli ultimi cinquant’anni ha provocato 1.672 disastri, 159.438 morti e 476,5 miliardi di dollari di danni economici, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo).

Per capire quanto ci riguardi da vicino, è però utile restringere il campo d’osservazione, come ha fatto ieri il Comune di Livorno in sala Cerimonie, dove le due assessore Giovanna Cepparello e Silvia Viviani – rispettivamente all’Ambiente e all’Urbanistica – hanno illustrato le azioni volte a ridurre la vulnerabilità del territorio a fronte dei diversi impatti del cambiamento climatico.

Sappiamo che l’Italia e la Toscana sono già nell’occhio del ciclone della crisi climatica: a livello nazionale il riscaldamento corre a velocità più che doppia rispetto alla media globale – +2,4 °C rispetto al 1880 vs +1,09°C rispetto al periodo 1850-1900 –, mentre in Toscana la temperatura è salita di +1,2°C solo negli ultimi cinquant’anni.

Cosa significa questo per Livorno? Avvalendosi dei dati raccolti dal Consorzio Lamma, dal Comune mostrano le principali evidenze in termini di ondate di calore, alluvioni e siccità.

Più nel dettaglio, i principali periodi soggetti a ondate di calore in tempi recenti sono avvenuti nel 2019, nel 2018 e nel 2015: qui si sono concentrati i i periodi superiori a tre giorni consecutivi durante l’estate che abbiano avuto una media superiore di almeno 2,5° rispetto alla temperatura media estiva, che per Livorno è di 23,5°. Negli ultimi 10 anni si sono avuti 18 periodi che hanno avuto temperature medie superiori anche di 4° rispetto alla media.

Con riferimento agli eventi di precipitazione intensa, sono stati evidenziate le piogge dello scorso 2020 (5/12 e 23-24/09) con cumulati importanti (127 e 88 mm), e l’evento alluvionale del 2017 (202mm) coi suoi otto morti, prendendo a riferimento il valore del 90 percentile di 31,2mm. Negli ultimi 10 anni ci sono stati 68 superamenti di tale soglia critica.

Invece per i periodi siccitosi, quindi caratterizzati da una sensibile riduzione delle precipitazioni rispetto alla media, attraverso l’indice Spi (Standardized precipitation index) a 3, 6, 12 e 24 mesi, che indica come siccità estrema il valore inferiore a -2, i periodi siccitosi più importanti sono risultati il 2011/2012, il 2017 e 2018/2019. Da notare che gli anni siccitosi sono anche quelli che hanno avuto maggiori precipitazioni concentrate in breve periodo.

Anche attraverso questi dati si ha contezza delle vulnerabilità del territorio, in modo da programmare interventi adatti a mitigare le criticità presenti.

Che fare? Per l’adattamento del territorio labronico alla crisi climatica, la prima importante “partita” è il finanziamento del “Programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano”, ovvero il primo finanziamento diretto da parte del ministero della Transizione ecologica sul tema dei cambiamenti climatici.

Il finanziamento totale ammonta a 80 milioni di euro e in base a ripartizioni relative al numero di abitanti ed alla superficie del territorio comunale, riceveranno il finanziamento 14 città capoluogo delle città metropolitane e 89 comuni con popolazione superiore a 60.000 abitanti. Al Comune di Livorno sono destinati 687.036 euro.

«L’Amministrazione Comunale – spiega Cepparello – presenterà la propria candidatura entro il 6 settembre. I lavori dovranno concludersi entro 24 mesi a partire dall’erogazione dell’anticipo (pari al 20% del finanziamento). È urgente e necessario che le città si adattino. Dobbiamo essere consapevoli che le città nel futuro diventeranno più aride e soggette a eventi climatici estremi. Per questo l’Amministrazione Comunale ha adottato un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, e ha istituito un apposito ufficio. Dobbiamo essere in grado di strutturare una strategia complessiva per non farci trovare impreparati. Gli interventi candidati al finanziamento riguardano un progetto pilota che interesserà la piazza antistante la Chiesa di Sant’Andrea, con ampliamento della piazza, sostituzione pavimentazione con materiale drenante a basso assorbimento di calore, piantumazione di alberi, inserimento di strutture ombreggianti per verde rampicante, realizzazione di zona pedonale (togliere il riferimento alla zona pedonale), realizzazione di cisterna interrata con doppia funzione, che raccoglie acqua piovana che può essere usata per l’irrigazione».

Da aggiungere infine le misure di sensibilizzazione e informazione, realizzazione di uno studio in merito alla mappatura locale delle isole di calore e piantumazione di alberi nel parco Baden Powell e nell’area tra il Centro di via Levante, la ferrovia e la statale 1.

In fase di definizione dei dettagli del progetto, concludono dal Comune, sarà avviato un confronto con i residenti del quartiere per definire alcune scelte in modo condiviso.