All’Onu, Usa e Cina si impegnano per l’azione climatica

Biden: raddoppieremo i finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo. Xi: stop ai finanziamenti alle centrali a carbone all’estero e si a quelli per l’energia verde

[22 Settembre 2021]

Nel suo atteso discorso all’Assemblea generale dell’Onu, il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha ricordato che «Quest’anno ha anche portato morte e devastazione diffuse a causa della crisi climatica senza confini. Gli eventi meteorologici estremi che abbiamo visto in ogni parte del mondo – e tutti voi lo sapete e lo sentite – rappresentano ciò che il Segretario Generale ha giustamente chiamato “codice rosso per l’umanità”. E gli scienziati e gli esperti ci stanno dicendo che ci stiamo rapidamente avvicinando a un “punto di non ritorno”, nel senso letterale. Per mantenere alla nostra portata l’obiettivo vitale di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, ogni nazione deve mettere sul tavolo le sue ambizioni più alte possibili quando ci incontreremo a Glasgow per la COP26 e poi continuare ad aumentare la nostra ambizione collettiva nel tempo».

Biden ha sottolineato che «Ad aprile, ho annunciato il nuovo ambizioso obiettivo degli Stati Uniti nell’ambito dell’Accordo di Parigi per ridurre le emissioni di gas serra dagli Stati Uniti dal 50 al 52% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030, mentre lavoriamo per raggiungere un’economia dell’energia pulita a emissioni zero entro il 2050. E la mia amministrazione sta lavorando a stretto contatto con il nostro Congresso per effettuare gli investimenti essenziali in infrastrutture verdi e veicoli elettrici che ci aiuteranno a sbloccare i progressi nazionali verso i nostri obiettivi climatici. E la parte migliore di questa cosa è che fare questi investimenti ambiziosi non è solo una buona politica climatica, è un’opportunità per ciascuno dei nostri Paesi di investire in noi stessi e nel nostro futuro. E’ un’enorme opportunità per creare posti di lavoro ben retribuiti per i lavoratori in ciascuno dei nostri Paesi e per stimolare la crescita economica a lungo termine che migliorerà la qualità della vita di tutte le nostre persone».

Il presidente Usa ha poi cercatodi rispondere alle molte obiezioni che arrivano dai Paesi in via di sviluppo sul mancato rispetto dei finanziamenti climatici promessi dai Paesi ricchi: «Dobbiamo anche sostenere i Paesi e le persone che saranno colpiti più duramente e che hanno meno risorse per aiutarli ad adattarsi. Ad aprile ho annunciato che gli Stati Uniti raddoppieranno i nostri finanziamenti pubblici internazionali per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare la crisi climatica. E oggi sono orgoglioso di annunciare che lavoreremo con il Congresso per raddoppiare ancora quella cifra, anche per gli sforzi di adattamento. Questo renderà gli Stati Uniti un leader nella finanza pubblica per il clima. E con il nostro ulteriore supporto, insieme all’aumento del capitale privato e altro,  da altri donatori, saremo in grado di raggiungere l’obiettivo di mobilitare  100 miliardi di dollari per sostenere l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo».

Anche se il clima non è sembrata essere la principale preoccupazione in un discorso che è sembrato voler riaffermare l’egemonia statunitense dopo la disastrosa ritirata afghana, il discorso di Biden è sicuramente un passo aventi rispetto al negazionismo climatico e all’uscita dall’Accordo di Parigi del suo predecessore Donald Trump.

E infatti il segretario generale dell’Onu António Guterres ha detto: Sono incoraggiato dagli importanti annunci fatti all’Assemblea Generale dai leader delle due maggiori economie del mondo riguardo al loro impegno per l’azione per il clima. Accolgo con favore l’annuncio del presidente Biden che gli Stati Uniti d’America aumenteranno significativamente i finanziamenti internazionali per il clima a circa 11,4 miliardi di dollari l’anno. Questo maggiore contributo degli Stati Uniti avvicinerà i paesi sviluppati a rispettare il loro impegno collettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari l’anno in finanziamenti per il clima. Accolgo inoltre con favore l’annuncio fatto dal presidente Xi che la Cina porrà fine a tutti i finanziamenti alle centrali elettriche a carbone all’estero e reindirizzerà il suo sostegno all’energia verde e low-carbon. Accelerare la graduale eliminazione globale del carbone è il passo più importante per mantenere a portata di mano l’obiettivo di 1,5 gradi dell’accordo di Parigi».

Nel suo (prudente) e altrettanto atteso discorso all’Onu, il presidente cinese Xi Jinping  ha sottolineato che «Dobbiamo garantire la convivenza armoniosa tra uomo e natura. Dobbiamo migliorare la governance ambientale globale, combattere attivamente i cambiamenti climatici e costruire un futuro condiviso per le persone e la natura. Dobbiamo accelerare la transizione verde e raggiungere una ripresa e uno sviluppo verdi. La Cina si adopererà per raggiungere il picco delle emissioni di CO2 entro il 2030 e raggiungere la carbon neutraliy entro il 2060. Questi obiettivi richiedono sforzi ardui e la Cina vi dedicherà tutte le sue forze. La Cina sosterrà vigorosamente lo sviluppo di energia verde e low.carbon nei Paesi in via di sviluppo. Non costruirà più nuove centrali elettriche a carbone all’estero».

Rivolto a tutti i Paesi, il presidente cinese ha evidenziato che « Dobbiamo adottare azioni concrete. Dobbiamo aumentare gli investimenti nello sviluppo, dare priorità alla promozione della cooperazione sulla riduzione della povertà, la sicurezza alimentare, la risposta sanitaria e i vaccini, il finanziamento dello sviluppo, il cambiamento climatico e lo sviluppo verde, l’industrializzazione, l’economia digitale, l’interconnessione e altri settori. Dobbiamo accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e costruire una comunità di futuro condiviso per lo sviluppo globale. La Cina ha annunciato ulteriori aiuti di 3 miliardi di dollari nei prossimi tre anni per sostenere altri Paesi in via di sviluppo nella lotta al COVID-19 e alla ripresa dello sviluppo economico e sociale».

Una competizione virtuosa – dopo tanti scontri verbali e confronti armati a distanza – che piace a Guterres che però ha fatto notare che «Sebbene gli annunci odierni siano i benvenuti, abbiamo ancora molta strada da fare per rendere la COP26 un successo e garantire che segni un punto di svolta nei nostri sforzi collettivi per affrontare la crisi climatica.  Ricordiamo che, sulla base degli attuali impegni di riduzione delle emissioni degli Stati membri, il mondo è su un percorso catastrofico verso 2,7 gradi di riscaldamento. Abbiamo bisogno di un’azione decisa da parte di tutti i Paesi, in particolare del G20, per fare il possibile e contribuire efficacemente alla riduzione delle emissioni. Tutti i Paesi devono portare a Glasgow il loro livello di ambizione più alto, se vogliamo mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi dell’accordo di Parigi a portata di mano».