Ancora inondazioni nel Sud Sudan: devastate le comunità più vulnerabili
La peggiore alluvione degli ultimi decenni colpisce oltre 700.000 persone. UNHCR: urgente l’adattamento al cambiamento climatico
[20 Ottobre 2021]
Arafat Jamal, rappresentante dell’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) in Sud Sudan e residente ad interim e Coordinatore umanitario dell’Onu nel Paese più giovane dell’Africa che non ha mai ritrovato la pace dopo l’indipendenza, ha lanciato un accorato allarme dopo che la peggiore alluvione degli ultimi decenni sta colpendo oltre 700.000 persone in tutto il Sud Sudan: «L’UNHCR è allarmata per le esigenze critiche che devono affrontare i più vulnerabili. Insieme al team umanitario del Paese e al governo del Sud Sudan, l’UNHCR sta fornendo il supporto urgentemente necessario ai più colpiti, compresi articoli per l’igiene, cibo, alloggi di emergenza e lanterne solari per fornire luce».
Durante una conferenza stampa Jamal ha fatto un quadro terribile della situazione in Sud Sudan: «Le inesorabili inondazioni causate da settimane di forti piogge hanno spazzato via le case e inondato i terreni agricoli. Famiglie e bestiame sono stati costretti a cercare sicurezza sulle alture e nelle città vicine. Nel solo Stato dell’Alto Nilo, i team dell’UNHCR hanno incontrato circa 1.000 persone che avevano camminato per 7 giorni per raggiungere la città di Malakal. Donne, bambini e anziani sono arrivati esausti e affamati. Alcuni non mangiavano da giorni. Altri sono abbandonati su isole circondate dall’acqua, al riparo sotto gli alberi e incapaci di attraversare in sicurezza. Le donne sono profondamente preoccupate per la salute dei loro figli, con l’aumento del rischio di infezioni dovute a malattie mortali trasmesse dall’acqua».
Il rappresentante umanitario dell’Onu non ha dubbi su quale sia la causa principale: «Gli effetti dell’emergenza climatica si fanno sentire in ogni continente e in ogni regione, ma i suoi impatti si fanno sentire profondamente nell’Africa orientale. Le comunità, già in difficoltà, stanno affrontando inondazioni e tempeste senza precedenti, piogge imprevedibili e difficoltà in condizioni più calde e secche, poiché i loro bisogni fondamentali e i loro diritti all’acqua, al cibo, ai mezzi di sussistenza, alla terra e a un ambiente sano sono duramente colpiti. Le recenti inondazioni colpiscono principalmente 4 Stati del Sud Sudan. In alcune aree, le comunità non vedevano inondazioni di questa portata dal 1962. Altre continuano a subire l’impatto di questi eventi meteorologici avversi, dove tre anni di inondazioni consecutive hanno eroso la capacità delle persone di far loro fronte e di sopravvivere».
E in questo Paese prima straziato da una pluridecennale guerriglia contro il Sudan per l’indipendenza (e il petrolio) e poi dalla feroce guerra civile tra le due fazioni del Sudan People’s Liberation Army, «Si prevede che le piogge in Sud Sudan continueranno per il resto dell’anno . avverte Jamal – con un previsto aumento del numero di persone che necessitano di assistenza umanitaria. Inoltre, gli stress climatici, sia inondazioni che siccità, che a volte si verificano nello stesso anno, hanno scatenato conflitti tra le comunità, poiché le comunità sono costrette a cercare e condividere rifugi in zone sempre più piccole di terreno più elevato e cercano disperatamente di compensare il reddito perso. Il dialogo tra le comunità ospitanti e sfollate che condividono le risorse continuerà ad essere essenziale».
Ma non ci sono solo cattive notizie: il governo del Sud Sudan, una delle nazioni più povere del mondo, ha già stanziato 10 milioni di dollari per i soccorsi per le vittime delle inondazioni. Anche i governi locali stanno anche lavorando per alleviare le sofferenze all’interno delle loro comunità, compresa la costruzione di argini, l’installazione di sistemi per pompare le acque alluvionali e reindirizzare l’acqua in eccesso attraverso i canali. E l’inviato Onu sottolinea che «Anche le comunità ospitanti e gli stessi sfollati continuano a mostrare un’incredibile resilienza e generosità», ma ricorda che «Le attuali inondazioni si sono verificate in un momento in cui le persone stanno già affrontando la triplice minaccia della guerra, del Covid-19 e della fame. Le inondazioni non solo innescano crisi umanitarie immediate, ma si ripercuoteranno durante l’anno a venire, con la perdita di intere stagioni di semina e l’annegamento di mandrie di bestiame. Le agenzie umanitarie e i governi locali del Sud Sudan stanno accumulando sacchi di sabbia e pompando acqua nel tentativo urgente di proteggere le popolazioni dalle inondazioni peggiori, ma affinché la nazione possa riprendersi, è essenziale uno sforzo più concertato per aiutare le famiglie e i loro mezzi di sussistenza ad adattarsi agli effetti implacabili del cambiamento climatico che si intensificano».
Jamal ha concluso: «Con inondazioni devastanti che dovrebbero continuare con l’intensificarsi della crisi climatica, l’UNHCR chiede alla comunità internazionale di assistere urgentemente le comunità colpite per ricostruire e proteggere le vite e i mezzi di sussistenza delle persone».