Giù produzione e consumi, ma temperature medie da record: ad aprile 1,5 °C in più
Assoelettrica, nel 2016 in Italia cala la produzione da rinnovabili e cresce quella da fossili
In discesa anche l’efficienza energetica, ma a calare (rispetto al 2015) sono anche i gas serra
[19 Maggio 2016]
In Italia la produzione da fonti rinnovabili ha registrato una flessione del 7%, mentre la produzione da fonti fossili una crescita del 3%, in un contesto generale che vede una contrazione dei consumi elettrici e della produzione elettrica rispettivamente dell’1,5% e dello 0,7%. Il che significa che abbiamo importato meno energia dall’estero, ma l’abbiamo prodotta soprattutto bruciando combustibili fossili.
È questo il quadro disegnato da Assoelettrica all’interno della propria newsletter che, appena pubblicata, offre un consuntivo dei primi tre mesi del 2016 messi a confronto con lo stesso periodo del 2015.
Nel dettaglio, Assoelettrica spiega che tra gennaio-marzo 2016 rispetto a gennaio-marzo 2015, la produzione da fonti rinnovabili evidenzia una contrazione di 1.632 GWh, proseguendo il trend ribassista evidenziato nello stesso periodo dello scorso anno. Tale decremento è causato principalmente della forte riduzione della produzione idroelettrica (-1.798 GWh), per il perdurare della scarse precipitazioni. In diminuzione, per le condizioni meteo poco favorevoli, anche la produzione fotovoltaica (-507 GWh). In crescita, invece, la produzione eolica (+577 GWh), mentre si attestano su valori pressoché costanti quella geotermica e da biomasse. Al contempo, gli incentivi si sono attestati a 2,6 miliardi di euro, in diminuzione di 0,2 miliardi rispetto al periodo gennaio – marzo 2015.
Nello stesso periodo di tempo (sempre rispetto a gennaio-marzo 2015) la produzione da fonti fossili evidenzia una crescita di 1.072 GWh, confermando il trend crescente registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Tale incremento è legato al forte aumento della produzione da gas naturale (+3.166 GWh). In forte diminuzione, invece, la produzione da solidi (-1.719), seguita da quella da prodotti petroliferi (-375).
È solo questa combinazione di fattori – bruciando gas naturale, come noto, vengono emessi in atmosfera minori quantità di gas serra rispetto a quanto si otterrebbe con carbone o petrolio – che ha permesso una lieve diminuzione (-0,8 milioni di tonnellate) nelle emissioni di CO2 derivanti dalla produzione termoelettrica rispetto al 2015, anno nel quale è però bene ricordare che le emissioni climalteranti italiane sono cresciute sensibilmente.
Non aiuta infine (ma qui il confronto è aggiornato ai dati 2015, in relazione al 2014) il peggioramento nelle performance di efficienza energetica registrate dall’Italia: l’intensità elettrica del 2015 è lievemente aumentata rispetto al 2014 (che misura quanta energia elettrica occorre per produrre un’unità di Pil), e lo stesso ha fatto l’intensità energetica primaria (ovvero, quella che non considera soltanto il fattore elettrico), passata a 99 toe/mln € rispetto ai 96 toe/mln € del 2014: «Tale crescita – spiega Assoelettrica – sta ad attestare un aumento del consumo di energia primaria impiegata per unità di ricchezza prodotta, il che determina un allontanamento rispetto agli obiettivi di incremento dell’efficienza energetica».
Molti fattori, in gran parte negativi (e contrari agli impegni assunti dall’Italia nelle sedi internazionali) e sintetizzabili semplicemente guardando un termometro ambientale: ad aprile, come testimonia ancora Assoelettrica, in Italia si è avuta una temperatura media mensile superiore di un grado centigrado e mezzo rispetto ad aprile del 2015. Eppure la cosa non sembra preoccuparci molto.
L. A.