Aumenta la fame in Medio Oriente e nord Africa

Grande preoccupazione alla conferenza Nena Fao: scarsità di risorse naturali, cambiamenti climatici. migrazione e guerre

[5 Marzo 2024]

Aprendo la Conferenza Regionale della Fao per il Vicino Oriente (NERC37) che si conclude oggi nella capitale della Giordania Amman, il direttore generale della Fao, Qu Dongyu. ha detto che «La situazione a Gaza, insieme alle crisi prolungate in Sudan, Siria e Yemen, è di grande preoccupazione».

Mentre i Paesi del Medio Oriente e Nord Africa (Nena) si riprendono dalle sfide globali che hanno dovuto affrontare negli ultimi anni – dal Covid-19, ai cambiamenti climatici e alla guerra  – e di fronte a un aumento della popolazione, della povertà e della migrazione, per la Fao «La necessità di adottare un quadro politico e un piano d’azione che garantisca l’accelerazione della trasformazione dei sistemi agroalimentari regionali in modo da raggiungere un’agricoltura e un’alimentazione sostenibili la sicurezza nel contesto delle molteplici crisi che affliggono la regione sta diventando sempre più cruciale».

La conferenza di Amman si  è svolta però sullo sfondo di un preoccupante aumento delle stime sulla fame e sulla malnutrizione. Secondo gli ultimi dati della Fao, «La fame negli Stati arabi ha raggiunto nel 2022 il valore più alto dall’inizio del millennio, con 59,8 milioni di persone denutrite. Questo rappresenta un aumento del 75,9% rispetto al 2000, che corrisponde al 12,9% della popolazione, ben al di sopra della media globale del 9,2%».

Dopo la situazione è precipitata con l’attacco israeliano alla Striscia di Gaza, «Dove la popolazione sta sperimentando livelli catastrofici di insicurezza alimentare indotti dal conflitto e un alto rischio di carestia», denuncia nuovamente la Fao.

Qu ha sottolineato «Il ruolo cruciale svolto dalla Fao a Gaza, in particolare in termini di fornitura di aiuti di emergenza e partecipazione agli sforzi di ricostruzione». La Fao partecipa al joint UN flash appeal e si sta coordinando da vicino con la più ampia famiglia e i partner dell’Onu per rispondere alla tragedia umanitaria di Gaza nel modo più appropriato ed efficace, in linea con il suo mandato.

Qu ha ricordato che «Nell’ambito dell’appello flash inter-agenzie Onu del novembre 2023, la Fao ha anche lanciato un appello per 20 milioni di dollari e prevede di riattivare la produzione di alimenti deperibili e altamente nutrienti che non possono essere importati come aiuti alimentari, tra cui latte fresco, carne e verdure, ha affermato. La crisi a Gaza si aggiunge alle molteplici sfide di lunga data che la regione deve affrontare. Questi includono gli impatti negativi della crisi climatica, la bassa disponibilità pro capite di acqua dolce, l’aumento della popolazione e l’urbanizzazione, nonché la forte dipendenza dal cibo importato. Inoltre, la sovrapposizione di crisi come la pandemia di Covid-19, gli effetti dei conflitti in corso e delle guerre in altre parti del mondo, insieme alle crescenti sfide economiche e fiscali, in particolare l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, hanno aggravato queste difficoltà. Tutte queste sfide stanno influenzando i sistemi agroalimentari globali, sottolineando la necessità di una trasformazione urgente dei nostri sistemi agroalimentari per diventare più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili. Per questo motivo, il tema di questa Conferenza regionale è accelerare questa trasformazione  e non potrebbe essere più rilevante e tempestivo di adesso».

Il direttore generale della Fao ha ricordato che «Nella regione NENA in particolare, “stiamo assistendo ad una tendenza preoccupante di un continuo aumento della fame e della malnutrizione negli ultimi anni. Con circa il 60% della popolazione della regione che soffre la fame e più della metà della popolazione non può permettersi una dieta sana, vi è una forte dipendenza dal cibo importato, che porta ad una rapida erosione del suolo e all’esaurimento delle risorse agricole. Ecco perché non c’è più tempo da perdere nel controllare i danni causati: abbiamo urgentemente bisogno di salvaguardare i nostri sistemi agroalimentari per le generazioni attuali e future. Per fare questo, abbiamo bisogno di una visione condivisa, lungimiranza, capacità, una strategia di attuazione e un percorso chiaro che porti ad impatti e risultati, a breve, medio e lungo termine».

E’ intervenuto anche il primo ministro della Giordania giordano, Bisher Khasawneh, che, dopo aver espresso la sua preoccupazione per la terribile situazione situazione a Gaza, ha affermato che «La Giordania sta lavorando duramente per trasformare i suoi sistemi alimentari lungo tutta la catena del valore. per promuovere la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico».

La Fao ha una serie di strumenti fondamentali progettati per sostenere la trasformazione dei sistemi agroalimentari nella regione e contribuire a rispettare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Tra questi, i principali sono lo Strategic Framework 2022-31   e iniziative come Hand-in-Hand e One Country One Priority Product ma anche una forte attenzione alla scienza, all’innovazione e alla tecnologia.

Qu ha però ammesso che «Dobbiamo fare di più e meglio insieme». Poi ha evidenziato alcune aree che richiedono maggiore attenzione  e che includono «Un migliore utilizzo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione; più scambi commerciali, in particolare quelli intraregionali; incoraggiare gli investimenti esteri e nazionali, sia del settore pubblico che privato; e più azioni attraverso iniziative come le  Water Scarcity Initiatives  per gestire gli impatti negativi della crisi climatica».

Dopo il Senior Officers Meeting che si è tenuto virtualmente dal 5 all’8 febbraio, durante il quale i ministri dell’agricoltura, le organizzazioni partner, le agenzie Onu  e gli alti funzionari dei Paesi membri si sono incontrati per elaborare le sfide e le priorità regionali nella regione NENA, definendo le priorità di lavoro per il prossimo biennio, la sessione ministeriale NERC37 punta a inquadrare documenti e deliberazioni e a raccogliere le diverse prospettive dei Paesi membri sulle priorità e ad arrivare ad un accordo regionale sulla via da seguire e ad un’azione congiunta per realizzare un sistema agroalimentare sostenibile de discute le quattro principali priorità della Fao per organizzare il suo sostegno e massimizzare il suo impatto nei Paesi della regione NENA nei prossimi due anni: 1) Trasformazione rurale e catene di valore inclusive, il che implica affrontare sfide come l’elevata disoccupazione rurale, la migrazione giovanile verso le città, la povertà rurale e l’ampliamento del gap rurale-urbano; 2) Sicurezza alimentare e dieta sana per tutti, che prevede che la Fao  fornisca sostegno ai Paesi membri per rispondere meglio alle sfide poste dal crescente gap tra domanda e offerta alimentare, determinato dalla crescita della popolazione e dall’aumento dei redditi, a fronte delle risorse naturali limitate (acqua e terra), e il crescente problema della malnutrizione, della scarsa sicurezza e qualità alimentare; 3) Rendere l’agricoltura più verde: affrontare la scarsità d’acqua e l’azione climatica; 4) Costruire la resilienza ai molteplici shock, il che implica il sostegno della Fao ai Paesi membri nell’affrontare le sfide derivanti dai conflitti protratti e dai molteplici shock e crisi affrontati dai sistemi agroalimentari.