Cambiamenti climatici, il Parlamento europeo traccia la strada da Lima a Parigi
«Ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 50% entro il 2050»
[6 Novembre 2014]
La ventesima Conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Cop20 Unfccc) che si terrà dal primo al 12 dicembre nella capitale del Perù, Lima, «deve permettere ai partner mondiali di concludere un accordo ambizioso sul clima a Parigi nel 2015, per restare sul percorso di un riscaldamento climatico inferiore ai 2° C», lo afferma una risoluzione approvata dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo con 56 voti a favore, 2 contrari e 9 astensioni.
Gli eurodeputati ricordano che «L’Ue ed i suoi Stati membri si sono impegnati ad aumentare i contributi al Green Climate Fund dell’Onu, con l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di d ollari all’anno entro il 2020».
Il presidente della Commissione ambiente, l’italiano Giovanni La Via (Nuovo centrodestra), che sarà alla testa della delegazione dell’europarlamento a Lima, ha detto che «Il nostro obiettivo finale è quello di fare in modo che le nostre economie seguano lo scenario di un riscaldamento climatico al di sotto dei 2° C. Il mese prossimo a Lima, le parti dell’Unfccc dovranno lavorare in maniera costruttiva per mettere in campo gli elementi dell’accordo che dovrà essere concluso a Parigi, e noi dovremo svolgere un ruolo centrale. Certo, siamo di fronte ad una sfida politica e dobbiamo convincere tutti i protagonisti che la via verso un’economia low-carbon non è punitiva, ma al contrario è quella che ci permetterà di creare lavoro e di sviluppare delle tecnologie e dei prodotti dei quali la comunità internazionale avrà bisogno».
Nel testo approvato dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo si legge che «Tutti i Paesi dovranno contribuire, perché le iniziative dilatorie non faranno che accrescere i costi e ridurre le possibilità. La Conferenza di Lima dovrà anche accordarsi sugli obblighi di informazione che dovranno garantire che i contributi nazionali siano quantificabili e comparabili».
Secondo gli eurodeputati la Conferenza di Lima è «L’occasione per fissare degli obiettivi chiave prima dell’accordo internazionale del 2015 che sarà dibattuto a Parigi (Cop 21) dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. Quest’accordo dovrà includere delle misure per una strategia di attenuazione, adattamento e messa in opera al fine di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 50% entro il 2050».
Gli europarlamentari fanno notare che «Nel 2012, l’Ue aveva ridotto le sue emissioni di gas serra del 19% in rapporto ai livelli del 1990, conformemente al Protocollo di Kyoto, aumentando allo stesso tempo il Pil di più del 45%. Ha quindi quasi ridotto della metà l’intensità media delle emissioni tra il 1990 e il 2012 e diminuito del 25% le sue missioni per abitante».
I parlamentari Ue evidenziano anche che «L’Unione europea ed i suoi Stati membri si sono impegnati ad aumentare i finanziamenti in favore della lotta contro il cambiamento climatico finanziando il Green Climate Fund delle Nazioni Unite e mobilitando congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020, nel quadro del loro contributo all’accordo di Copenaghen del dicembre 2009, che punta a mantenere il riscaldamento climatico al di sotto dei 2° C». Gli europarlamentari si sono rivolti agli altri donatori dei Paesi sviluppati perché facciano la stessa cosa «Al fine di mobilitare maggiori fondi per le misure contro il riscaldamento climatico».
Nella risoluzione approvata si sottolinea che «Gli accordi sul finanziamento delle misure di lotta contro il cambiamento climatico, i trasferimenti di tecnologie ed il rafforzamento delle capacità saranno essenziali per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Cioè quelli che emettono meno gas serra ma sono i più vulnerabili al cambiamento climatico, a causa della loro bassa capacità di reazione ed adattamento».
La mozione si conclude con un monito all’ International Maritime Organization (Imo) e alla International Civil Aviation Organization Icao) a «Prendere iniziative per ottenere dei risultati soddisfacenti in tempi certi, in linea con l’ampiezza e l’urgenza della sfida climatica».