Clima, ecco l’intervento di Giorgia Meloni alla Cop28 (VIDEO)
La presidente usa la Conferenza Onu per lanciare un nuovo attacco al «cibo in laboratorio», ma promette 100 milioni di euro sul fondo per le perdite e i danni da cambiamento climatico
[1 Dicembre 2023]
Pubblichiamo di seguito integralmente il testo dell’intervento pronunciato da Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio dei ministri italiano, nel corso del Leaders’ Event: Transforming Food Systems in the face of Climate Change, svoltosi oggi nell’ambito della 28 Conferenza Onu sui cambiamenti climatici (Cop28) in corso a Dubai.
Cari colleghi, cari ospiti, vorrei innanzitutto ringraziare la Presidenza per l’invito a questo importante evento e per il fermo impegno della sua leadership – anche con la Dichiarazione che adottiamo oggi – nei confronti di un tema su cui l’Italia è da tempo impegnata.
Come hanno riconosciuto le Nazioni Unite scegliendo di ospitare a Roma la sede delle agenzie dell’ONU che si occupano di sistemi alimentari, e come ha dimostrato il recente Vertice sui Sistemi Alimentari dell’ONU, che si è tenuto anch’esso a Roma lo scorso luglio.
E non potrebbe essere altrimenti, perché il sistema alimentare italiano è tra i più avanzati e rinomati al mondo. Penso, ad esempio, ai principi della Dieta Mediterranea, che non appartengono solo all’Italia e al Mediterraneo, ma a tutto il mondo. Siamo consapevoli di quanto il nostro know-how possa essere prezioso anche per gli altri, per cui la sicurezza alimentare per tutti è anche una delle priorità strategiche della nostra politica estera.
Per questo motivo una parte molto consistente del nostro Piano Mattei per l’Africa – un progetto basato sulla collaborazione paritaria con il continente africano – è destinata al settore agricolo. Ma il nostro obiettivo non è fare beneficenza, perché la mia idea è che l’Africa non ha bisogno di beneficenza, ma di qualcosa di diverso, ovvero la possibilità di competere in condizioni di parità.
Quindi dobbiamo aiutare il continente a prosperare con le proprie risorse, e l’Africa detiene, tra l’altro, il 65% delle terre coltivabili del pianeta che, con tecnologie adeguate e formazione adeguata, possono garantire una produzione alimentare autosufficiente e crescita economica.
E dirò di più. Non solo siamo fermamente impegnati sulla sicurezza alimentare, ma vogliamo essere impegnati sulla salubrità del cibo. La sfida che dobbiamo affrontare non è solo quella di garantire cibo per tutti, ma quella di garantire cibo sano per tutti. Non vogliamo considerare la produzione di cibo come carburante per la sopravvivenza, ma la vogliamo considerare un mezzo per vivere una vita sana.
In questo contesto riveste un ruolo fondamentale la ricerca, ma – lo voglio dire chiaramente – non per produrre cibo in laboratorio, e magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare cibo naturale mentre il cibo sintetico è diretto ai poveri, con impatti sulla salute che non possiamo prevedere. Non è questo il mondo che voglio vedere.
Il mondo che voglio vedere è un mondo in cui viene preservato il legame che, attraverso i millenni, ha unito la terra e l’uomo, il lavoro e l’alimentazione, un mondo in cui la ricerca è in grado di contribuire a ottimizzare questo legame. Garantire colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici, ma anche ideare tecniche agricole sempre più moderne e innovative, in grado di migliorare sia la qualità che la quantità di produzioni e di ridurre le esternalità negative come l’eccessivo consumo di acqua. È su questo che siamo impegnati.
Ovviamente è necessario dedicare risorse adeguate al nesso tra clima e sistemi alimentari. Questo è uno degli obiettivi del Fondo italiano per il clima da 4 miliardi di euro, di cui il 70% sarà destinato ai Paesi africani.
Contribuiamo anche al ‘loss and damage fund’ con 100 milioni di euro per aiutare a raggiungere gli obiettivi di questa COP28.
Infine, queste sfide saranno anche al centro della Presidenza italiana del G7 l’anno prossimo, durante la quale intendiamo promuovere strumenti innovativi, basandoci sui risultati della COP28, a partire dalla Dichiarazione importante che firmiamo oggi (l’Emirates Declaration on Sustainable Agriculture, Resilient Food Systems, and Climate Action, ndr). Grazie.