Clima, i suggerimenti dell’Ipcc per una buona comunicazione spiegati dal Pnacc
Sei punti per coinvolgere e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi climatica in corso
[28 Dicembre 2022]
Il nuovo Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), appena pubblicato dal ministero dell’Ambiente, contiene un focus su “I suggerimenti dell’Ipcc per una buona comunicazione” sulla crisi climatica in corso. Lo riproponiamo di seguito integralmente.
Riscaldamento globale, impoverimento dell’ozono stratosferico, emissioni di gas serra, forcing radiativo, desertificazione, resilienza, vulnerabilità: parlare di cambiamenti climatici, soprattutto ad un pubblico non tecnico, non è sempre facile e si possono incontrare difficoltà a tradurre concetti tecnici e spesso complessi in messaggi comprensibili.
Partendo da questa criticità, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, ha voluto produrre una guida che definisce modi e “regole” per comunicare efficacemente questa materia al vasto pubblico. Ha quindi chiesto alla Climate Outreach, una delle organizzazioni con la maggiore esperienza in Europa in comunicazione del cambiamento climatico, di elaborare un manuale di comunicazione, scientificamente fondato e dal taglio pratico, quale strumento per coinvolgere e sensibilizzare l’opinione pubblica. Alla base della guida ci sono 6 principi chiave, trattati attraverso riferimenti puntuali e dettagliati, consigli pratici ed esempi applicativi:
Mostrarsi sicuri nel comunicare: agire e parlare con sicurezza e sincerità aiuta ad instaurare un rapporto di fiducia con il pubblico.
Parlare di cose reali e non di concetti astratti: i numeri del cambiamento climatico sono troppo distanti dall’esperienza quotidiana, è meglio iniziare la discussione sul clima partendo da esperienze comuni, usando un linguaggio chiaro ed esempi più vicini possibile al pubblico a cui ci si rivolge; evitare il “distanziamento psicologico”, ovvero la tendenza a ridurre il cambiamento climatico ad un problema che si manifesterà in un futuro lontano e colpirà soltanto chi vive in località remote.
Toccare i temi su cui il pubblico è più sensibile: se si fa riferimento a valori ampiamente condivisi o argomenti di interesse locale, è più probabile che argomentazioni scientifiche vengano ascoltate; limitarsi a riportate i fatti non basta a catturare l’attenzione del pubblico ma bisogna riuscire a metterli in relazione con i valori morali di chi ci ascolta.
Raccontare una storia avvincente usando una struttura di tipo narrativo e mostrando il volto umano che sta dietro la scienza; le persone comuni sono infatti molto più abituate a scambiarsi informazioni attraverso storie che non tramite grafici e numeri, inoltre, un elemento di empatia fra scienziati e pubblico è la condivisione di qualcosa di personale al di fuori del lavoro.
Concentrarsi su ciò che si sa e su cui c’è forte consenso scientifico prima di affrontare ciò che è incerto; non si può infatti ignorare che l’incertezza è parte integrante della climatologia.
Usare una comunicazione visiva di maggiore impatto, attualmente per parlare di cambiamento climatico si usa un set di immagini molto ristretto (orsi polari, calotte glaciali che si sciolgono, camini fumanti…) che rischiano di non coinvolgere il pubblico e sminuire la portata e il valore del problema. Meglio sarebbe usare immagini che raccontano, ad esempio, comportamenti che le persone possono mettere in atto, oppure “soluzioni” reali al cambiamento climatico, o ancora gli effetti dei cambiamenti climatici su scala locale.
Manuale e video esplicativo disponibili online. Per maggiori informazioni: https://climateoutreach.org/resources/ipcc-communicationshandbook/