Pubblicato il nuovo rapporto Onu sugli Ndc
Clima, il picco delle emissioni arriverà entro il 2030 ma gli impegni degli Stati non bastano
Wwf: «Cos’altro serve al mondo per svegliarsi? Abbiamo provato sulla nostra pelle, anche in Italia, cosa sono le perdite di vite umane e i danni di cui parlano nei negoziati climatici»
[15 Novembre 2023]
La Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici ha pubblicato ieri il nuovo rapporto sui piani climatici nazionali (gli Ndc) di 195 Paesi, confermando che siamo ben lontani dall’aver messo in campo gli sforzi necessari per limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C.
«I governi stanno facendo piccoli passi per scongiurare la crisi climatica – afferma Simon Stiell, il segretario esecutivo dell’Onu sui cambiamenti climatici – Devono fare passi avanti coraggiosi alla Cop28 di Dubai per rimettersi in carreggiata. La Cop28 deve rappresentare un chiaro punto di svolta. I governi non devono solo concordare quali azioni più incisive verranno intraprese sul clima, ma devono anche iniziare a mostrare esattamente come realizzarle».
Infatti, ad oggi anche se venissero attuati gli ultimi piani climatici nazionali disponibili, le emissioni aumenteranno dell’8,8% rispetto al 2010; la buona notizia è che si prevede che entro il 2030 le emissioni saranno inferiori del 2% rispetto ai livelli del 2019, ovvero il picco delle emissioni globali di gas serra avverrà entro questo decennio.
Ma serve ben altro per frenare la crisi climatica: per restare entro i +1,5°C rispetto all’era pre-industriale, le emissioni di gas serra devono essere ridotte del 43% entro il 2030, sempre rispetto ai livelli del 2019.
«Che cos’altro serve al mondo per svegliarsi? – si chiede Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italia – Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, anticipano gli scienziati. E già abbiamo visto temperature record, di gran lunga più calde delle precedenti, con una sfilza di eventi estremi che hanno funestato persone e comunità in tutto il mondo. Abbiamo provato sulla nostra pelle, anche in Italia, cosa sono i loss and damage, le perdite di vite umane e i danni, di cui parlano nei negoziati climatici. Abbiamo capito che la crisi climatica non guarda in faccia a nessuno, colpisce tutti, a cominciare dai più fragili. Alla Cop28 il mondo si dovrà unire nella volontà di aumentare le ambizioni, di lavorare insieme, di realizzare gli impegni, di trasformare le nostre società e di aiutare chi ha bisogno, per il bene della casa comune che condividiamo».
Come sottolineano dal Wwf, l’aumento di ogni frazione di grado mette a rischio sempre più vite, ecosistemi ed economie. Questo messaggio non è mai stato così chiaro come quest’anno, in cui tutti i record delle temperature sono stati infranti, lasciando una scia di devastazione in tutto il mondo.
Una delle decisioni della Cop28 sarà il percorso e i piani per un’azione climatica ambiziosa delineati nel Global stocktake, un filone di lavoro pensato proprio per delineare il prossimo ciclo di piani climatici nazionali.
«Il Global stocktake – conclude Midulla – deve aiutare a colmare il divario tra quello che i Paesi stanno programmando di fare e ciò che realmente deve essere fatto per limitare il riscaldamento globale a 1,5℃. È un confronto che vedrà l’apporto di tutte le componenti istituzionali, sociali ed economiche: dal loro impegno e dalla leadership dei Governi deve venire quella risposta alla crisi climatica galoppante che i cittadini e i popoli chiedono e che ancora è ben lontana dall’essere sufficiente».