Clima, le emissioni italiane di gas serra sono tornate a crescere: +4,8% sul 2020

Ispra: «Si attende un incremento come conseguenza della ripresa delle attività economiche»

[6 Dicembre 2021]

In quest’ultima parte dell’anno la crisi pandemica sta tornando a prendere vigore, con contagi di nuovo in crescita, ma anche la crisi del clima non accenna ad arretrare.

Secondo le ultime stime elaborate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nel 2021 le emissioni di gas serra italiane cresceranno del 4,8% rispetto a quelle del 2020, inseguendo la crescita del Pil prevista per lo stesso periodo (6,1%); si tratta dunque di un caso di disaccoppiamento relativo, dove la pressione sull’ambiente cresce più lentamente del Pil.

Cosa più importante, le emissioni di gas serra sono però in diminuzione del 4,2% rispetto a quelle registrate nel 2019, offrendo un metro di paragone slegato all’eccezionalità di un 2020 segnato dalle misure pandemiche di lockdown e distanziamento che hanno portato nello scorso anno a un calo pari a -9,8% per il Pil e a -8,9% per le emissioni.

Un segnale positivo dunque, ma non sufficiente. Nonostante in Italia la crisi del clima corra a velocità doppia rispetto alla media globale, a fine 2019 le emissioni nazionali di CO2 erano paragonabili – registrando un calo di appena 10 milioni di tonnellate di CO2eq – a quelle contabilizzate nel 2014: di fatto, cinque anni di stallo. Lo stesso vale per le rinnovabili, le cui installazioni sempre dal 2014 crescono col contagocce: per rispettare gli obiettivi Ue al 2030 si stima siano necessari fino a 7,5 GW/anno in termini di nuovi impianti, ma ora arriviamo a malapena a 0,8.

«Nel complesso – dettaglia Ispra nel merito – si può notare che è previsto un incremento delle emissioni di gas serra come conseguenza della ripresa della mobilità e delle attività economiche. Per alcuni settori si prevede un incremento delle emissioni, in particolare per l’industria (8.4%) e trasporti (11.1%). In decrescita la produzione di energia a causa della riduzione nell’uso del carbone (-1.5%). La produzione industriale è aumentata nel secondo trimestre del 2021 del 14.6 % in confronto allo stesso periodo del 2020. Per quanto riguarda i trasporti su strada i consumi di benzina, gasolio, e GPL sono aumentati rispettivamente del 14%, 12% e 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I consumi di gas per il riscaldamento domestico e commerciale sono aumentati del 6.5% nel secondo trimestre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. Per le emissioni dall’agricoltura e della gestione dei rifiuti, nel 2021 non sono previsti scostamenti rilevanti rispetto all’anno passato».

Occorre agire dunque con più determinazione su tutti i fattori emissivi per contrastare efficacemente la crisi climatica in corso. Come sottolineato già negli scorsi mesi proprio dall’Ispra, si conferma «la necessità di modifiche strutturali, tecnologiche e comportamentali che riducano al minimo le emissioni di gas serra nel medio e lungo periodo». Come? Approvare una legge sul clima che renda legalmente vincolanti i target climatici, da declinarsi per i principali settori economici e coinvolgendo Regioni e Comuni, potrebbe sicuramente aiutare.