Climate Ambition Summit, Onu: non sarà un vertice non sense
«Non ci sarà spazio per i retrogradi, i greenwasher, gli scaricatori di colpe o il riconfezionamento degli annunci degli anni precedenti»
[20 Settembre 2023]
Oggi si tiene a New York Climate Ambition Summit. Ci sono stati molti metting sul clima, ma questo è unico in quanto presenterà solo i “first mover and doers” – quei leader che hanno risposto all’appello del segretario generale dell’Onu António Guterres per un’azione accelerata per affrontare la crisi climatica e parteciperanno governi nazionali e locali, leader aziendali, istituzioni finanziarie e rappresentanti della società civile che presenteranno azioni, piani e politiche credibili e ambiziose. Il Summit punta a promuovere soluzioni e ispirare più leader a farsi avanti e unirsi ai “first mover and doers”.
E l’Onu avverte che «Quasi tutti gli indicatori sono fuori strada o vanno nella direzione sbagliata. Gli eventi meteorologici estremi stanno facendo sfollare milioni di persone, il mondo si sta surriscaldando e gli incendi fuori controllo continuano a causare morte e distruzione, dal Canada alle isole greche. Carbone, petrolio e gas rappresentano ancora il 75% delle emissioni globali di gas serra, che continuano ad alimentare la crisi climatica».
Ma è la stessa Onu a dire che «Sebbene i danni derivanti dalla crisi climatica siano già ingenti e le emissioni globali di gas serra rimangano a livelli record, il cambiamento è possibile».
Ecco le cinque cose principali da saper sul clima secondo ,l’Onu:
1 Il tempo è scaduto. La crisi climatica colpisce tutte le persone e tutte le nazioni. Secondo le Nazioni Unite, metà della popolazione mondiale vive già in zone pericolose, dove il rischio di morire a causa degli impatti correlati è 15 volte maggiore. Quasi il 70% di tutti i decessi dovuti a disastri legati al clima negli ultimi 50 anni si sono verificati nei 46 Paesi meno sviluppati del mondo. Guterres ha ricordato che «L’era del riscaldamento globale è finita; è arrivata l’era dell’ebollizione globale. L’aria è irrespirabile, il caldo è insopportabile e il livello dei profitti dei combustibili fossili e dell’inazione sul clima è inaccettabile. I leader devono guidare. Niente più esitazioni. Niente più scuse. Non è più necessario aspettare che gli altri si muovano per primi. Semplicemente non c’è più tempo per questo.
2 “No nonsense summit“. Quando il capo delle Nazioni Unite annunciò l’evento globale lo scorso dicembre, disse che si aspettava “un vertice senza schiocchezze”, senza eccezioni e senza compromessi. «Non ci sarà spazio per i retrogradi, i greenwasher, gli scaricatori di colpe o il riconfezionamento degli annunci degli anni precedenti».
Uno stuolo crescente di nazioni, influencer e leader si sta facendo avanti. Dal 2015, il numero di paesi dotati di strategie nazionali di riduzione del rischio di catastrofi è più che raddoppiato. Molti hanno aderito a iniziative come la Climate Action Acceleration Agenda del Segretario generale dell’Onu. Lanciata all’inizio di quest’anno, l’agenda definisce i compiti necessari nel 2023 da svolgere parte dei leader del governo, delle imprese e della finanza per evitare di superare pericolose soglie climatiche e per garantire giustizia a coloro che sono in prima linea. Questo include l’invito ai Paesi ad «Accelerare i loro sforzi, a impegnarsi a non utilizzare nuovo carbone, a eliminarne gradualmente l’uso e a raggiungere il traguardo più pulito: zero net zero».
L’Onu ricorda che Net zero è il termine che descrive il raggiungimento dell’equilibrio tra il carbonio emesso nell’atmosfera e il carbonio rimosso da essa. La scienza dimostra chiaramente che, per evitare gli impatti peggiori del cambiamento climatico e preservare un pianeta vivibile, l’aumento della temperatura globale deve essere limitato a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali.
3 Ambizioni più pulite. Si prevede che i leader governativi, in particolare i principali emittitori, rapporti che riferiranno sulla loro posizione in merito al rispetto degli impegni assunti nei confronti di trattati fondamentali come l’ Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Inoltre, sono previsti piani d’azione, i cosiddetti nationally determined contributions (NDC) che includeranno obiettivi di emissioni net zero e impegni nei confronti del Green Climate Fund che aiuta i Paesi in via di sviluppo ad aumentare e realizzare i loro piani d’azione per ridurre le emissioni e rafforzare la resilienza.
A tutti i principali emettitori, e in particolare a tutti i governi del G20, verrà chiesto di impegnarsi a presentare, entro il 2025, NDC più ambiziosi a livello economico, con tagli delle emissioni e che coprano tutti i gas.
4 Addio greenwashing. Ci si aspetta che i leader di imprese, città, regioni e istituzioni finanziarie presentino piani di transizione in linea con gli standard di credibilità sostenuti dalle Nazioni Unite, come presentato nel rapporto “Integrity Matters” commissionato dall’Onu che fa notare: «Questo standard per l’impegno volontario per l’obiettivo emissioni zero è l’unico parametro completamente allineato con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5° C. Il rapporto richiede, tra le altre cose, strategie per fermare ed eliminare gradualmente i combustibili fossili, tagli alle emissioni e un impegno a sostenere pubblicamente un’azione climatica basata sulla scienza.
5 Giustizia climatica adesso! L’obiettivo è raggiungere la giustizia climatica. Questo significa tenere in considerazione i più piccoli inquinatori del mondo che sopportano il peso sempre più pericoloso dei maggiori inquinatori, in particolare i Paesi del G20. I partecipanti al vertice affronteranno le sfide e le opportunità legate all’accelerazione della decarbonizzazione dei settori ad emissioni elevate, tra cui le industrie dell’energia, dei trasporti marittimi, dell’aviazione, dell’acciaio e del cemento. Si prevede che riveleranno azioni per garantire la giustizia climatica.
Uno sguardo a ciò che accadrà sul campo include la protezione di più persone dai disastri climatici entro il 2027 e il raddoppio dei finanziamenti per l’adattamento entro il 2025. Comprenderà anche discussioni sull’operatività del Loss and Damage Fund, il primo accordo di finanziamento di questo tipo per aiutarei Paesi vulnerabili approvato alla 27esimaConferenza delle parti dell’United Nations climate change convention (COP27 Unfccc) te nutasi in Egitto nel 2022.
Perché l’obiettivo 1,5° C è importante? L’Accordo di Parigi impegna i Paesi a limitare l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2° C rispetto ai livelli preindustriali e a mirare a limitare l’aumento “ulteriormente” a 1,5 °C.
Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la differenza tra 1,5° C e 2° C è: la differenza tra il 70% e il 99% delle barriere coralline che muoiono; raddoppiare la probabilità che gli insetti impollinatori vitali perdano metà del loro habitat; estati senza ghiaccio nell’Oceano Artico, una volta al secolo o una volta ogni decennio; 1 metro in più per l’innalzamento del livello del mare; 6 milioni o 16 milioni saranno colpiti dall’innalzamento del livello del mare nelle zone costiere entro la fine del XXI° secolo