Cnr, entro 30 anni il ghiacciaio della Marmolada si sarà sciolto
«Se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata»
[11 Dicembre 2019]
Uno dei simboli più iconici delle Dolomiti, il ghiacciaio della Marmolada, è destinato a soccombere sotto l’incedere dei cambiamenti climatici: in soli 10 anni (dal 2004 al 2015) ha già perso il 30% del volume e il 22% dell’areale, un trend che non promette niente di buono come dimostra lo studio Recent evolution of Marmolada glacier (Dolomites, Italy) by means of ground and airborne GPR surveys, realizzato dai ricercatori del Cnr-Ismar e delle Università di Trieste, Genova e Aberystwith (Galles) e di Arpa Veneto.
«Il primo rilievo – spiega Renato Colucci del Cnr-Ismar – è stato acquisito usando un ‘ground penetrating radar’ (Gpr) terrestre, una tecnologia non invasiva utilizzata in geofisica, basata sul segnale elettromagnetico riflesso e trasmesso dal terreno a seconda delle caratteristiche, creando sezioni dettagliate. Il secondo, invece, usando dati raccolti in volo con GPR da elicottero. In questo modo è stato possibile ricostruire due modelli 3D del ghiacciaio che hanno permesso di misurare con precisione non solo le caratteristiche interne e morfologiche, ma anche l’evoluzione recente nel corso del decennio, quantificato in termini volumetrici».
Il ghiacciaio, un tempo massa glaciale unica, è ora frammentato e suddiviso in varie unità, dove in diversi punti affiorano masse rocciose sottostanti. I terreni carsici, come la Marmolada, sono irregolari e costituiti da dossi e rilievi. Se il ghiaccio fonde gradualmente, le aree in rilievo affiorano, diventando fonti di calore interne al ghiacciaio stesso. «Questo aspetto, unito al cambio di albedo (la neve e il ghiaccio sono bianchi e riflettono molta radiazione solare, mentre la roccia, più scura, ne riflette di meno) – aggiunge Colucci – sta ulteriormente minando la ‘salute’ della Marmolada accelerandone la già forte e rapida fusione».
Come sottolineano dal Cnr la ricerca ha inoltre evidenziato che, se il tasso di riduzione continuerà di pari passo come nel decennio analizzato, nel giro dei prossimi 25-30 anni il ghiacciaio sarà praticamente scomparso, lasciando il posto solo a piccole placche di ghiaccio e nevato, alimentate dalle valanghe e protette dall’ombra delle pareti rocciose più elevate, non più dotate di crepacci e di movimento.
«Il ghiaccio, quindi, non esisterà più – conclude – E se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente. In ogni caso anche se la temperatura restasse com’è, il ghiacciaio è già in totale disequilibrio con il clima attuale e quindi il suo destino appare comunque segnato».