Con il riscaldamento globale sarà più difficile respirare bene

Con le temperature più calde, più inquinamento atmosferico da fonti naturali

[1 Marzo 2023]

Non tutto l’inquinamento è di origine antropica e secondo lo studio “The projected future degradation in air quality is caused by more abundant natural aerosols in a warmer world”, pubblicato su Communications Earth & Environment da un team internazionale di ricercatori, «Quando le temperature globali aumenteranno di 4 gradi Celsius, anche le emissioni nocive delle piante e la polvere aumenteranno fino al 14%».

Lo  studio non tiene conto di un aumento simultaneo delle fonti di inquinamento atmosferico di origine umana, che è già stato previsto da altri studi. Come spiega il principale autore, James Gomez del Department of Earth and planetary sciences dell’università della California Riverside (UCR): «Non stiamo esaminando le emissioni umane dell’inquinamento atmosferico, perché possiamo cambiare ciò che emettiamo. “Possiamo passare alle auto elettriche. Ma questo potrebbe non cambiare l’inquinamento atmosferico da piante o polvere».

Del nuovo studio, che illustra dettagliatamente il degrado della futura qualità dell’aria da queste fonti naturali, prevede che circa due terzi dell’inquinamento futuro proverrà dalle piante.

Gomez sottolinea che «Tutte le piante producono sostanze chimiche chiamate composti organici volatili biogenici o BVOC. L’odore di un prato appena falciato, o la dolcezza di una fragola matura, quelli sono BVOC. Le piante li emettono costantemente».

All’UCR ricordano che «Di per sé, i BVOC sono benigni. Tuttavia, una volta che reagiscono con l’ossigeno, producono aerosol organici. Quando vengono inalati, questi aerosol possono causare mortalità infantile e asma infantile, nonché malattie cardiache e cancro ai polmoni negli adulti. Ci sono due motivi per cui le piante aumentano la produzione di BVOC: l’aumento dell’anidride carbonica atmosferica e l’aumento delle temperature. Si prevede che entrambi questi fattori continueranno ad aumentare. Per essere chiari, la coltivazione di piante è un netto vantaggio per l’ambiente. Riducono la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera, che aiuta a controllare il riscaldamento globale. I BVOC provenienti da piccoli giardini non danneggeranno le persone».

Gomez aggiunge: «Il vostro prato, ad esempio, non produrrà abbastanza BVOC da farvi ammalare. E’ l’aumento su larga scala dell’anidride carbonica che contribuisce all’aumento dei BVOC nella biosfera e quindi degli aerosol organici».

Il secondo maggior contributore al futuro inquinamento atmosferico sarà probabilmente la polvere del deserto del Sahara. Un altro autore dello studio, Robert Allen, anche lui dell’UCR, evidenzia che «Nei nostri modelli, si prevede che un aumento dei venti solleverà più polvere nell’atmosfera. Man mano che il clima si riscalda, è probabile che con un suo aumento la polvere sahariana venga sparsa in tutto il mondo, con livelli più elevati di polvere in Africa, negli Stati Uniti orientali e nei Caraibi. E’ probabile che la polvere sull’Africa settentrionale, compresi il Sahel e il Sahara, aumenti a causa dei monsoni dell’Africa occidentale più intensi».

Sia gli aerosol organici che la polvere, così come il sale marino, il black carbon  e il solfato, rientrano nel particolato PM2,5, una categoria di inquinanti atmosferici con un diametro di 2,5 micrometri o meno. Nello studio, l’aumento dell’inquinamento da PM2.5 di origine naturale aumenta in proporzione diretta ai livelli di CO2. Gomez conferma_ «Più aumentiamo la CO2, più PM2.5 vediamo essere immessi nell’atmosfera, ed è vero anche il contrario. Più riduciamo, migliore è la qualità dell’aria».

Ad esempio, se il clima si riscalda solo di 2 gradi Celsius, lo studio ha rilevato solo un aumento del 7% del PM2,5. Tutti questi risultati si applicano solo ai cambiamenti riscontrati nella qualità dell’aria sulla terraferma, poiché lo studio si concentra sugli impatti sulla salute umana.

I ricercatori sperano che «Il potenziale per migliorare la qualità dell’aria ispiri un’azione rapida e decisiva per ridurre le emissioni di CO2. Senza, le temperature potrebbero aumentare di 4 gradi C entro la fine di questo secolo, anche se è possibile che l’aumento avvenga prima».

Gomez conclude avvertendo che «Le emissioni di CO2 dovranno diminuire drasticamente per avere un effetto positivo sulla futura qualità dell’aria. I risultati di questo esperimento potrebbero anche essere un po’ prudenti perché non abbiamo incluso come fattore i cambiamenti dipendenti dal clima nelle emissioni degli incendi. In futuro, assicuratevi di avere un purificatore dell’aria».