A che punto è la Conferenza Onu sul clima, in diretta da Marrakech
Cop22: «Hanno un senso convegni e accordi se lasciamo i più vulnerabili al loro destino?»
Per il re del Marocco è il momento di misurare «la credibilità degli annunci che abbiamo fatto. Non abbiamo altra scelta che lavorare per recuperare il ritardo»
[16 Novembre 2016]
MARRAKECH. Nel suo intervento alla cerimonia di apertura della sessione di alto livello della Cop22 in corso a Marrakech, dove sono arrivati i capi di Stato o loro delegati, il re del Marocco Mohammed VI ha ricordato ai leader presenti che già «molte promesse sono state fatte in molte conferenze precedenti. Ma la nostra conferenza di oggi è quello della verità e della chiarezza; una conferenza per assumersi la responsabilità di fronte a Dio e alla storia, e alla nostra gente. Hanno un senso i nostri convegni e i nostri accordi se lasciamo i gruppi più vulnerabili, nelle isole in via di estinzione e nei campi che affrontano il rischio di desertificazione in Africa, Asia e America Latina, lì ad affrontare il loro pericoloso destino?».
E ancora: «L’esito di questa Conferenza sarà decisivo per le nuove generazioni di conferenze delle parti (Cop), che dovranno concentrarsi su iniziativa e azione. In effetti, l’Accordo di Parigi non è fine a sé stesso. I risultati della Conferenza di Marrakech sono, piuttosto, un vero e proprio test per misurare l’affidabilità degli impegni che abbiamo preso e la credibilità degli annunci che abbiamo fatto. È ora di porre rimedio alla situazione corrente. Non abbiamo altra scelta che lavorare per recuperare il ritardo con la mobilitazione continua e completa e con coesione costruttiva, al fine di garantire che le generazioni successive una vita dignitosa e sostenibile».
Ci sembra importante riportare le parole del re del Marocco perché sono la sintesi perfetta delle buone intenzioni che esprimono quasi tutti i governi, almeno pre-Trump. Se le parole fossero azioni potremmo dire che oggi è stata una buona giornata per la lotta ai cambiamenti climatici. Purtroppo, con questo ritmo lento dei negoziati e senza concrete azioni per la decarbonizzazione, l’adattamento e la finanza, corriamo davvero il rischio di agire fuori tempo massimo e di sprecare una storica opportunità di approfittare della crisi in atto per trasformare radicalmente le nostre società e garantire con ciò una società più giusta, equa e sostenibile per tutti i popoli e per le future generazioni e di massimizzare la creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili.
Il sindacato, rappresentato al suo più alto livello dalla Ituc (International trade union confederation) propone un’idea chiara per proteggere il clima e al contempo il lavoro, con misure imperniate su diversificazione economica, trasformazione industriale, impieghi di qualità. Ma anche se questa in corso a Marrakech è stata definita la Cop dell’azione, il rischio è che risulti invece solo una parentesi formale, una discussione sui processi e le buone intenzioni ma in cui non viene deciso niente di concreto.