Costruire sistemi alimentari più resilienti per resistere a cambiamenti climatici e guerre

«La sicurezza alimentare non è un problema di produzione, è un problema di distribuzione, accesso e povertà, e questo è esacerbato dalla guerra»

[18 Luglio 2022]

Secondo una recente analisi della Banca Mondiale, la guerra in Ucraina, le interruzioni della catena di approvvigionamento e le continue ricadute economiche della pandemia di Covi-19 stanno invertendo anni di progressi in termini di sviluppo e spingendo i prezzi dei generi alimentari ai massimi storici, rendendo arduo centrare l’Obiettivo di sviluppo Onu di porre fine alla fame, all’insicurezza alimentare e alla malnutrizione in tutte le sue forme entro il 2030.  Inoltre, sono in aumento gli eventi estremi come ondate di caldo, inondazioni e siccità.

Mentre i ricercatori e i responsabili politici stanno sviluppando soluzioni per migliorare la resilienza dei sistemi alimentari, spesso lavorano in isolamento, affrontando un problema alla volta, Il nuovo studio “Research priorities for global food security under extreme events”, pubblicato su  One Earth da un folto team internazionale di ricercatori, avverte che «E’ necessaria una maggiore collaborazione per costruire un approvvigionamento alimentare globale più resiliente»  e «Un coordinamento tra i ricercatori che studiano le minacce specifiche ai sistemi alimentari, in modo che i responsabili delle decisioni abbiano informazioni complete, modelli aggiornati e strumenti pertinenti fin dal sorgere delle minacce».

Il rapporto, arriva proprio quando, secondo Onu e Banca Mondiale, i livelli di fame nel mondo nel 2021 hanno superato il record precedente stabilito nel 2020 e l’insicurezza alimentare acuta in molti Paesi potrebbe continuare a peggiorare quest’anno. Si tratta di minacce pressanti ma non certo nuove, come fanno notare i ricercatori, «Gli impatti dei conflitti politici e gli effetti ambientali aggravati dei cambiamenti climatici sono già misurati e studiati in tutto il mondo». Tuttavia, il nuovo studio rileva che «Una maggiore collaborazione tra queste aree di ricerca potrebbe non solo rafforzare la sicurezza alimentare globale di fronte a una qualsiasi di queste minacce, ma anche rafforzarla contro tutte».

Il principale autore dello studio, Zia Mehrabi  dell’università del Colorado – Boulder, spiega: «Forniamo un forte sostegno all’idea di costruire sistemi alimentari più resilienti in generale, piuttosto che cercare di affrontare i singoli problemi qua e là. Non importa se si tratta di uno shock climatico, ambientale o politico per il sistema: se disponi di sistemi resilienti, saranno in grado di affrontare tutti i diversi tipi di shock».

Nel 2019, prima della pandemia di Covid-19, i ricercatori hanno intervistato 69 esperti globali in vari campi relativi alla sicurezza alimentar e hanno classificato 32 principali minacce alla sicurezza alimentare, sia per impatto che per probabilità nei prossimi due decenni. Hanno così scoperto che «Molti eventi ambientali dovuti ai cambiamenti climatici, come i cambiamenti meteorologici imprevedibili, potrebbero avere i maggiori impatti negativi sulla sicurezza alimentare. Considerando sia il loro impatto che la loro probabilità, l’aumento della domanda di acqua, la siccità, le ondate di calore e il crollo dei servizi ecosistemici (benefici naturali su cui facciamo affidamento ogni giorno dai sistemi ambientali che ci circondano) si sono classificati come i più alti».

Ma hanno anche scoperto che le minacce alla sicurezza alimentare causate dalla disuguaglianza di reddito, dagli shock globali dei prezzi, dall’instabilità politica e dalle  migrazioni hanno alte probabilità di verificarsi nei prossimi due decenni, portandole nella top 10 delle minacce. I ricercatori ricordano che «Oltre la metà delle popolazioni mondiali in condizioni di insicurezza alimentare vive in regioni soggette a conflitti: Stati falliti o regioni con instabilità politica, terrorismo, disordini civili o conflitti armati. La migrazione e lo sfollamento causati da questi conflitti si sono classificati tra le prime 5 minacce più probabili alla sicurezza alimentare globale nei prossimi 20 anni».

Mehrabi evidenziache «La sicurezza alimentare non è un problema di produzione, è un problema di distribuzione, accesso e povertà, e questo è esacerbato dalla guerra. Il conflitto non solo rende le persone più vulnerabili, ma limita anche la loro capacità di adattamento. Anche il conflitto in sé non è nuovo. Prima del conflitto in Ucraina e della guerra civile in corso in Etiopia, guerre civili come quelle in Siria, Yemen e altrove continuavano a minacciare la sicurezza alimentare regionale e globale.  Se ci fossimo già concentrati sull’affrontare conflitti ed eventi estremi quando si è verificato il Covid, ci saremmo trovati in una situazione molto migliore».

I ricercatori hanno anche chiesto agli esperti intervistati quali sono le maggiori priorità di ricerca in sospeso in queste aree e quali sono i primi 50 problemi su cui scienziati e responsabili politici dovrebbero concentrarsi. Molti hanno dato priorità alla diversificazione del sistema alimentare, perché le entità più diverse sono in genere più stabili. Lo studio fa l’esempio dell’Ucraina che «Ha fornito il 10% delle esportazioni globali di grano nel 2021 e il 40% delle forniture di grano del Worl Food Programme, una fornitura gravemente colpita dagli attacchi della Russia al Paese nel 2022».

Mehrabi  fa notare che «Anche se non possiamo cambiare dove sono distribuiti i terreni agricoli, ricercatori e responsabili politici potrebbero chiedersi: come possono i Paesi diversificare la loro produzione alimentare, sia in termini di ubicazione che di produzione nutrizionale?  I ricercatori possono anche creare mappe e previsioni migliori, che possono informare passi proattivi per preservare la sicurezza alimentare prima, durante e dopo eventi estremi. La raccolta di dati alla base delle nostre mappe non ha tenuto il passo con gli strumenti avanzati a disposizione oggi dei ricercatori per la previsione e molti modelli non sono convalidati con misurazioni sul campo corrispondenti. Possiamo vederlo accadere nel nostro mondo in questo momento, le guerre e il clima stanno peggiorando. I trend dimostrano, e gli esperti concordano, che in futuro la situazione peggiorerà. Come costruiremo e governeremo sistemi alimentari che siano resilienti a tutti i diversi tipi di shock ed eventi estremi? Dobbiamo iniziare a pensare a come possiamo costruire sistemi in grado di adattarsi e far fronte a tutto questo».